Giugno 7, 2023

Mutti (Centromarca): «Più agevolazioni alle imprese per competere all’estero»

beni di consumo

di Valentina Iorio

Mutti (Centromarca): «Più agevolazioni alle imprese per competere all’estero»

Le aziende dei beni di largo consumo hanno dovuto fare i conti un’impennata dell’inflazione, iniziata già nella seconda metà del 2021, e hanno difficoltà a scaricare a valle l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime. Questo nel 2022 ha portato a una crisi sistemica. Nel 2023 i prezzi potrebbero raffreddarsi ma è ancora presto per dirlo. I dati di gennaio dicono che le vendite di prodotti di largo consumo confezionato hanno registrato una flessione del 4,5% e l’inflazione del comparto resta elevata: 12,7%. Le 59 mila aziende del largo consumo attive in Italia garantiscono un giro d’affari di 188 miliardi di euro e generano il 2% del Pil nazionale. Ma il fatturato medio di 3,2 milioni di euro è insufficiente per competere con i grandi player internazionali,ha sottolineato ieri il presidente di Centromarca, Francesco Mutti, durante il convegno«Prospettive Italiane – Scenario economico e sociale Sfide per l’Industria di Marca», moderato da Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera. Clicca qui per vedere il video dell’evento.

Le richieste delle aziende

A breve e medio termine «è fondamentale creare le condizioni per accelerare la crescita delle dimensioni d’impresa, se vogliamo continuare a competere con successo nel mercato globale, dove la concorrenza è in costante aumento», ha spiegato Mutti. Tra i fronti di intervento prioritari Centromarca indica: interventi per favorire gli investimenti, semplificazione degli adempimenti amministrativi e fiscali, strumenti per agevolare l’innovazione.

Verso una riforma degli incentivi

Il vice ministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini, ha dato la disponibilità a un incontro con Centromarca per fare il punto sulle esigenze delle filiere. Intervenendo in collegamento video Valentini ha ricordato che il governo «ha istituito un fondo per la valorizzazione del Made in Italy nel quale ha stanziato 100 milioni per il 2023 e 2024. Inoltre intende riformare gli incentivi per arrivare a un insieme definito e ordinato di norme agevolative e favorire interventi di formazione per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro».

Bollette in calo

Il primo elemento su cui è necessario agire, secondo le aziende, sono i costi energetici. «Ci sarà una riduzione della spesa energetica che non riguarderà solo i consumatori in regime di tutela, – ha detto Simona Benedettini, economista dell’energia – ma anche chi ha un’offerta a prezzo variabile sul mercato libero dovrebbe beneficiarne. Chi ha un’offerta a prezzo fisso invece beneficia già di prezzi che talvolta sono più bassi del regime di tutela».

Innovazione «democratica»

L’aumento dei costi porta a una maggior attenzione al risparmio da parte dei cittadini, come ha evidenziato Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos Italia. Per uscire dallo stallo bisogna puntare su sostenibilità e innovazione, ha sottolineato Chiara Coricelli, amministratrice delegata dell’azienda Pietro Coricelli. «Una leva importante su cui agire è quella del fisco. In Italia, la pressione fiscale è molto elevata e questo crea disallineamento con gli altri Paesi Ue. L’altro tema è la valorizzazione dei talenti». La sostenibilità deve andare di pari passo con un’innovazione dei prodotti «democratica che si rivolga a tutte le famiglie e a tutte le fasce di prezzo», ha evidenziato Sara Scrittore, vice presidente di Colgate – Palmolive Southern Europe.

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