Ottobre 1, 2023

Non più «burger» o «polpette» se vegetariani: la proposta per cambiare nome ai cibi veg

cibi VEGETALI

di Valeria Sforzini

Non più «burger» o «polpette» se vegetariani: la proposta per cambiare nome ai cibi veg

Potremmo non trovare più i “burger di pomodori secchi e ceci”, o “filetto vegetale” o ancora “bastoncini alternativi al pesce” sugli scaffali del supermercato: se approvato, l’emendamento proposto dalla Lega (primi firmatari il vice presidente del Senato Gian Marco Centinaio e Giorgio Maria Bergesio), al disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici” vieterà “l’utilizzo della denominazioni di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”. La questione potrebbe però presto essere risolta dalla Corte di giustizia europea: oltre all’Italia, anche in Belgio è stata proposta una norma simile. A portare il caso davanti alla Cgue è stato il consiglio di stato francese: come scrive Euractiv, nel 2021 in Francia è stata introdotta una legge che vieta l’uso di termini comunemente associati alla carne per riferirsi a prodotti di origine vegetale, ma il decreto è stato contestato dalle unioni di vegetariani e vegani francesi ed europee.

L’emendamento

In particolare, come si legge nel testo della proposta di modifica al ddl, l’emendamento avrebbe lo scopo di “ tutelare il patrimonio zootecnico nazionale, riconoscendo il suo elevato valore culturale, socio-economico e ambientale, nonché un adeguato sostegno alla sua valorizzazione, assicurando nel contempo un elevato livello di tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini che consumano e il loro diritto all’informazione, per la produzione e la commercializzazione sul territorio nazionale di prodotti trasformati contenenti esclusivamente proteine vegetali è vietato l’uso da: a) denominazioni legali, usuali e descrittive, riferite alla carne, ad una produzione a base di carne o a prodotti ottenuti in prevalenza da carne; b) riferimenti alle specie animali o gruppi di specie animale o a una morfologia animale o un’anatomia animale; c) terminologie specifiche della macelleria, della salumeria o della pescheria; d) nomi di alimenti di origine animale rappresentativi degli usi commerciali”.

Cibo vegetale e cibo sintetico

«Parlo a nome di Union food e del tavolo che riunisce le aziende che producono e commercializzano prodotti a base vegetale – spiega Sonia Malaspina, presidente del gruppo prodotti a base vegetale di Unione italiana food – Siamo rimasti spiazzati. È preoccupazione e una delusione. Soprattutto perché si parla di cibo vegetale all’interno di un emendamento che si occupa di carne sintetica o coltivata, realizzata quindi in laboratorio coltivando in vitro cellule animali. È una cosa completamente diversa dalla nostra categoria che usa prodotti agricoli alla base della dieta mediterranea». La speranza è che ci sia ancora tempo per tornare indietro: «Il cibo a base vegetale è più sostenibile – continua Malaspina – non capiamo la ragione di questa scelta che rischia di disorientare ulteriormente il consumatore. Pensiamo che ci sia ancora spazio per un ripensamento». Le aziende, dalle micro alle macro, sono italiane o italiane appartenenti a gruppi internazionali.

Etichette e scelte

Tra le ragioni avanzate da Centinaio e Berghesio c’è la possibilità che queste denominazioni siano ingannevoli e che i prodotti possano essere comprate da consumatori inconsapevoli: «Si tratta di denominazioni che ingannano i consumatori, che possono convincersi di acquistare prodotti che contengono anche proteine di origine animale, quando invece non è così», hanno spiegato presentando l’emendamento. «Riconosciamo e difendiamo anche il valore culturale, socio-economico e ambientale dei nostri prodotti zootecnici e delle imprese produttrici. Siamo convinti infatti che chi vende prodotti con etichette ambigue compia una concorrenza sleale. Anche per questo, con la nuova norma rischierà pesanti sanzioni». Tuttavia, secondo Malaspina, i prodotti vegetali non sono più una novità e i consumatori sono consapevoli quando li scelgono: «Non sono più una nicchia – continua la presidente del gruppo prodotti a base vegetale di Unione italiana food – le nostre rilevazioni ci dicono che li sceglie il 43 per cento delle famiglie Italiane. Ormai è un trend inarrestabile. Sembra che i nostri consumatori non sappiano che stanno consumando un burger vegetale, ma dalle nostre ricerche i nostri consumatori sono informati, ci scelgono per questo. Le nostre etichette sono chiare. Il nostro motto è che a tavola c’è posto per tutti».

22 milioni di italiani li consuma abitualmente

Secondo una ricerca realizzata da AstraRicerche e Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, sono 22 milioni gli italiani che conoscono i prodotti plant-based, 2 su 3 li consuma abitualmente e 1 su 4 li ha introdotti nel proprio regime alimentare su base settimanale. Solo 2 su 10 non li hanno mai consumati. Tra chi li conosce è alto il livello di consapevolezza sulla composizione di questi prodotti, grazie in primis al fatto che il 79,3% legge le etichette (percentuale che sale fino al 92% presso i consumatori più fedeli). Per i consumatori di plant-based, le etichette risultano ‘esplicite e chiare’ per l’80,9%; ‘facili da leggere e comprensibili’ per il 78,3%; ‘veritiere e non fuorvianti’ per il 79,6%. Solo il 6% considera le attuali denominazioni dei prodotti a base vegetali poco chiare. «Plant-based e carne sintetica (o, per meglio dire, “carne coltivata”) sono due prodotti totalmente differenti, tanto per caratteristiche quanto per composizione e non hanno punti di contatto – ha detto Lucilla Titta, biologa nutrizionista e ricercatrice presso l’Istituto Europeo di Oncologia-Ieo di Milano – Chi la pensa diversamente ha un’errata convinzione che va sfatata. I plant-based nascono da materie prime vegetali che fanno parte da sempre della nostra alimentazione, come verdure, cereali e legumi. La novità di questi prodotti risiede nel modo in cui questi ingredienti vengono usati per creare qualcosa che prima non esisteva e che i consumatori hanno dimostrato apprezzare».

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26 ago 2023

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