Settembre 21, 2023

Testamento di Berlusconi: il nodo delle donazioni in vita: ecco tutti gli affari dei tre figli minori

L’eredità

di Mario Gerevini e Daniela Polizzi

Berlusconi e il nodo delle donazioni in vita: tutti gli affari dei tre figli minori

È l’ora di fare i conti nel perimetro complesso del patrimonio di Berlusconi, per capire cosa c’è in portafoglio, oltre a quanto già noto, e anche per stabilire come saranno pagati 230 milioni di lasciti a Marta Fascina (100), al fratello Paolo (100) e a Marcello Dell’Utri. Che andranno a formare il passivo dell’eredità. I consulenti degli eredi dedicheranno le prossime settimane a stimare i singoli beni. E un elemento fondamentale sarà anche la valutazione delle donazioni fatte in vita dal Cavaliere. A quanto risulta sarebbero numerose e di importo assai rilevante. Ne hanno beneficiato anche gli eredi? Potrebbero riassestarsi le cifre in gioco di un’eredità da circa 4 miliardi (non esistono cifre ufficiali) che andrà per due terzi a tutti i cinque figli in parti uguali (la quota legittima) e per un terzo (la quota a disposizione di Berlusconi) solo a Marina e Pier Silvio. La legge considera la donazione fatta a legittimari del donante un anticipo di eredità quindi alla morte del donante dovrà essere imputata alla quota legittima. Passaggi tecnici in una cornice di «grande serenità», ribadisce una fonte vicina alla famiglia. Ed è con questo spirito di collaborazione che si procede nelle valutazioni. Anche quelle più complicate. L’approdo finale è la divisione 60/40 dei beni.

I conti in banca

Il Cavaliere direttamente o con le sue società personali aveva vari conti in banca (con firma singola, doppia o di fiduciari) con liquidità e investimenti. Intesa Private Banking è uno degli istituti di riferimento. E questa è l’area più sconosciuta e riservata, almeno dall’esterno. Gli immobili, quelli detenuti direttamente o tramite società sono più facilmente classificabili. Poi c’è Fininvest per la quale il fondatore ha chiaramente indicato la strada della continuità attribuendo il 20% a Marina e Pier Silvio che così saliranno, insieme, alla maggioranza assoluta del 53%. Ma l’intesa tra fratelli non appare per nulla intaccata. Le due anime dei Berlusconi convivono da anni. Marina e Pier Silvio gestiscono Fininvest con le partecipazioni quotate di Mfe-Mediaset, Mondadori e Banca Mediolanum, mentre Barbara, Eleonora e Luigi hanno creato una loro holding proiettata in altri business: si chiama Holding Italiana Quattordicesima, avrà il 47% di Fininvest. E da un anno ha scisso le sue attività extra Fininvest nella H14.

I dividendi Fininvest ai fratelli più giovani

Le vitamine per la crescita delle due holding — che hanno appena traslocato nei nuovi uffici di Piazza Borromeo a Milano — sono arrivate fin dall’inizio dai dividendi Fininvest. Ma il family office si è gradualmente trasformato in piattaforma per gli investimenti, con un attivo stimato in 400 milioni (escludendo la partecipazione in Fininvest che per ora è del 21,4%). Il patrimonio si autoalimenta proprio grazie ai ritorni sui buoni affari. Merito anche dell’impegno di Luigi che già nel 2017 era entrato nel board di Soldo ltd, startup nel settore fintech concepita per semplificare la gestione delle spese di famiglia nella quale aveva investito anche la Fininvest, realizzando circa 12 milioni di plusvalenza. Bocconiano, lavoro in JP Morgan a Londra e poi altre esperienze nella finanza.

Luigi presidente della H14

È su queste capacità negli affari che poi la H14 ha spiccato il volo e ora la holding di cui sono soci i tre fratelli è autonoma. Luigi è il presidente, Barbara l’amministratrice delegata, Eleonora, tre figli, si tiene più in disparte dalla vita aziendale. Ma tra i tre fratelli c’è un flusso costante di informazioni sulle attività. Tutti sono nel consiglio, affiancati da Geronimo La Russa, avvocato, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. La ricchezza è frutto delle scommesse riuscite su imprese in crescita, nella logica del private equity, soprattutto nel settore della tecnologia e dell’innovazione per le quali Luigi ha passione e talento. Ha una fitta rete di partecipazioni. Spiccano quelle in Jakala, la società di marketing tecnologico fondata da Matteo de Brabant, nella società di consegne Deliveroo, di arredo Westwing, poi Bending spoon. Gli affari della H14 nascono dalla rete di relazioni della famiglia. Tra queste quella con i fratelli Barilla o con Angelo Moratti. In media queste quote restituiscono ritorni rotondi, attorno al 20%. La H14 investe nelle aziende da supportare anche attraverso la formula del club deal, unendo cioè le forze con altre dinastie imprenditoriali.

Gli investimenti con Mediobanca

Una delle sponde privilegiate per gli affari è Mediobanca private banking. Per la precisione Tec, acronimo di The equity club, la piattaforma per gli investimenti in club creata da Piazzetta Cuccia per captare l’interesse e la liquidità delle grandi famiglie di industriali – dal 2018 porta opportunità di investimento a dinastie come Branca, Doris, Dompé e Marzotto – e indirizzarla sulle imprese più giovani e farle crescere per uscire dal capitale con buoni rendimenti. In squadra ci sono una decina di giovani professionisti, perché la H14 e suoi risultati sono da tempo in grado di attrarre talenti nella finanza. Barbara, cinque figli, non ha funzioni esecutive ma è sempre presente al momento di decidere. In passato era stata nominata dal board del Milan vicepresidente e amministratrice delegata per le funzioni sociali non sportive.

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