Il nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) relativo al pubblico impiego, siglato dai sindacati e dall’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) introduce una serie di novità per gli statali. Il punto più importante riguarda le promozioni: è prevista una norma, infatti, che consente un passaggio da una categoria inferiore a una superiore, a patto che sia all’interno della stessa area. Si tratta di una finestra temporanea, che i sindacati hanno ottenuto che fosse valida per il periodo compreso tra il primo aprile 2023 e il 31 dicembre 2025.
Le progressioni verticali
È la disposizione sulle progressioni verticali e consiste, ad esempio, nel fatto che un impiegato allo sportello, se volesse diventare un funzionario, fino al 2025 ha la possibilità di partecipare ai bandi. Ciò può avvenire anche in deroga al titolo di studio, ovvero sarà sufficiente il diploma di scuola superiore se il dipendente avrà maturato almeno dieci anni di servizio. Una decisione che, inevitabilmente, ha scontentato qualcuno ma che di fatto ha portato alla firma dell’accordo tra le parti. La domanda che in molti si pongono riguarda, soprattutto, come la Pa intenderà trattare la differenza rispetto a un altro candidato che, invece, possiede una laurea o persino un master. E, secondo quanto emerge dal contratto, saranno le singole amministrazioni a fornire le precisazioni all’interno degli stessi bandi.
Il bando del Mef
Analizzando il bando pubblicato dal ministero dell’Economia, così come ha fatto Il Messaggero, si evince che ci sono a disposizione 597 posti da funzionario per gli attuali assistenti e il termine massimo per partecipare alle progressioni verticali è fissato al 9 settembre. In questo caso, il regolamento prevede la stesura di una graduatoria con un punteggio massimo di 100. I punti saranno distribuiti in questo modo: 40 in base all’esperienza professionale, dove ogni anno in amministrazione vale 1,6 punti; 35 punti andranno alle competenze professionali, che saranno valutate da un test conseguito dopo la frequentazione di un corso online di autoformazione. Questo varrà 30 punti, mentre gli altri cinque saranno assegnati in base al titolo di studi: un punto per un master, 2,5 per la specializzazione e tre per un dottorato. Infine, altri 25 punti saranno assegnati in base alla formazione: la laurea vale 20 punti, il diploma di scuola superiore 15. Da questo si evince che l’anzianità lavorativa può arrivare a pesare più di un titolo di studi. Lo stesso vale per i bandi dell’Anpal, Agenzia nazionale per il lavoro, dove per le sue progressioni verticali l’esperienza può arrivare a valere fino a 50 punti, le competenze acquisite fino a 25 e pari punti sono assegnati alla laurea, uno in meno per il diploma di scuola superiore.
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