«Siamo vicini al livello al quale interrompere l’incremento dei tassi d’interesse». A dirlo è il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a otto giorni dalla riunione della Bce che dovrà decidere se alzare nuovamente il costo del denaro oppure prendere una pausa in attesa di verificare «gli effetti ritardati» della politica monetaria. «Siamo più o meno alla soglia dove possiamo fermarci, forse non ci siamo ancora arrivati ma manca poco», ha ribadito, sottolineando però che «le condizioni monetarie dovranno rimanere restrittive per qualche tempo». Benché fermi, cioè, i tassi resteranno nel prossimo futuro elevati.
Il rischio di «fare troppo»
Le parole pronunciate da Visco nel corso di un evento organizzato dall’Ispi sembrano suggerire che la Bce procederà a un altro rialzo di 25 punti nella prossima riunione. Dopodiché alcuni banchieri centrali europei paiono propendere per uno stop, mentre altri – e l’Ocse – invitano a proseguire nei rialzi per piegare l’inflazione ancora elevata, anche a costo di affossare con essa anche l’economia. A tal proposito, il governatore di Banca d’Italia ha rifiutato la tesi di alcuni colleghi, secondo cui sui tassi «è meglio fare troppo che troppo poco». Questa posizione «è davvero sbagliata» perché «per come è costruita l’economia europea gli effetti delle politiche monetarie sono ritardate: già si vedono sulla domanda di credito e sulla massa monetaria, ma i rialzi non si sono ancora trasferiti del tutto all’economia reale».
Il mandato della Bce
Già oggi, peraltro, la crescita dei Paesi europei appare in pericolo a causa anche della stretta sul credito a famiglie e imprese che a sua volta sta abbattendo consumi e investimenti. Visco ha rimarcato che la Bce non ha come fine né la crescita economica né il contenimento dei debiti pubblici. Il suo mandato contempla soltanto il mantenimento della stabilità dei prezzi e finanziaria; gli indicatori più recenti sembrano però indicare che questi obiettivi siano alla portata: l’inflazione di fondo sta rallentando, i prezzi dell’energia sono rientrati su livelli accettabili e si stanno stabilizzando. Francoforte continua tuttavia a monitorare il rischio che si inneschi una spirale fra prezzi e salari, nonché le politiche fiscali adottate dai governi.
La polemica sul Superbonus
Sotto questo punto di vista, Visco ritiene che sia giunto il momento di ritirare i sostegni pubblici concessi a imprese e famiglie per contrastare la crisi pandemica prima e quella energetica poi. «Non devono diventare strumenti permanenti», ha detto il governatore di Banca d’Italia che è anche intervenuto sulle polemiche di questi giorni riguardo ai bonus edilizi. »Il Superbonus sarebbe dovuto finire presto», ha spiegato, «che sia cresciuto con meccanismi un po’ strani l’abbiamo detto noi, lo hanno detto altri»
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06 set 2023
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