Ottobre 2, 2023

Ubs, l’utile più alto della storia dopo la fusione con Credit Suisse: 29 miliardi

profitti

di Francesco Bertolino

Per Ubs l’utile più alto della storia bancaria: 29 miliardi. Dal 2025 scomparirà il marchio Credit Suisse

Ubs registra l’utile più elevato nella storia bancaria e si prepara a porre fine alla storia ultrasecolare di Credit Suisse. L’istituto svizzero ha registrato fra aprile e giugno profitti per 29 miliardi di dollari (circa 27 miliardi di euro), doppiando il precedente record di JpMorgan risalente al 2021 (14,3 miliardi di dollari). Il risultato senza precedenti non è tuttavia frutto dell’aumento dei tassi d’interesse né delle commissioni versate dai tanti Paperoni che si rivolgono a Ubs per la gestione dei loro patrimoni miliardari. Il merito è tutto di un beneficio contabile propiziato dalle autorità elvetiche.

Il maxi-beneficio contabile

Lo scorso aprile Ubs ha comprato la storica concorrente in Svizzera, Credit Suisse. L’operazione è stata sponsorizzata dal governo di Berna, preoccupato che la crisi di Credit Suisse in Borsa potesse contagiare l’intero sistema finanziario svizzero. Allora Ubs era parsa riluttante all’aggregazione, temendo i rischi legali e gli affari ad alto rischio nascosti nei bilanci della rivale. Il negoziato era stato duro e alla fine Ubs aveva accettato di rilevare Credit Suisse per circa 3,3 miliardi e a fronte di una linea di liquidità da 100 miliardi di franchi concessa dalla Banca centrale svizzera. Quattro mesi più tardi, il valore degli attivi di Credit Suisse si è rivelato di gran lunga superiore: precisamente di circa 29 miliardi, ossia l’utile di Ubs.

I riscatti

Senza l’apporto dell’affare Credit Suisse, i profitti di Ubs sarebbero stati più modesti: il cosiddetto utile sottostante si è attestato a 1,1 miliardi di dollari, in calo rispetto all’anno precedente. Le conseguenze a lungo termine del salvataggio di Credit Suisse sono infatti tutte da valutare. La banca assorbita ha registrato una perdita ante-imposte di 9,7 miliardi nel secondo trimestre e i riscatti da parte dei clienti hanno toccato i 40 miliardi. Alcuni investitori di Credit Suisse e Ubs hanno probabilmente voluto diversificare il rischio, evitando di concentrare i loro risparmi nel nuovo gruppo nato dall’aggregazione fra i due istituti elvetici. Altri potrebbero ancora essere preoccupati per la coda dei tanti scandali che hanno travolto Credit Suisse, danneggiandone la reputazione. Forse irreparabilmente.

Addio al marchio Credit Suisse

Dopo mesi di polemiche e indiscrezioni, infatti, Ubs ha deciso di integrare completamente Credit Suisse. Fuori dal gergo finanziario questo significa che dal 2025 il marchio della banca fondata nel 1856 sparirà, anche in Svizzera, per essere sostituito dall’insegna Ubs. La nostra decisione su Credit Suisse fa seguito ad una valutazione approfondita di tutte le opzioni disponibili», ha precisato Sergio Ermotti, richiamato ad aprile al timone di Ubs proprio per gestire la delicata acquisizione della concorrente. «Le due entità svizzere opereranno separatamente sinché sarà completata la loro integrazione giuridica, prevista per il 2024 , e la graduale migrazione dei clienti sui sistemi Ubs nel 2025». Nello stesso arco di tempo Ubs intende ridurre i costi di 10 miliardi con un piano di risparmi che contempla anche il taglio di 3000 dipendenti in Svizzera, perlopiù tramite pensionamenti e uscite volontarie.

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31 ago 2023

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