Niente bis per Sorrentino, vince  Drive My Car «Essere qui è incredibile». E ringrazia la mamma che non c’è più

Niente bis per Sorrentino, vince Drive My Car «Essere qui è incredibile». E ringrazia la mamma che non c’è più

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di Stefania Ulivi

L’opera del regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi era il favorito. Niente statuetta per «È stata la mano di Dio». «Già essere qui è incredibile e sorprendente»

Niente bis per Paolo Sorrentino e il suo È stata la mano di Dio. Il miglior film internazionale 2022 agli Oscar (qui la diretta della serata, qui le pagelle dei look) è Drive my car del regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi . «Oggi, dopo due anni di lavoro, con la cerimonia degli Oscar, si chiude il ciclo di questo film. Da mesi mi viene chiesto perché ho fatto questo film e non ho mai trovato una risposta autentica. Oggi l’ho trovata: volevo tornare, anche solo per un attimo, a questa foto. A mia madre». Era iniziata così la giornata hollywoodiana di Paolo Sorrentino, con un post dal suo account Instagram con una foto di lui, piccolo, con sua madre, affacciati insieme al finestrino di un’automobile. Nastrino blu in solidarietà con i rifugiati dell’Ucraina sulla giacca, il regista candidato al miglior film internazionale per È stata la mano di Dio, già Leone d’argento Gran premio della giuria a Venezia 78, appare molto rilassato. «Già il fatto che sia arrivato fin qui mi sembra una cosa incredibile, inattesa e sorprendente. Ma anche se siamo qui, bisogna pensare a cose più serie».

Il risultato non cambia il suo stato d’animo: «Felice, divertito, contento», si è detto arrivando alla cerimonia accompagnato dalla moglie Daniela, il giovane protagonista Filippo Scotti e Luisa Ranieri. Al bis dopo la statuetta del 2014 per La grande bellezza non credeva e non per scaramanzia. «È inutile far finta di niente: il favorito è Drive my car, che è candidato anche come miglior film e miglior regia. Io mi sento molto a mio agio nel non essere favorito. Con La grande bellezza lo ero e questo mi metteva in soggezione. Mi piace molto di più partire dalla panchina, per usare una metafora calcistica», aveva detto. Il suo film più personale, È stata la mano di Dio, con cui ha i ricuciti i fili con la sua giovinezza a Napoli, città che, dice, vuole continuare a raccontare. «Penso che vada raccontata ancora: non penso che sia l’ultimo film che farò su Napoli» .

28 marzo 2022 (modifica il 28 marzo 2022 | 06:06)

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, 2022-03-28 04:32:00, L’opera del regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi era il favorito. Niente statuetta per «È stata la mano di Dio». «Già essere qui è incredibile e sorprendente», Stefania Ulivi

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