Ministro Bussetti: “Rivedro’ il progetto Alternanza Scuola Lavoro”

Ministro Bussetti: “Rivedro’ il progetto Alternanza Scuola Lavoro”

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Il ministro lo ha detto nel corso di un’audizione al Senato

«È mia intenzione rivedere il progetto, delineandone gli elementi essenziali e imprescindibili nell’ottica di un orientamento al mondo del lavoro e universitario, disciplinandone però gli aspetti salienti: monte ore, tipologie di progetti, raccordo con le aziende. È assolutamente importante che la scuola sia più vicina agli studenti», ha aggiunto il titolare di Viale Trastevere, sottolineando che «il ministero seguirà i processi di innovazione anche in virtù del fatto che i nostri studenti delle scuole primarie in ingresso a settembre saranno in uscita dal sistema formativo all’incirca nel 2030», quindi, «staremo attenti ai nuovi linguaggi e daremo spazio alle innovazioni in ogni settore».

Parlando della legge 107 del 2015 che ha reso obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro, il ministro ha osservato che si è trattato di «un’imposizione massiva e intesa ma senza strumenti», generando così «confusione e disparità di gestione tra le scuole e le diverse realtà in cui i diversi progetti di alternanza si sono sviluppati. Con il risultato di subire il
percorso di alternanza anziché coglierne le potenzialità orientative».

«Si procederà alla revisione del sistema di valutazione dei docenti e dei dirigenti scolastici. È
importante che ci siano criteri chiari, trasparenti e condivisi sulla valutazione del merito dei docenti evitando qualsiasi forma di discrezionalità valutativa», ha proseguito Bussetti.
«Per quanto riguarda i docenti – ha sottolineato – è già stato siglato un accordo sul bonus merito a valere dall’anno scolastico in corso. Sarà assegnato per l’80% in base all’organico del personale docente della scuola e per il 20% in base ai fattori di complessità e di esposizione a rischio educativo».

Per i dirigenti scolastici invece «è mia intenzione rivedere il sistema di valutazione che, slegato da ogni forma di incentivo, risulta privo di un prerequisito essenziale ai fini della valorizzazione del lavoro dirigenziale». Il ministro ha poi spiegato che «è necessario intervenire anche sul processo di valorizzazione dei docenti e dei dirigenti scolastici
introducendo criteri oggettivi, condivisi e realmente misurabili». E tutto ciò, ha aggiunto, perché «la legge 107 prevede sì la valutazione dei docenti e dei dirigenti, ma senza criteri oggettivi e senza la necessaria formazione strutturale, obbligatoria, qualitativamente elevata, sia dei docenti che dei dirigenti scolastici».

«Nel quadro della programmazione degli interventi di edilizia scolastica guardiamo con attenzione alle realtà del Mezzogiorno, anche grazie alla possibilità di destinare, in aggiunta alle risorse nazionali, i fondi strutturali riservati per l’appunto alle regioni in ritardo di
sviluppo», ha detto ancora il titolare del Miur, parlando delle linee programmatiche del suo dicastero. Allo stesso modo, ha proseguito il ministro, «nella programmazione triennale nazionale 2018-2020 abbiamo garantito una particolare attenzione alle scuole secondarie di secondo grado, assicurando, nei criteri di riparto delle risorse, specifiche riserve proprio a favore delle stesse province».

Fonte dell’articolo: Il Sole 24 Ore



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