L’adozione dell’intelligenza artificiale generativa da parte delle imprese e della pubblica amministrazione potrebbe far aumentare il Pil italiano fino a 312 miliardi di euro, il 18%. Vale a dire un Pnrr e mezzo. Inoltre, a parità di valore aggiunto, si libererebbero 5,7 miliardi di ore di lavoro ogni anno. A dirlo è la ricerca «AI 4 Italy: impatti e prospettive dell’intelligenza artificiale generativa per l’Italia e il Made in Italy» realizzata in collaborazione con Microsoft e presentata al Forum Ambrosetti di Cernobbio.
I settori più avanzati
I settori più maturi in Italia sono quello dei servizi finanziari, la manifattura, la salute e le scienze della vita e l’Ict. Tra i processi aziendali, in prima linea si trovano ricerca e sviluppo, progettazione e custumer service.
Crisi demografica e Ai
L’Italia entro «il 2040 perderà infatti circa 3,7 milioni di occupati: un numero di lavoratori che, con gli attuali livelli di produttività, contribuiscono alla produzione di circa 267,8 miliardi di valore aggiunto», evidenzia lo studio. L’applicazione dell’intelligenza artificiale consentirebbe di contrastare le ricadute del calo demografico e aiuterebbe le imprese ad aumentare l’efficienza lavorativa. Al contempo occorre investire nella formazione. Secondo gli autori della ricerca all’Italia mancherebbero 3,7 milioni di occupati con competenze digitali di base e 137mila 3 iscritti in più a corsi di laurea Ict.
113 mila Pmi da digitalizzare
Per cogliere tutte le opportunità dell’Ai generativa, l’Italia deve incentivare la digitalizzazione delle imprese, in particolare delle medio-piccole. Per cogliere i benefici stimati dal modello di impatto (18% del Pil), è necessario accelerare la digitalizzazione di più di 113 mila Pmi.
Pro e contro
Dalla ricerca emerge come le aziende italiane che si avvicinano a queste tecnologie riescano a coglierne gli immediati benefici: un’impresa su due ha già provato a utilizzare soluzioni di Ai e il 70% di coloro che le hanno testate dichiarano di aver ottenuto vantaggi di produttività. Tra le principali barriere per la piena adozione di queste tecnologie vengono evidenziate per il 72% delle imprese quello delle competenze e una preoccupazione sugli aspetti di privacy, sicurezza e affidabilità.
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01 set 2023
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