di Cristina Marrone
L’utilizzo eccessivo di smartphone e computer potrà influenzare i tratti psicofisici degli umani. Un’azienda americana ha creato Mindy, un prototipo in 3D per prevedere l’evoluzione degli esseri umani
Gobbi, bassi, con il cervello piccolo gli occhi spiritati e le mani ad artiglio: ecco come saremo tra mille anni, deformati a causa della tecnologia. Ci immagina così una ricerca commissionata da una compagnia americana TollFreeForwarding che ha creato l’uomo del futuro: Mindy, che è una donna tutt’altro che attraente secondo i nostri attuali canoni.
L’impatto della tecnologia
Le tecnologia ha profondamente stravolto le nostre vite: ha aumentato la produttività, ha permesso di imparare nuove competenze, ci ha resi più connessi, almeno virtualmente, ma contemporaneamente sta impattando sulla nostra salute. Interfacciarsi continuamente attraverso lo schermo di un computer, di uno smartphone, di un tablet ha conseguenze sulla postura, sulle gestualità ripetitive, sulla nostra condizione psicofisica e alla lunga – come è sempre successo nell’evoluzione della specie – porterà a delle conseguenze e l’uomo diventerà diverso da quello che è oggi.
Chiaramente è improbabile che gli umani replichino l’aspetto così sorprendente di Mindy. I cambiamenti anatomici previsti sono esagerati, perlopiù in un tempo molto breve. Tuttavia il prototipo, seppur provocatorio, vuole evidenziare dove la tecnologia ci sta portando, per questo motivo già da oggi andrebbe cercato un equilibrio e vale la pena dare un’occhiata a dove si rischia di finire. Va detto che non è il primo lavoro che prova a prevedere come sarà l’evoluzione dell’uomo. Si è parlato di cyber uomini dagli occhi enormi, oppure di esseri con un cervello più grande e organi sessuali più piccoli.
La gobba
La gobba è uno degli elementi che più saltano all’occhio ed è dovuta alle molte ore che trascorriamo a guardare gli schermi che siano pc o smartphone e il problema è già noto oggi. La schiena progressivamente perderà la sua linea a «S» per avvicinarsi a una curva a «C», ovvero la gobba, con la testa più avanti rispetto all’asse del bacino proprio per questa tendenza a piegarci sui dispositivi elettronici. «Trascorrere ore a guardare il telefono affatica il collo e sbilancia la colonna vertebrale. Di conseguenza, i muscoli del collo devono dedicare uno sforzo extra per sostenere la testa» ha commentato Caleb Backe, un esperto di salute e benessere interpellato da TollFreeForwarding. Le spalle curve sono già una realtà oggi quindi non sorprende che tra un migliaio di anni la gobba sarà un aspetto anatomico che rappresenta un adattamento per favorire la fruizione digitale.
Il collo
La tecnologia potrà avere effetti anche sul collo, che diventerà più corto e largo del normale proprio per rispondere alle esigenze tecnologiche. Mindy ha quello che è chiamato: collo tecnologico perché lo sguardo dall’altro verso il basso per guardare continuamente lo smartphone indolenzisce i muscoli del collo, costretti a un superlavoro per mantenere dritta la testa.
La mano ad artiglio
Un’altra deformità immaginata e piuttosto inquietante è quella che descrive la posizione che ogni giorno assume la nostra mano per tenere il cellulare: «la mano ad artiglio». Il dottor Nikola Djordjevic di Med Alert Help spiega che si tratta di una condizione nota come “sindrome del tunnel cubitale” e che, assieme al gomito a 90°, può innescarsi proprio a causa dell’uso intensivo del telefonino. «Questa sindrome è causata dalla pressione o dall’allungamento del nervo ulnare che passa in un solco sul lato interno del gomito. Ciò provoca intorpidimento o una sensazione di formicolio nell’anulare e nel mignolo, dolore all’avambraccio e debolezza alle mani. Tenere il gomito piegato a lungo, il più delle volte, tenendo il telefono, può allungare il nervo dietro il gomito e esercitare pressione su di esso», ha affermato il dottor Djordjevic. Gli umani del futuro potrebbero dunque anche avere gomiti stabilmente flessi per effetto della posizione che il nostro arto assume nel sorreggere un telefono per una chiamata o per navigare sul web.
Cervello più piccolo
La tecnologia potrebbe cambiare anche le dimensioni del nostro cervello che potrà diventare più piccolo perché le tecnologie a disposizione non richiedono più un lavoro di memoria o particolari performance intellettive. Ormai ci sono i computer che pensano a tutto. Del resto è noto che con il passare degli anni, se non si allena il cervello rischia di atrofizzarsi. Studi scientifici hanno mostrato come il cervello umano si è ridotto grazie ai progressi tecnologici in agricoltura e in salute: oggi dobbiamo fare molto meno per sopravvivere. L’evoluzione proseguirà in questo senso? Emblematico è il film Idiocracy del 2006 dove un uomo si risveglia 500 anni nel futuro e scopre di essere l’uomo più intelligenza del pianeta .
La terza palpebra
L’ultimo cambiamento di Mindy è forse il suo più stravagante. La ricerca sugli schermi che causano mal di testa, affaticamento degli occhi è ben consolidata. Per limitare i problemi agli occhi causati dall’esposizione degli occhi alla luce dei dispositivi elettronici Mindy potrà sviluppare la terza palpebra, interna. «Gli esseri umani possono sviluppare una palpebra interna più grande per prevenire l’esposizione a una luce eccessiva, oppure il cristallino dell’occhio può essere sviluppato in modo evolutivo in modo tale da bloccare la luce blu in entrata ma non altre luci ad alta lunghezza d’onda come il verde, il giallo o il rosso» ha dichiarato Kasun Ratnayake dell’Università di Toledo a Toll Free Forwarding.
7 novembre 2022 (modifica il 7 novembre 2022 | 21:19)
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, 2022-11-07 20:19:00, L’utilizzo eccessivo di smartphone e computer potrà influenzare i tratti psicofisici degli umani. Un’azienda americana ha creato Mindy, un prototipo in 3D per prevedere l’evoluzione degli esseri umani, Cristina Marrone