Gnewsonline.it/ – Bioeconomia e inclusione sociale: intesa Giustizia minorile-UnitelmaSapienza Catia Paluzzi

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In occasione dell’evento finale del progetto “Rigenera”, tenutosi ieri a Roma, presso la sede dell’UnitelmaSapienza, Antonio Sangermano, capo del dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, e Bruno Botta, rettore, dell’Università degli Studi di Roma, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa volto a promuovere l’identità sociale, l’inclusione e il diritto allo studio dei ragazzi in difficoltà. In particolare, il protocollo si pone l’obiettivo di incoraggiare i giovani adulti tra i 18 e i 25 anni, sottoposti a misura penale – che abbiano già completato con successo gli studi superiori e mostrino un atteggiamento propositivo verso un percorso di risocializzazione – a intraprendere il percorso di studi universitari. L’Università ha infatti deciso di mettere a disposizione ogni anno, due borse di studio, a copertura dell’interno percorso di studi universitari, con la possibilità di estenderle ad ulteriori due anni di corso, destinati ai più svantaggiati, meritevoli di tale opportunità.

Il Protocollo nasce dalla sinergia, avviata otto mesi fa, tra l’UnitelmaSapienza e la comunità ministeriale del territorio calabrese, con il progetto di Terza Missione “Rigenera”, che rappresenta un esempio virtuoso in grado di unire ricerca, didattica e impatto sociale, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo sul tema della bioeconomia, promossi attivamente anche dall’attuale Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

Sangermano ha sottolineato che il Dipartimento si impegna a seguire questi giovani con uno “spirito genitoriale” e ad offrire un percorso di consapevolezza per riscattarsi, interiorizzando i valori democratici e di legalità, anche attraverso il sapere che è strumento fondamentale per l’umanizzazione. Rivolgendosi direttamente ai giovani, il Capo Dipartimento ha concluso che “ogni essere umano è più grande del proprio errore. L’umanità esonda dalla colpa. Non significa cancellare la responsabilità, né scivolare nel giustificazionismo, ma aiutare ciascuno ad affrontare e superare la propria fragilità, trasformandola in occasione di crescita”.

“Rigenera” si è prefisso l’obiettivo molto ambizioso di passare dalla teoria alla pratica, creando un ponte tra il sapere accademico e il contesto educativo quotidiano, favorendo tra i giovani partecipanti lo sviluppo di competenze, consapevolezza ambientale e cittadinanza attiva.

Grazie all’impegno congiunto di docenti, educatori, istituzioni locali e ragazzi, è stato possibile tradurre i complessi concetti della bioeconomia in esperienze concrete, accessibili ed applicabili. I partecipanti hanno potuto confrontarsi con realtà professionali pubbliche e private, scoprendo che l’università non è soltanto un luogo di studio teorico, ma anche uno spazio di costruzione di conoscenze pratiche e di proiezione sul futuro.

Il progetto ha avuto un impatto formativo importante: per molti giovani si è trattato, infatti, della prima occasione di confronto diretto con il mondo delle istituzioni e della ricerca applicata. Il lavoro con i ragazzi è consistito nello sviluppo di competenze all’utilizzo del digitale, mediante la fruizione di lezione a distanza, consentendo ai partecipanti di scoprire che gli strumenti della tecnologia moderna possono servire anche per sviluppare nuove competenze e non solo per svagarsi o socializzare.

Attraverso interviste, laboratori e varie attività condotte sul campo – fra cui meritano rilievo apprezzamento la collaborazione con l’azienda partecipata del Comune di Catanzaro alla pulizia della spiaggia di Catanzaro Lido e della pineta di Giovino e la realizzazione di un orto di comunità sostenibile, alimentato da compost autoprodotto dai ragazzi con gli scarti – i partecipanti hanno potuto sperimentare il valore della cooperazione, dell’ecologia e dell’innovazione sociale, mettendo in pratica le conoscenze apprese e facendosi parte attiva nella tutela dell’ambiente, con particolare attenzione alla raccolta differenziata e al riciclo.

Sono state raccolte diverse testimonianze e materiali di questa esperienza, che confluiranno in un eBook a cura dell’Università, che costituisce un punto di partenza per diventare un modello replicabile in altri contesti, contribuendo in tal modo a disseminare buone pratiche educative e ambientali e a rafforzare il ruolo dell’università come attore importante nello sviluppo sostenibile e inclusivo delle comunità. Come ha ricordato il rettore Botta nel suo intervento, è importante consentire a ragazze e ragazzi che hanno avuto storie problematiche di riemergere e scoprire per tutti esiste una speranza di crescita e miglioramento.

I ragazzi presenti hanno ricevuto personalmente l’attestato di partecipazione al progetto, che consegneranno anche ai loro compagni impossibilitati ad assistere alla giornata conclusiva, e hanno potuto esporre brevemente la loro esperienza positiva.

Hanno preso parte alla giornata Valerio Maio, Prorettore alla Terza Missione, Stefano Anastasia, professore di Filosofia del Diritto, Piergiuseppe Morone, professore ordinario e coordinatore del Progetto, Nadia Sansone, professoressa ordinaria ed esperta pedagogista del progetto dell’UnitelmaSapienza, Cira Stefanelli, dirigente del dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, Valeria Cavalletti, dirigente del centro per la giustizia minorile di Catanzaro e Massimo Martelli Direttore della Comunità Ministeriale di Catanzaro.

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