“Non ho bisogno di dare prove del mio antifascismo, lo dimostrano i miei libri, i miei atti, la mia vita. Abbiamo stanziato d’intesa con la maggioranza parlamentare 6 milioni di euro per far conoscere a sempre più ragazzi italiani la tragedia dell’Olocausto. Ma dico di più: dovremo fare uno sforzo educativo per trasmettere ai nostri ragazzi sempre meglio i valori del dialogo e della democrazia, aiutandoli così a riconoscere anche le forme più moderne (e quindi più subdole) di autocrazia. Aggiungo: l’antifascismo è una cosa seria, ne abbiano tutti rispetto, non lo si strumentalizzi”.
Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, nel corso di una intervista rilasciata a Quotidiano Nazionale.
Sull’episodio di Firenze, dove la Ds del liceo Da Vinci ha inviato una circolare sui valori dell’antifascismo, il Ministro spiega: “Non ho apprezzato l’invito della preside a “isolare”, “combattere culturalmente”, “chiamare con il suo nome”, e dunque qualificare come fascista, chi dà valore ai confini e alla identità di un popolo, parlando al riguardo di “disgustoso rigurgito”. Un conto è fare queste affermazioni in una assemblea di un partito politico, un altro con la carta intestata di una scuola in una veste istituzionale. Invito tutti a riflettere. Questo non c’entra nulla con la libertà di opinione. Questo ha che fare con le fondamenta stesse della democrazia. Mi dispiace che alcuni non lo abbiano capito“.
Sulla questione provvedimenti disciplinari alla dirigente scolastica, Valditara replica: ” su questo punto è stata montata contro di me una campagna di aggressione e di deformazione della realtà oggettivamente inaccettabile. Dirò di più: è completamente estraneo alla mia mentalità sanzionare per manifestazioni di pensiero. L’unica indagine disciplinare che ho chiesto si avviasse da quando sono Ministro è stata nei confronti di un docente accusato di aver fatto affermazioni che negavano l’Olocausto. Aggiunsi al riguardo che non è compatibile con il pubblico impiego chi neghi la Shoah. Rimettiamo al centro il dialogo e l’ascolto pluralista. Si approfitti di questa occasione per sollevare un dibattito serio nel Paese“.
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