La preside del liceo Gioberti vieta la protesta dei liceali “Basta lezioni online davanti a scuola”

La preside del liceo Gioberti vieta la protesta dei liceali “Basta lezioni online davanti a scuola”

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” Mi occupo della loro sicurezza E gli spostamenti sono vietati”

di andrea joly

La prima circolare della preside Miriam Pescatore del liceo Gioberti di Torino ha mandato nel caos gli studenti, proibendo i pacifici collegamenti alle lezioni di fronte alla sua scuola.

Preside, la riscriverebbe?

«Ho ritenuto necessario scrivere qualcosa per richiamare gli studenti e le loro famiglie a pensare alla propria sicurezza. È uno degli aspetti critici insieme al senso di responsabilità. Stanno mettendo in atto dei comportamenti che non sono conformi al Dpcm, che non prevede spostamenti, e devono esserne consapevoli».

Gli studenti hanno l’autorizzazione da parte delle forze dell’ordine per l’occupazione del suolo pubblico e la loro protesta è civile. Qual è il problema?

«Come ho scritto, il tempo scolastico delle ore mattutine di lezione, benché non trascorso nei locali dell’Istituto, resta organizzato secondo le regole dettate dal liceo. Non è consentito il collegamento da luoghi come parchi, vie cittadine, bar o ambienti di ritrovo. Deve avvenire in un luogo consono, adeguato, silenzioso quale la propria abitazione per essere più concentrati. È una situazione nuova, come tante che si sono create dagli inizi dell’emergenza Covid, e molte cose non sono neanche normate».

Ma è d’accordo con la protesta degli studenti?

«Nei principi la richiesta degli studenti che puntano ad una ripresa celere delle attività didattiche in presenza può essere appoggiata. Non ci opponiamo alla protesta e in linea di massima ne condividiamo anche le finalità. Capisco perfettamente la posizione dei ragazzi e ho scritto la nota esplicativa alla prima circolare ieri proprio per chiarire i punti. Ma la mia preoccupazione per la loro sicurezza resta, come il Dcpm».

Gli studenti, però, non hanno molti modi di far sentire la loro voce. Cos’ha proposto di diverso?

«Come Istituto abbiamo aperto un tavolo di confronto, muovendoci anche per offrire nuovi punti di vista sul periodo agli studenti. Abbiamo fatto qualcosa di concreto perché questa manifestazione del dissenso e l’eventuale ricerca di soluzioni possa avvenire su un piano diverso da quello che li vede a seguire le lezioni per strada».

Intanto le lezioni proseguono online e gli studenti non ne sono felici.

«Come ho scritto, il nostro Collegio docenti ha elaborato un Piano dedicato, ben articolato e condiviso fra tutte le componenti della realtà scolastica e sta investendo nella formazione dei docenti sulle tecnologie e le nuove metodologie didattiche».

Quali sono le difficoltà di una preside in questo periodo?

«Tutti noi ci troviamo di fronte a situazioni, scenari, modalità nuove. Da marzo in poi il nostro lavoro è completamente cambiato: ci siamo occupati di segnalare casi Covid, di adottare provvedimenti precauzionali. Il focus si è spostato dalle questioni didattiche ad altre urgenze».

E la didattica a distanza è la risposta giusta a questi problemi?«La situazione in Piemonte è critica. Adesso la Dad, con tutti i limiti che può avere, è l’unica possibilità che abbiamo per continuare a fare lezioni». adr.jol

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