Dicembre 1, 2023

Marelli, l’azienda tira dritto sulla chiusura del sito di Crevalcore

Marelli tira dritto sulla chiusura della fabbrica di Crevalcore (Bologna). L’incontro di oggi – giovedì 28 settembre – alla Regione Emilia-Romagna con i sindacati, Città Metropolitana di Bologna e Comune di Crevalcore non ha prodotto risultati. I 230 lavoratori al centro della vertenza si riuniranno in assemblea per decidere come proseguire gli scioperi e il presidio che va avanti dal 19 settembre, dopo che l’azienda ha aperto la crisi. Domani la segretaria del Pd, Elly Schlein, sarà alle 9 ai cancelli dello stabilimento bolognese. Nel frattempo, Fiom, Fim e Uilm hanno annunciato iniziative di protesta che coinvolgeranno tutti e 13 gli stabilimenti Marelli d’Italia. La prima occasione sarà il 3 ottobre, in occasione di un incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Mentre i dipendenti incroceranno le braccia, le sigle sindacali si daranno appuntamento sotto le finestre del ministero per un presidio. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha invitato tutti alla mobilitazione. Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR in una nota congiunta affermano che «è inaccettabile la scelta di Marelli di non aderire alle richieste del sindacato e delle istituzioni a ritirare la procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore».

Per i sindacati, «la decisione di cessare l’attività del sito emiliano è stata presa unilateralmente con un approccio che mette in discussione anche le normali relazioni industriali, fondamentali per gestire la complicata fase di transizione che il gruppo, e più in generale il settore, deve affrontare», aggiungendo che «Marelli è un’azienda strategica, la chiusura di un sito ha bisogno della massima attenzione delle istituzioni nell’interesse generale del settore». Il governatore della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore alle Attività produttive Vincenzo Colla hanno sottolineato le richieste per riportare la vertenza su un binario giusto ribadendo che «occorre ritirare immediatamente dalla discussione il tema della procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore poiché la sospensione è assolutamente insufficiente. L’azienda porti al tavolo una proposta di reindustrializzazione, con un piano industriale di grande qualità e realizzabile, e che rappresenti una soluzione occupazionale per tutti i dipendenti. Ma anche chiarezza sulle prospettive per lo stabilimento di Bologna». Secondo indiscrezioni sembra che da parte della giunta Bonaccini ci sia un forte impegno e si siano attivate delle relazioni con l’azienda per studiare una reindustrializzazione del sito di Crevalcore dedicato alla lavorazione di plastica e alluminio per il settore automotive.

La crisi di Marelli ha un doppio innesco, industriale e finanziario. Da una parte l’adozione della propulsione elettrica all’interno del comparto dell’auto, che sta rendendo inutili le lavorazioni legate al motore a scoppio; dall’altra il passaggio dall’allora Fca a Calsonic Kansey (posseduta dal Kkr che sta per comprare netco da Tim) per oltre 5 miliardi: da quella volta la scoperta di un passivo di 8,67 miliardi di dollari l’ha condotta a chiedere in Giappone – sede di Calsonic – l’avvio di una pratica di risoluzione volontaria del debito. Da lì in poi cassa integrazione a singhiozzo tra Tolmezzo, Bari, Melfi e Sulmona. In tutto Marelli conta 7.500 addetti in Italia: nel 2023 sono state incentivate le uscite di 400 persone e di altre  450 l’anno scorso.

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