rendimenti
di Francesco Bertolino
Bbva rompe il muro delle banche italiane sui conti correnti. La banca spagnola ha alzato al 4% lordo annuo la remunerazione dei depositi, senza condizioni né di saldo minimo né di permanenza, con accredito mensile. Il tasso è il più elevato nel Paese per le somme depositate senza vincolo di durata e rappresenta una sfida ai grandi istituti nazionali che sinora hanno rifiutato di aumentare sopra lo zero il rendimento, sostenendo in più occasioni che il conto corrente è un servizio e non un investimento.
I piani di Bbva
Bbva aveva già fatto la prima mossa a maggio quando aveva aumentato al 2% il tasso sui conti correnti. Quattro mesi più tardi l’istituto iberico ha raddoppiato la posta: la nuova offerta vale a partire dal 5 settembre fino al 31 gennaio 2025 e si aggiunge al deposito vincolato che propone un interesse fino al 5%. Sbarcata nel 2021 in Italia, del resto, Bbva sta cercando di farsi largo nel Paese con un’offerta interamente digitale. Oggi conta più di 240 mila clienti ma ha l’obiettivo di raggiungere quota 320 mila entro la fine del 2024. La mossa sui depositi ha l’obiettivo non solo di attrarre nuovi utenti e risparmi ma anche di convincere quelli già presenti a utilizzare Bbva come conto primario e per altre operazioni a maggior valore aggiunto, quali per esempio i finanziamenti.
La sfida alle banche italiane
Un eventuale successo dell’iniziativa di Bbva potrebbe spingere altre banche ad aumentare gli interessi sui conto correnti. Sinora, a dispetto dell’elevata inflazione, gli istituti italiani hanno subito modesti riscatti dai depositi, specie per quanto riguarda la clientela retail. Le ragioni di tale ritardo non sono chiare: qualcuno ritiene dipenda dalla scarsa educazione finanziaria dei risparmiatori italiani, altri alla loro tradizionale prudenza, altri ancora alla scarsa concorrenza presente sul mercato bancario italiano. In ogni caso, la circostanza ha consentito agli istituti nazionali di incrementare il margine d’interesse, ossia la differenza fra il costo della raccolta di denaro e gli interessi applicati sugli impieghi di questo denaro in prestiti e altre forme di credito. Qualora i deflussi dovessero accelerare, allora gli istituti potrebbero vedersi infine costretti ad alzare la remunerazione dei conti correnti.
I vantaggi per l’erario
Verrebbe così meno una delle giustificazioni addotte dal governo per la tanto criticata tassa sugli extra-profitti bancari. L’aumento delle remunerazioni dei conti correnti, peraltro, non sarebbe utile soltanto ai clienti ma anche benefico per le casse pubbliche. Bisogna infatti considerare che sui rendimenti dei depositi è prevista una ritenuta fiscale del 25%: il rendimento lordo del 4% offerto da Bbva, per esempio, corrisponde a un tasso netto del 3%. Su 1000 euro depositati, così, la remunerazione effettiva per il cliente sarebbe di 30 euro all’anno, mentre 10 euro andrebbero alle casse dello Stato.
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05 set 2023
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