Case green, direttiva europea verso laccordo. Priorità ai lavori su 5 milioni di edifici

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Ue

Novità sulla direttiva Ue sulle case green: punta su un sistema di regole aperto, nel quale i paesi membri avranno maggiore discrezionalità

di Giuseppe Latour

Direttiva case green: dalla norma all’applicazione

4′ di lettura

Direttiva case green all’allungo decisivo. Dopo che il 14 marzo scorso il Parlamento ha approvato la sua proposta negoziale, per andare alla trattativa tra istituzioni europee, il trilogo, nel quale Parlamento, Consiglio e Commissione si ritrovano per arrivare a un testo condiviso, è andato avanti a passi lenti almeno fino al 12 ottobre. Quel giorno una riunione fiume di dieci ore, chiusa all’alba, ha sbloccato alcuni dei punti più controversi del dossier. E adesso è possibile analizzare le bozze di testo uscite da quel passaggio negoziale, che in questi giorni stanno passando da una frenetica attività di drafting. In attesa dell’incontro fissato per il prossimo 7 dicembre, che sarà probabilmente l’ultimo.

Gli obiettivi di Bruxelles

Sulle prospettive dell’incontro, il relatore per il Parlamento europeo, l’irlandese Ciaran Cuffe (Verdi) spiega: «Il picco di povertà energetica in Europa mostra che solo cambiamenti strutturali proteggeranno famiglie e imprese dalla volatilità dei prezzi dell’energia nel lungo periodo. La mia priorità, dall’inizio di questo negoziato, è stata la protezione delle persone, che sono le più colpite dalle bollette in aumento, nella definizione di questi importanti cambiamenti. Sono convinto che il mese prossimo potremo arrivare a un accordo che non solo raggiunga questi obiettivi, ma riduca le emissioni e le bollette».

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I traguardi

La novità più importante, in queste settimane, è arrivata sull’articolo 9 della cosiddetta Epbd (Energy performance of buildings directive). Nella versione del Parlamento qui veniva ipotizzato, per gli edifici residenziali, l’obiettivo di raggiungere la classe energetica E nel 2030 e D nel 2033. Questo approccio, adesso, viene superato. E si punta su un sistema di regole aperto, nel quale diventa fondamentale il ruolo dei paesi membri, che avranno maggiore discrezionalità.

Ogni Stato dovrà preparare una road map per la riqualificazione del suo patrimonio immobiliare. Andrà, così, disegnata una traiettoria di progressiva riduzione dei consumi degli edifici fino al 2050, quando si dovrà tendere alle emissioni zero. L’obiettivo è ridurre l’utilizzo medio di energia primaria, misurando il consumo al metro quadrato dei nostri edifici, a partire dal 2020. I paesi dovranno specificare il numero di edifici e unità immobiliari da ristrutturare annualmente.

I compiti degli Stati

In sostanza, rispetto alla prima versione del testo, l’Europa si occupa di definire la cornice, all’interno della quale i paesi membri sono liberi di fissare le loro priorità. La direttiva, prima del 2050, indica dei traguardi intermedi per misurare il lavoro di efficientamento: dal 2030 in poi ogni cinque anni. I livelli di riduzione da raggiungere saranno definiti nel corso dell’ultimo incontro politico di dicembre.

, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.ilsole24ore.com/art/case-green-direttiva-l-accordo-priorita-lavori-5-milioni-edifici-AFJg6KfB, Norme e Tributi/Primo piano, https://www.ilsole24ore.com/rss/norme-e-tributi–primo-piano.xml, di Giuseppe Latour,

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