di Marco Ricucci*
Dopo l’incidente della scuola di Cremona in cui i ragazzi si sono sentiti male per un film horror visto insieme a un supplente. Un bravo docente deve saper scegliere contenuti adeguati, su misura della propria classe
Le ore buche possono risultare insidiose per chi fa supplenza, soprattutto se il docente, peccando di ingenuit, lascia la libert agli studenti di scegliere un film di loro gradimento. Come noto, successo in una scuola media cremonese: Terrifier, una pellicola di genere splatter-horror, vietata ai minori di 18 anni, stato visto da ragazzini di tredici anni, a scuola. Tanto era forte l’impatto emotivo che alcuni sono svenuti, altri si sono sentiti male; il dirigente stato -giustamente- subissato da rimostranze dei genitori. Ma il docente dov’era? E si pu chiamare professionista un docente che non si accerta che il film scelto da una classe che non conosce sia adeguato a un contesto scolastico? Il pressapochismo imperversa nel mondo della scuola. Chi fa il docente deve in primis vigilare, con scrupolo, in base al grado di maturit raggiunto dall’et anagrafica degli studenti . Anche quando si sceglie un film. Un esempio concreto per far capire ai non addetti ai lavori: i docenti alle medie trascorrono l’intervallo in classe, o meglio sulla soglia della porta, per controllare e assicurare l’incolumit dei ragazzini; alle superiori si fa a turnazione per la vigilanza nei corridoi. Ma anche la visione di un film pu avere effetti emotivi devastanti.
Questo lo sapevano gi gli antichi Greci, che tanto hanno da insegnare a noi uomini e donne del terzo millennio. Il terrore e la paura sono sentimenti e sensazioni potenti, connaturati, primordiali, insiti, sulla psiche umana, come ci dimostra il film Terrifier (omen/nomen!). Il filosofo Aristotele scriveva: Certamente, possibile che il terrore (phobos) e la compassione (oiktos) abbiano proprio origine dalla vista (opsis), ma anche dalla trama (synstasis) delle vicende stesse di una tragedia. Tralasciando in questa sede l’interpretazione di questo controverso passo, che viene denominato la Katharsis-Frage, evidente che il terrore, cos come abilmente confezionato in un film americano, ha un potente effetto catartico su menti suggestionabili di ragazzine e ragazzini che sono in un’et acerba. Tutti noi ricordiamo che da ragazzini volevamo sfidare le nostre paure, superando i limiti, anche per diventare (e sentirci) grandi: chi di noi non ha visto, da solo o con gli amici, film come L’esorcista oppure Profondo rosso di Dario Argento? Ma questo avveniva a casa propria, spesso per iniziativa dei coetanei pi ardimentosi che ci provavano anche un certo gusto a vedere i loro amici pi timidi sobbalzare sulla sedia. Ma la scuola un’altra cosa. Chi insegna non deve mai dare nulla per scontato.
Quando insegnavo alla medie ricevetti una lettera dalla mamma attenta di un alunno di 2 media datata 10 gennaio 2013: Gentile professor Ricucci, le scrivo in merito al tema assegnato alla classe per le vacanze di Natale. Personalmente ritengo l’argomento e la richiesta delle modalit di svolgimento non consone ad una classe di seconda media: esprimere concetti come quelli di pre-scienza, pre-tecnologia e pre-razionalit (sebbene un concetto di pre-razionalit possa esistere in una realt quantistica) ad un gruppo di giovani adolescenti che solo oggi si affacciano al concetto di vita, mi sembra un tantino prematuro. Non solo: se il suo desiderio era quello di far riflettere i ragazzi su una sorta di quarta dimensione, totalmente avulsa dalla realt e fatta di utopie quali draghi volanti principesse bambine, i termini avrebbero dovuto essere meno pretenziosi e pi comprensibili dai ragazzi stessi. Da quale spunto partiva il tema? Da una riflessione su La storia infinita, il romanzo di Michael Ende da cui stato tratto un celebre film degli anni 80. A seguito delle osservazioni di quella mamma tanto solerte (anche troppo), per quell’anno decisi di attenermi, pedissequamente, all’antologia in adozione, senza troppi voli di fantasia. Da quella lettera, che conservo tuttora, ho imparato a stare molto attento a ci che propongo di vedere o leggere alle mie classi: l’adolescenza un’et critica che va maneggiata con estrema cura. Anche un dettaglio nella comunicazione, pu fare la differenza. E quando un dettaglio sbagliato pu fare grandi danni.
* Docente di italiano e latino presso il Liceo scientifico Leonardo da Vinci e professore a contratto presso Universit degli Studi di Milano
13 dicembre 2022 (modifica il 13 dicembre 2022 | 08:36)
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, 2022-12-13 08:36:00, Dopo l’incidente della scuola di Cremona in cui i ragazzi si sono sentiti male per un film horror visto insieme a un supplente. Un bravo docente deve saper scegliere contenuti adeguati, «su misura» della propria classe, Marco Ricucci*