l’iniziativa
di Virginia Nesi
Una delle illustrazioni realizzate durante l’evento (artista Monica Cortonesi)
A un certo punto del racconto Eppure battono alla porta, il signor Massigher si avvicina alla signora Maria Gron e le dice sottovoce: «Il fiume è ormai qui sotto, non è prudente restare, non sentite il…». Lei lo interrompe e cambia argomento. «Il fiume qui sotto, non sentite?». Intanto alla porta battano in tanti per avvisare del pericolo e alla fine la villa scroscia d’acqua. Ecco che un’opera di Dino Buzzati del 1937 diventa metafora del nostro presente segnato dalle tecnologie. «La velocità del cambiamento sta battendo alla nostra porta, bisogna difendersi dalla contraffazione della persona», dice il direttore generale della Luiss Giovanni Lo Storto mentre dà il via alla seconda tappa di Capitale umano, l’evento del Corriere della Sera che mette sotto la lente l’importanza della trasformazione e del personale nelle aziende. Ieri, nella Sala Buzzati del Corriere si sono riuniti direttori e direttrici di grandi realtà per riflettere su nuovi termini-bussola:inspire, connect, reinventing, transformation, human tech, employability, share e non-stop learning.
Formazione continua
La parola scelta da Anna Nozza, responsabile Risorse Umane di Accenture Italia, è employability, insieme a non-stop learning: «La formazione continua è la leva fondamentale per gestire il cambiamento». La responsabile D&I di Mundys Maria Sole Aliotta prende la parola con una provocazione: «Fino a quando l’università offrirà persone improntate sul successo e non sull’errore, non ci saranno lavoratori capaci di rialzarsi dopo un fallimento. Perché non abbiamo il coraggio di invertire davvero il paradigma?». Invertirlo con reinventing e connect, «stare vicino alle persone, investire sul saper essere». Roberto Cascella, Group Head People Management e Hr Digital Transformation di Intesa Sanpaolo evoca una parola fuori lista: «fragilità». Termine positivo se pensiamo a come possa ispirare gli altri. Dice Cascella: «Abbiamo bisogno di poche persone ma estremamente esperte. L’intelligenza artificiale diventerà uno stakeholder per noi stessi».
Trasformare il lavoro
Il Chef Human Resources & Organization Officer di Tim Paolo Chiriotti suggerisce transformation: «Ci vuole una nuova normativa del lavoro che renda più flessibile l’utilizzo delle risorse». E poi aggiunge: «Le aziende devono fare sistema e creare vicinanza con la scuola». Vincenzo Cozzolino, Head of People Strategy & Governance di Leonardo, ribadisce: «Le aziende hanno il compito di formare e fare le persone». Maria Teresa Lucibello, direttrice Affari societari, Amministrazione e Finanza di PagoPa sceglie inspire, e la unisce con share e collaborazione: «Bisogna pensare fuori dagli schemi. Creare nuove figure. Puntare alla formazione da contatto e da contagio». Tutto gira intorno al Capitale umano che evoca poi Roberto Speziotto, responsabile Risorse Umane di Banco Bpm. Mettere le persone al centro, incrociare i bisogni di diverse generazioni, raccontare «la cultura e la storia dell’azienda». Speziotto coniuga transformationcon diversity.
Reinventare mansioni e ruoli
Nell’editoria trasformare vuol dire essere nelle condizioni di reinventarsi, dalla carta al digitale, specifica Vito Ribaudo, responsabile Risorse Umane di Rcs Media Group. Laura Marchini, VP Global Reward di Prysmian Group, sposta lo sguardo pensando a come rendere i dipendenti azionisti. Servono piani di formazione e figure di riferimento (al plurale). «Nelle aziende abbiamo guide e mentor che aiutano a focalizzare le priorità», precisa Paola Boromei, Chief People e Organization Officer di Snam e conclude: «Riportiamo le risorse a condividere i saperi. Torniamo a istruire le persone al buon lavoro». Perché il cambiamento continuerà a battere alla porta, ancora più forte.
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26 set 2023
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