Referendum, gli effetti del voto: al Senato scontro sulla giustizia

Referendum, gli effetti del voto: al Senato scontro sulla giustizia

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di Virginia Piccolillo La Lega non ritira gli emendamenti e vota anche quelli presentati da Italia viva e Fratelli d’Italia. Letta: di questo passo serve la fiducia. Testo a rischio slittamento Il giorno dopo il voto si aprono le prime crepe nella maggioranza. La Lega, in calo di consensi e tradita dal flop dei referendum, rilancia. Sfida il governo. E vota «in linea coi referendum» contro parti della riforma Cartabia. È accaduto ieri. Ultimo giorno di lavori in commissione Giustizia sul testo di modifica dell’ordinamento giudiziario e delle modalità di elezione del Csm, approvato il 4 maggio alla Camera, che oggi, si avvia all’approvazione definitiva dell’aula del Senato con la discussione generale. Ancora incerto se si riuscirà ad arrivare al voto conclusivo domani. Si comincia già a parlare di possibile slittamento. Come annunciato al Corriere dalla responsabile giustizia, Giulia Bongiorno, la Lega non ha accolto l’appello della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, a procedere senza intoppi verso l’approvazione finale. E nel vertice di maggioranza, ieri, non ha ritirato gli emendamenti al testo. Come hanno fatto Forza Italia, il M5S e Leu (sacrificando i 7 emendamenti dell’ex superprocuratore antimafia Piero Grasso) per evitare che le modifiche al testo rendano necessario un ulteriore ok della Camera. Anche Italia viva di Matteo Renzi ha mantenuto e votato i propri emendamenti, lasciando tuttavia filtrare un atteggiamento aperto al dialogo in vista dell’Aula. Ma il partito di Matteo Salvini ha votato, per tutta la lunga serata in commissione, i propri emendamenti, quelli di Fratelli d’Italia e alcuni di Iv. In barba all’auspicio a fare presto, condiviso dallo stesso premier Mario Draghi e giustificato con l’intento di arrivare alle prossime elezioni dei membri togati del Csm, ormai slittate a settembre, con le nuove regole. Un atteggiamento, quello leghista, che, se non servirà a modificare il testo, apre un problema politico all’interno della maggioranza e del centrodestra, con gli alleati di FI costretti, per lealtà al governo, a votare contro temi oggetto di loro battaglie ventennali sulla giustizia. Così Enrico Letta denuncia il tentativo della Lega di «bloccare la riforma» e auspica che il governo «ponga la fiducia» sul testo. Causando la reazione del leghista Andrea Ostellari: «Letta rispetti il Parlamento. Mettere la fiducia, per imbavagliare i rappresentanti degli italiani, sarebbe inaccettabile». In commissione, nel voto sugli emendamenti, la Lega si è scontrata con il muro del 14 a 10. Ma cosa accadrà davvero nell’Aula dove sono molti i voti in libertà? «Se in Parlamento ci sono i numeri la riforma Cartabia verrà approvata — ha ripetuto ancora questa mattina Matteo Salvini su Radio 1 —. Noi presentiamo degli emendamenti in linea con i referendum che 10 milioni di italiani hanno votato domenica. Noi siamo coerenti. Se poi gli altri partiti vogliono una giustizia politicizzata voteranno contro gli emendamenti della Lega». L’esito della riforma non sembra in pericolo. Ma l’attacco al testo del governo, contro cui i renziani hanno votato ieri e la Lega intende farlo anche oggi, meriterà riflessioni. 15 giugno 2022 (modifica il 15 giugno 2022 | 11:30) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-15 09:30:00, La Lega non ritira gli emendamenti e vota anche quelli presentati da Italia viva e Fratelli d’Italia. Letta: di questo passo serve la fiducia. Testo a rischio slittamento, Virginia Piccolillo

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