Ottobre 1, 2023

Lavoro, solo un italiano su tre lo ritrova dopo averlo perso: le competenze che mancano

Lavoro

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Lavoro, solo un italiano su tre lo ritrova dopo averlo perso: ecco le competenze che mancano

Il maggior numero di «lavoratori introvabili», per le imprese che cercano manodopera da assumere in Italia, è in Trentino-Alto Adige, dove ben il 61,6% del personale è di difficile reperimento rispetto al totale delle previsioni di assunzione. Nel Lazio, invece, la percentuale più bassa: “solo”, si fa per dire, il 40,8%. Numeri che sono la fotografia di un’emergenza che, secondo un rapporto presentato da Confartigianato, è «in crescita ovunque», con i maggiori aumenti (a luglio, rispetto al luglio del 2022) in Abruzzo (+11,5%), Calabria (+10,9%), Liguria (+10,8%) e Puglia (+10,5%. Nella tabella qui sopra, la classifica stilata dalla confederazione di artigiani e piccole imprese (una elaborazione dell’ufficio studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal) indica la «quota lavoratori di difficile reperimento» in percentuale rispetto alle previsioni di assunzioni delle imprese. Come si vede, il dato è peggiorato rispetto a un anno fa.

Lavoro, solo un italiano su tre lo ritrova dopo averlo perso: ecco le competenze che mancano

Domanda e offerta non si incontrano

Ma se da una parte, le aziende hanno difficoltà a reperire manodopera un po’ in tutta la Penisola, dall’altra c’è chi non riesce a trovare lavoro, nonostante la ricerca. Questa è l’altra faccia della medaglia di una criticità che sta minando la capacità produttiva del Paese e il benessere degli italiani. Dopo 180 giorni dalla presa in carico nei centri per l’impiego per il programma Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori), infatti, su poco più di 809 mila persone, solo il 29,7% ha trovato un lavoro, parliamo di sole 240 mila persone, mentre 531 mila stanno ancora aspettando (65,6%). A tutti questi, poi, si aggiunge un 4,7% di working poor, 38 mila persone che un lavoro lo ha già, ma con un salario così basso da stare al di sotto della soglia di povertà relativa, come evidenzia l’ultimo report (31 luglio) dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro.

Mancano lavoratori specializzati

Ma come è possibile? Come è possibile che ci sia una massa di disoccupati mentre il settore produttivo lamenta carenza di manodopera? A rispondere è proprio il rapporto di Confartigianato, dove emerge che, tra le cause di difficile reperimento di manodopera, “per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all’inadeguata preparazione dei candidati”. Insomma, «siamo al paradosso: il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori», come spiega il presidente di Confartigianato Marco Granelli. La carenza di manodopera specializzata «è diventata una dei maggiori problemi per le nostre imprese – prosegue -. E, nel frattempo, 1,7 milioni di giovani tra 15 e 29 anni non studia, non si forma, non cerca occupazione». Di questo passo, conclude Granelli, «ci giochiamo il futuro del made in Italy. Ecco perché il dibattito su salario minimo e lavoro povero deve allargarsi ad affrontare con urgenza il vero problema del Paese: la creazione di lavoro di qualità».

4,4 miliari dal Pnrr

Il programma Gol, il cui significato è “Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori”, è un’azione di riforma introdotta, con 4,4 miliardi di stanziamento dal Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia, che salgono a 4,9 miliardi se si considerano anche i fondi di ReactEu, per rilanciare l’occupazione in Italia e combattere la disoccupazione. L’ultimo report di Anpal a proposito dello stato d’attuazione del Gol, evidenzia come i dati sulle attività proposte e quelle avviate non siano ancora consolidati, tra informazioni a singhiozzo o del tutto assenti sulle attività svolte e mancato avvio delle misure.

Raggiunti i target richiesti dalla Ue: ma è qui che iniziano i problemi

La Ue aveva fissato un target di 300 mila situazioni di disoccupazione da prendere in carico entro il 2022, cosa che l’Italia, con il governo Draghi, era riuscita ad assicurare. Quest’anno, addirittura si è arrivati a fine luglio con 1.439.792 persone che sono andate nei centri per l’impiego per presentare la dichiarazione di immediata disponibilità (Did) al lavoro e alle misure di politica attiva. I problemi però iniziano qui. Soprattutto con la poca qualità dell’offerta che denuncia anche Confartigianato. Il territorio ha delle esigenze che in sostanza i centri per l’impiego non sono in grado di soddisfare. Infatti, tra le persone che grazie i centri hanno trovato un lavoro, solo il 29,7% ha un rapporto di lavoro avviato nei 180 giorni successivi dall’ingresso in Gol, che ora intercetta tutti i disoccupati (beneficiari di Rdc, Narpi/Dis-Coll). Ovviamente, la percentuale varia da Nord a Sud: nel Mezzogiorno scende al 20% (in Sicilia è il 20,3%, mentre in Calabria addirittura il 19,8%); al Centro-Nord si supera il 35% (col picco del 45,1% nella provincia di Bolzano o il 39,1% del Veneto). E come sempre va meglio agli uomini (con il 32,6%) che non alle donne (ferme al 27,3%).

I percorsi del Gol

Il Gol prevede 4 percorsi nei quali si entra in base al grado di occupabilità dei disoccupati. La metà di chi ha fatto domanda, è inserita nel “percorso 1”, quello relativo al Reinserimento lavorativo per persone più vicine al mercato del lavoro, ma anche per i servizi di orientamento e intermediazione per l’accompagnamento al lavoro. L’altra metà è divisa tra il “percorso 2” di Aggiornamento e il “percorso 3” di Riqualificazione (27% e 19,7%). Il 3,7% ha invece bisogno del “percorso 4” di Lavoro ed inclusione. Stando, dunque, al Gol, la metà di chi è in cerca di lavoro ha competenze, ma evidentemente non quelle capaci di intercettare completamente l’offerta. Cosa che conferma l’allarme lanciato da Confartigianato per “un fenomeno diffuso in tutta Italia e in tutti i settori, da quelli tradizionali alle attività digitali e hi tech”. Si tratta di una “emergenza in crescita ovunque”: nell’ultimo anno la quota di lavoratori difficili da trovare è infatti salita di 9,1 punti nel Mezzogiorno, 6,9 punti nel Centro, 7,4 punti nel Nord Ovest, 6,5 punti nel Nord Est.

Iscriviti alle newsletter di L’Economia

Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)

E non dimenticare le newsletter
L’Economia Opinioni e L’Economia Ore 18

27 ago 2023

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.corriere.it/economia/lavoro/23_agosto_27/lavoro-solo-italiano-tre-ritrova-averlo-perso-ecco-competenze-che-mancano-a9945e22-4278-11ee-8abd-2f7c5775f60e.shtml, Economia, http://xml2.corriereobjects.it/rss/economia.xml, Massimiliano Jattoni Dall’Asén,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *