I ragazzi in carico ai servizi della Giustizia minorile, gli studenti di istituti secondari del territorio e quelli della Luiss hanno avuto modo di presentare i lavori prodotti a conclusione di un percorso che li ha visti, fianco a fianco, confrontarsi su temi importanti.
Il Progetto, nato dal Protocollo di intesa sottoscritto nel 2017 da Ministero della Giustizia, Luiss, Autorità Nazionale Anticorruzione, Direzione Nazionale Antimafia, Consiglio Superiore della Magistratura, Ministero della Istruzione e del Merito, Ministero della Università e della Ricerca e Fondazione Severino, anche quest’anno ha offerto a tanti ragazzi, tra cui quelli in carico ad i servizi minorili del dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, l’opportunità di partecipare al concorso nazionale indetto dalla Libera università Guido Carli.
Promozione della cultura della legalità, questa la finalità del Protocollo perseguita attraverso attività di sensibilizzazione e di formazione rivolte alle fasce più giovani, nelle scuole e nei servizi della Giustizia minorile. Il tema della legalità, affrontato dagli Student Ambassadors della Luiss durante le attività laboratoriali di gruppo, è stato declinato nelle sue tante sfaccettature come il contrasto alle mafie e alla corruzione, la lotta al terrorismo, la conservazione del patrimonio artistico, ambientale, la violenza di genere anche nel mondo del lavoro.
Il Campus Universitario ha ospitato nella mattinata i lavori che si sono sviluppati parallelamente su tre filoni: la persona al centro, non discriminazione, contrasto ad ogni forma di violenza e tutela dei diritti umani; green e digital, protezione dell’ambiente e progresso tecnologico responsabile per un futuro sostenibile; generazione della speranza, giovani e cultura della legalità contro la criminalità organizzata.
La cerimonia, alla presenza delle Autorità delle numerose Istituzioni firmatarie del Protocollo, ha dato voce e spazio a quanto prodotto dai gruppi formati da 187 studenti LUISS, da ragazzi provenienti da 15 scuole disseminate sul territorio nazionale, da minorenni e giovani adulti di 7 Istituti penali per i minorenni, da quelli in carico a 3 Uffici di Servizio sociale per i minorenni, dagli ospiti di una comunità ministeriale, di un Centro di prima accoglienza e di un Centro diurno polifunzionale.
Musica, narrazione, immagini, sono gli strumenti utilizzati dai gruppi in questa annualità e che hanno dato forma a creazioni ricche e originali, e lo si è notato nei tre ex aequo assegnati dalla giuria. Primo posto, a pari merito, per il lavoro dell’IPM di Catanzaro, il brano rap “(This) Onore”, e per il cortometraggio “Oltre il silenzio …testimoni di coraggio” dell’istituto scolastico Giovanni Falcone di Palazzolo sull’Oglio (Brescia). La creazione del brano rap ha visto i protagonisti impegnati in un percorso di decostruzione degli stereotipi sulla criminalità organizzata, mentre il cortometraggio ha rappresentato un intenso e doloroso confronto con testimoni e vittime di violenza di genere.

Tante le parole chiave scelte e sviscerate dai ragazzi, tra queste “ritmo”, letto come possibilità di cambiarlo riscrivendone un altro; “cura” del dentro e del fuori, dell’interiore e dell’esteriore; “riqualificazione” nel restituire e ricostruire bellezza: Questi concetti sono stati ripresi e amplificati da Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, che ha annunciato di avere intenzioni e fondi per il recupero del tetto del Teatro De Filippo di Nisida, come immagine di un bene di cui avere cura.
Altre parole e immagini significative, scelte e approfondite dai ragazzi, sono state “cambiare voce”, con riferimento alle mafie; “empatia” ma anche “dialogo”, strumento con il quale possono arrivare a vincere tutti e che richiama Sciascia che ne “Il Giorno della Civetta” afferma la necessità della diffusione della cultura e della verità senza mai accettare di “stare nel silenzio”.

Numerose anche le parole e le metafore utilizzate dalle Autorità presenti che hanno in coro rappresentato quanto legalità e merito siano concetti “che stanno bene insieme” sottolineando quanto il primo “non debba essere un privilegio ma una responsabilità”, “non un elemento elitario, ma un compito istituzionale della scuola” la quale “non deve mirare a formare teste ben piene ma teste ben fatte” ed ancora che “la legalità non è acquisita ma richiede di essere costruita continuamente”, collocandola, con le parole di Don Ciotti, tra la responsabilità dell’Io e la giustizia collettiva.
Il progetto Legalità e Merito è stato, ancora una volta, una esperienza significativa per tutti i ragazzi coinvolti e nella sua VIII edizione ha dimostrato che costruire ponti tra mondi diversi è possibile.
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