Giugno 6, 2023

Bot, il grande ritorno (che vale il 3%): le strategie per investire in titoli «brevi»

reddito fisso

di Angelo Drusiani

Bot, il grande ritorno (che vale il 3%): le strategie per investire in titoli «brevi»

Il ritorno dei Bot. Che sono passati in un anno da sottozero a oltre il 3 per cento lordo (scadenza ottobre 2023). Considerando che il Btp decennale offre oggi il 4,1% non è strano che un numero tutt’altro che secondario di investitori scelga soluzioni di investimento di breve termine. La congiuntura è complessa, l’inflazione è elevata: perché prendersi troppo rischio a lungo termine senza comunque riuscire a coprire il costo della vita che viaggia poco sotto l’8%?

Ed ecco allora il ritorno di fiamma per i Bot, i Buoni ordinari del Tesoro che a lungo sono stati accantonati, ma anche dei titoli con scadenza ravvicinata. Perché se la curva è «piatta», cioè c’è poca distanza tra i rendimenti a breve e quelli più lontani, chi ama investire in obbligazioni può impostare nuove strategie prima che i tassi scendano. E che la curva torni a diventare più ripida.
Non siamo di certo in una nuova era «Bot people», ma c’è un riflesso importante, votato alla ricerca di un investimento di breve termine e al tempo stesso foriero di un rendimento tutt’altro che disprezzabile.

Bot, il grande ritorno (che vale il 3%): le strategie per investire in titoli «brevi»

Le opzioni

Che cosa offre il mercato? Il sistema bancario del nostro Paese, come già avvenne molto tempo addietro, offre un tipo di operatività denominata «pronti contro termine». Che, in sostanza, affianca le operazioni di acquisto di Bot, sia per redditività, sia per durata dell’investimento stesso.
Partendo dai Bot (nella tabella un po’ di scadenze e di rendimenti) è opportuno precisare che il loro acquisto non è limitato alle fasi in cui il dipartimento del Tesoro effettua le aste, ad inizio mese, con il collocamento dei titoli annuali, o a fine mese, quando i titoli in collocamento hanno durata semestrale.
Ogni giorno, in realtà, è possibile immettere in portafoglio questa tipologia di titoli, o direttamente da casa, o da remoto, come si preferisce ora, o utilizzando il sistema finanziario, ricorrendo a banche, Poste italiane e società autorizzate.

Tra Btp e Bot: quando la scadenza è breve

Ma poi ci sono i Btp che scadono tra poco. Quelli con vita residua inferiore a 24 mesi. Borsa italiana offre l’opportunità di acquistare ma volendo anche vendere, ben sedici tipologie di Btp che fanno a questo scopo, dalla scadenza più ravvicinata, a fine mese in corso, a quella più lontana, con data di rimborso marzo 2024.
Al tempo stesso, anche le banche, le Poste Italiane o altre strutture finanziarie autorizzate sono libere di cedere Bot acquistati in sede d’asta o di acquistare dai propri clienti analoghi titoli che questi ultimi scelgono di cedere prima della naturale scadenza, per i motivi più disparati. Generalmente chi opta per investire una parte del proprio patrimonio in Bot lo fa sia per limitare la rischiosità complessiva del patrimonio destinato a strumenti obbligazionari, sia per disporre di una tipologia di titoli la cui ravvicinata scadenza riduca la durata media del portafoglio obbligazionario.
Accanto a questa strategia, o in alternativa, una parte di investitori preferisce affidare parte del patrimonio a controparti, quasi sempre di origine bancaria, che offrono rendimenti, in linea con quelli che si ottengono investendo in Bot per durate comprese tra sei mesi e qualche anno, ma la scadenza prediletta è quella annuale.

La tecnica tra nuove emissioni e le vecchie emissioni

In passato, lo si è ricordato, questa forma di attività era denominata «pronti contro termine» e consisteva nell’acquisto di emissioni obbligazionarie, da detenere per alcuni mesi, stabilendo fin da subito la data in cui il titolo acquistato sarebbe stato rivenduto, fissando anche il prezzo di rivendita. Le due quotazioni erano stabilite in modo che il depositante «temporaneo» beneficiasse di un rendimento prestabilito. Attività, peraltro, che non incontrò particolare successo. Ma rappresentò una sorta di alternativa all’investimento in strumenti con scadenza ravvicinata, Bot in primis, ma anche Btp emessi anni prima e ormai prossimi alla data di rimborso.
Strategia, quest’ultima, che ancora oggi può essere una buona opportunità. Se da un lato ci sono i Bot e i depositi vincolati, dall’altro titoli di «vecchia» emissione non distanti dalla data di rimborso propongono un ventaglio di opportunità che, in una fase ancora incerta sul futuro dei tassi di mercato, può essere un viatico importante per chi desidera investire a breve termine una parte del personale patrimonio.

Iscriviti alle newsletter di L’Economia

Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione teconologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)

E non dimenticare le newsletter
L’Economia Opinioni e L’Economia Ore 18

19 apr 2023

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.corriere.it/economia/risparmio/23_aprile_19/bot-grande-ritorno-che-vale-3percento-strategie-investire-titolo-brevi-ff51904c-ddc8-11ed-9f06-0b90e24301fd.shtml, Economia, http://xml2.corriereobjects.it/rss/economia.xml, Angelo Drusiani,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *