Dicembre 1, 2023

Un diamante è per sempre? Sì, ma adesso è svalutato del 18%, ecco perché

preziosi

di Marco Sabella

Un diamante è per sempre? Sì, ma adesso è svalutato del 18%, ecco perché

Dopo un rialzo significativo delle quotazioni durante la pandemia — nel 2021 i prezzi dei diamanti di dimensione compresa fra 1 e 2 carati sono cresciuti di circa il 4,5%, i prezzi dei diamanti grezzi sono in caduta. E si raffredda la love story tra gli investitori e le pietre preziose. Nella prima metà del 2023 i prezzi hanno infatti registrato un calo del 18% rispetto ai massimi storici del febbraio 2022 e del 6,5% da un anno all’altro. Ad elaborare queste stime è il Global Rough Diamond Price Index, con esperti di mercato che stimano che il valore sia destinato a scendere ulteriormente.

«Un diamante naturale da un carato di qualità leggermente superiore alla media costava 6.700 dollari (poco più di seimila euro) un anno fa, oggi questo stesso diamante viene venduto a 5.300 dollari», ha dichiarato alla Cnbc Paul Zimnisky, ceo di Paul Zimnisky Diamond Analytics. Questo accade perché un numero crescente di americani sceglie anelli di fidanzamento realizzati con pietre coltivate in laboratorio. Secondo Bloomberg la domanda di diamanti a livello generale si è indebolita dopo la pandemia, poiché i consumatori si sono nuovamente riversati in viaggi, mentre i venti contrari economici hanno intaccato la spesa di lusso. Tuttavia, i tipi di pietre utilizzate negli anelli nuziali solitari più economici da uno o due carati popolari negli Usa hanno subito cali di prezzo molto più marcati rispetto al resto del mercato. Il motivo, secondo gli esperti del settore, è l’impennata della domanda di pietre coltivate in laboratorio. L’industria dei diamanti sintetici ha prestato particolare attenzione a questa categoria, dove i consumatori sono particolarmente sensibili ai prezzi.

Il boom delle gemme sintetiche

La quota di mercato delle gemme sintetiche era del 2,3% nel 2020 e oggi è salita al 9,3% secondo dati Pambianco che cita Edahn Golan, una consulente del settore. E questo nonostante il loro prezzo sia sceso del 59% nello stesso periodo. A gennaio 2020 erano sintetici l’11,2% dei diamanti venduti sciolti (ossia non montati su gioielli), lo scorso febbraio la quota aveva raggiunto il 46,6 per cento. Del resto, le gemme di laboratorio sono percepite sempre di più come una scelta sostenibile, se non dal punto di vista ambientale (vengono infatti prodotte con un enorme dispendio di energia) quanto meno sotto il profilo dei diritti umani.

De Beers taglia i prezzi

I diamanti coltivati in laboratorio – pietre fisicamente identiche che possono essere prodotte in poche settimane in una camera a microonde – sono stati a lungo visti come una minaccia esistenziale per l’industria mineraria naturale, con i sostenitori che affermano che possono offrire un’alternativa più economica senza molte delle conseguenze ambientali o sociali. Per gran parte dell’ultimo decennio il rischio è rimasto irrealizzato, con i prodotti sintetici che hanno eroso i segmenti più economici dei regali ma hanno fatto altrimenti progressi limitati. Ora le cose stanno cambiando, con i prodotti coltivati in laboratorio che iniziano a prendere una quota crescente nel cruciale mercato nuziale statunitense, conseguenze su tutti i mercati globali. Il colosso De Beers — che insieme alla russa Alrose (25% delle estrazioni mondiali) Rio Tinto e BHP Billiton — è uno dei leader del mercato — ha risposto all’indebolimento della domanda tagliando in modo aggressivo i prezzi per la categoria nota come “select makeables” – diamanti grezzi tra 2 e 4 carati che possono essere tagliati in pietre di circa la metà di quelle dimensioni una volta lucidati, ottenendo diamanti centrali per fedi nuziali di alto valore ma di qualità non impeccabile. De Beers — secondo Bloomberg — ha tagliato i prezzi nella categoria di oltre il 40% nell’ultimo anno, incluso un taglio di oltre il 15% a luglio, secondo alcune fonti di mercato.

Il dibattito a Vicenzaoro il 10 settembre

A Vicenzaoro si farà il punto sulle strategie di marketing per il mercato dei diamanti, e in particolare su uno dei temi più dibattuti nel settore, la differenza tra diamante naturale e lab-grown. Ne parlerà domenica 10 settembre il Gem Talk a cura di I.G.I. (Istituto Gemmologico Italiano), fornendo al pubblico strumenti e indicazioni per operare in modo responsabile. Interventi di Luigi Cosma, presidente Borsa Diamanti d’Italia, Thierry Silber, founder & CEO Madestones, e Daniel Nyfeler, managing director Gubelin Gem Lab Ltd, moderati da Loredana Prosperi, direttore IGI Milano.

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10 set 2023

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