Ottobre 2, 2023

Arabia Saudita, non solo petrodollari: dalle incursioni nel calcio all’idrogeno verde

++GLI INVESTIMENTI DI RIAD

di Giuliana Ferraino

Arabia Saudita, non solo petrodollari: dalle incursioni nel calcio all’idrogeno verde

L’ingaggio milionario di Roberto Mancini, nuovo c.t. della nazionale saudita, è l’ultimo colpo di Riad. «L’Arabia Saudita ha cambiato completamente il mercato del calcio», sostiene Pep Guardiola, allenatore del Manchester City vincitore dell’ultima Champions League sconfiggendo l’Inter in finale. Perché nessuno immaginava che all’’acquisto di Ronaldo, lo scorso dicembre, da parte di Al Nassir, le squadre di calcio del Paese arabo riunite nella Pro League avrebbero scosso il calcio mercato estivo con incursioni per strappare le star del pallone ai blasonati club europei con una spesa di 430 milioni di euro (al netto degli incassi per i giocatori venduti), più di qualsiasi squadra che gioca in un campionato europeo, ad eccezione della Premier League inglese.

Lo sport, finanziato dai petrodollari, è una delle iniziative per diversificare l’economia dalla produzione di petrolio, di cui l’Arabia Saudita è il primo produttore dell’Opec, anche se dovrebbe essere superata dalla Russia quando i suoi tagli alla produzione, per sostenere il prezzo del greggio, inizieranno a farsi sentire, ha avvertito a luglio l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie).

Il calcio, che è lo sport più popolare del mondo, è anche una maniera per accelerare la crescita del settore dei servizi e lanciare il boom d el turismo, secondo il disegno di Muhammad bin Salman (Mbs), il principe ereditario e primo ministro 37 enne che ha assunto un ruolo centrale nel governo del Paese (compresa la presunta approvazione dell’omicidio del giornalista americano Jamal Khashoggi sostiene l’intelligence Usa). Ma per gli attivisti i colpi milionari della Pro League nel pallone è soltanto «sport washing», il tentativo di Riad di lavare con il calcio le violazioni dei diritti umani.

Saudi Aramco, quotata in Borsa, è la compagnia statale di idrocarburi: con una produzione di più di 10 milioni di barili al giorno e un fatturato 2022 di 535,2 miliardi di dollari, è il più importante finanziatore del governo saudita. Ma la transizione è in corso. Riad punta a diventare il più grande produttore mondiale di idrogeno verde. I lavori per costruire a Neom, sulla costa del Mar Rosso, il più grande impianto del mondo, con l’obiettivo di 650 tonnellate al giorno di idrogeno, inizieranno nel 2026.

Riad ambisce a un altro record: ricavaredalla desalinizzazione dell’acqua di mare «il 90% dell’acqua potabile entro 5 anni, già oggi il processo copre tra il 65 e il 70%», sostiene sua Eccellenza Abdullah Ibrahim Al-Abdul-Karim, 48 anni, alla guida dell’istituzione governativa saudita Swcc (Saline Water Conversion cooperation), il più grande produttore di acqua desalinizzata del mondo, con 32 impianti in 17 località del Regno e altri 6 mega progetti in costruzione.

Il motore che guida lo sviluppo dell’idrogeno è Pif, il Public Investment Fund, uno dei maggiori fondi sovrani del mondo a cui Riad ha affidato il compito di attuare «Saudi Vision 2030», il programma per trasformare l’economia dell’Arabia Saudita. Finora Pif, che è presieduto da Mbs e ha un patrimonio di oltre 700 miliardi di dollari, ha creato 85 imprese, in 13 settori strategici, realizzando più di 560 mila nuovi posti di lavoro diretti e indiretti. Il 60% degli investimenti è destinato a progetti in Arabia Saudita.

Tra investimenti di Pif, che controlla tra l’altro anche Aramco, ci sono una partecipazione del 38% in Posco Engineering & Construction Co., il 5% in Uber (per 3.5 miliardi di dollari),e il 5% nelle società di videogame Capcom e Nexon (per un miliardo) e quasi il 5% (comprato sul mercato) della Tesla di Elon Musk.

In portafoglio figurano, inoltre, quote di minoranza in grandi società americane, tra cui un investimento di 713,7 milioni di dollari in Boeing , circa 522 milioni in Citigroup, 522 milioni in Facebook, 495,8 milioni in Disney e 487,6 milioni in Bank of America Corporation. Pif possiede anche una piccola quota di Berkshire Hathaway, la società di investimento di Warren Buffett. e una partecipazione nella compagnia petrolifera britannica BP per 827,7 milioni.

Nel settore automobilistico, dove possedeva circa il 60% della casa californiana di auto elettriche Lucid Motors, nel 2021 Pif è entrato nel capitale di McLaren a Pagani. Il 2021 ha segnato poi l’acquisizione del 25% del gruppo di costruzioni Emaar Properties e l’80% della squadra del Newcastle, che gioca nella Premier League inglese.

Ma l’Arabia Saudita diventa grande protagonista delle cronache calcistiche nel 2023, quando Pif prende il controllo del 75% delle quote di quattro club della Saudi Professional League (Pro League), l’Al-Ittihād, l’Al-Nassr, l’Al-Hilal e l’Al-Ahli, fornendo le risorse per far man bassa di campioni, dopo Ronaldo. A Riad, per allenare la nazionale saudita, potrebbe approdare anche l’ex c.t. azzurro Roberto Mancini, al quale l’Arabia Saudita avrebbe offerto 60 milioni in tre stagioni, rispetto ai 4,5 milioni l’anno (più premi) fino al 2026 che gli dava la Figc.

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27 ago 2023

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