ENERGIA E MATERIE PRIME
di Fausta Chiesa
«Si sente parlare di un ulteriore, ennesimo, rinvio della fine del regime di tutela, ma il racconto che questo possa mettere a rischio i clienti non è un racconto giusto. Il mercato si deve aprire e ci auspichiamo che le aste si tengano». Così ha risposto il ceo di Edison Nicola Monti ieri a una domanda della stampa, dopo la presentazione del piano strategico al 2030 del gruppo di Foro Buonaparte, che punta a raddoppiare il numero di contratti da 2 a 4 milioni. E la fine della tutela, prevista per gennaio 2024 per oltre 5,5 milioni di consumatori ma sul cui rinvio il Mase sta facendo riflessioni ormai da tre settimane (e oggi scade il termine per presentare la domanda di partecipazione alle gare), sarebbe un’ottima occasione.
Il piano al 2030
Il raddoppio del portafoglio clienti è uno degli obiettivi del piano, che da qui al 2030 potrà contare su 10 miliardi di investimenti, finanziati per circa il 60% dal flusso di cassa operativi e solo per il 40% da nuovo debito investment grade, grazie — hanno sottolineato Monti e il Cfo Ronan Lory — alla solidità finanziaria del gruppo, che prevede al 2030 di portare l’Ebitda tra 2 e 2,2 miliardi a fine piano rispetto a 1,1 miliardi del 2022. Nel portafoglio di attività al 2030 la generazione elettrica rinnovabile rappresenterà oltre il 45% della redditività, i servizi ai clienti industriali, domestici e alla Pa circa un quarto, il gas e la produzione termoelettrica il 30 per cento. Con i dieci miliardi di investimenti (l’85% allineato ai Sustainable Development Goals), Edison punta ad avere il 90% della produzione di energia decarbonizzata entro il 2040 grazie all’impiego di rinnovabili e nuove tecnologie, come la cattura della CO2 e il nuovo nucleare, se si creeranno le condizioni per il suo ritorno in Italia.
La strategia sul nucleare
«Edison — ha detto Monti — continua a investire in innovazione per creare nuove filiere italiane ed europee nella transizione ecologica». E il nucleare per il gruppo controllato dalla francese Edf è la filiera su cui scommette forse di più: oggi l’executive vice president Lorenzo Mottura interverrà alla iWeek intitolata «Nucleare, si può fare?». Edison punta ad avviare due impianti nucleari da 340 MW (small modular reactor) tra il 2030 e il 2040, Nel concreto, dei dieci miliardi di investimenti, circa la metà puntano sullo sviluppo di fonti rinnovabili, circa un miliardo sui sistemi di flessibilità e circa 2,5 miliardi sui servizi energetici per la decarbonizzazione dei consumi. La quota rimanente, a 1-2 miliardi, è destinata al gas e alla crescita del portafoglio clienti.
Gli investimenti sulle rinnovabili
Sul fronte della transizione, Foro Buonaparte intende aumentare la capacità rinnovabile installata dagli attuali 2 a 5 GW tra eolico, fotovoltaico e idroelettrico. E di avere 500 MW di sistemi di accumulo tra sistemi di pompaggio e batterie anche per dare stabilità alla rete. Per quanto riguarda le centrali termiche, la decarbonizzazione avverrà con la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica. Edison mira ad avere almeno un sistema di CCS approvato, da installare entro il 2035 presso una sua centrale termoelettrica. E sul fronte dei gas, l’obiettivo al 2030 è continuare a soddisfare il 20% della domanda italiana con i green gas che rappresenteranno circa il 5% del portafoglio.
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05 ott 2023
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