Mercati
di Redazione Economia
Spread a 193 punti base, sui massimi da maggio 2023. In una settimana non esaltante per le borse, le europee riducono i cali registrati nella prima parte della mattinata ma il differenziale tra Btp e Bund tedeschi si allarga sulla scia delle tensioni legate alla politica monetaria e ai tassi alti. Il rendimento del Btp decennale ha superato il 4,7%, attestandosi al 4,72%, in rialzo di quasi sette punti base ai massimi da ottobre 2022.
Mercati azionari della zona euro tutti in ribasso: la Borsa di Francoforte ha ceduto lo 0,9% finale, Parigi e Amsterdam lo 0,7%. In calo dello 0,1% Madrid, mentre Londra ha chiuso sulla parità. A dominare il clima la preoccupazione per il mantenimento di tassi elevati per lungo tempo da parte della Bce e di un prossimo possibile rialzo della Fed, con dati macroeconomici statunitensi inferiori alle previsioni. Questo non ha aiutato Wall street e quindi i mercati, ma è stato soprattutto lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni a mettere sotto pressione Milano.
Sono state le banche a pagare il prezzo più alto: il titolo di Bper ha ceduto il 4,5%, Mps il 4,3%, Unicredit il 2,4%. In chiara controtendenza Mediobanca, che è cresciuta dell’1% a 12,3 euro anche guardando al prossimo rinnovo del Cda. Leggermente positive Banca Generali (+0,5%) e Generali (+0,2%). Negli altri settori, deboli Moncler (-3,5%), Nexi (-2,7%) e Tim, che ha ceduto il 2,5% finale a 0,31 euro. In tenuta Amplifon dopo lo scivolone della vigilia, con il titolo che ha chiuso in rialzo di mezzo punto percentuale.(Qui i dati in tempo reale).
Spread e valute
Come detto, lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi chiude a 193 punti, sui massimi da maggio, in rialzo rispetto ai 186 punti dell’avvio, con il tasso del decennale che sale al 4,725%. Il rendimento è spinto dalle preoccupazioni sull’inflazione, che si sono intensificate a causa dell’aumento dei costi energetici. Gli investitori temono ora che i prezzi elevati delle materie prime continueranno a esercitare una pressione al rialzo sui prezzi al consumo, determinando potenzialmente un contesto di tassi di interesse persistentemente elevati. Cosa peraltro ribadita dal comitato esecutivo della Bce. Intanto Oltreoceano i segnali provenienti dai funzionari della Fed suggeriscono la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi entro la fine dell’anno. Sui mercati valutari l’euro chiude in calo sotto quota 1,06 dollari, sui minimi da metà marzo, mentre le preoccupazioni per il rallentamento economico superano quelle sull’inflazione. La valuta unica viene scambiata a 1,0582 dollari (-0,07%) e a 157,54 yen (-0,11%). Stabile il cambio dollaro/yen a 148,83 (-0,02%).
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26 set 2023
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