Ottobre 2, 2023

La busta di Arcore da 230 milioni («non sigillata»)

Eredità

di Mario Gerevini e Daniela Polizzi

Testamento Berlusconi, la busta di Arcore da 230 milioni («non sigillata») con il lascito a Fascina

È il 19 gennaio 2022 e Silvio Berlusconi scrive: «Cara Marina, Piersilvio, Barbara e Eleonora. Sto andando al San Raffaele se non dovessi tornare Vi prego di prendere atto di quanto segue …». Il documento è stato consegnato ieri da Marta Fascina al notaio Roveda ed è stato pubblicato agli atti come «testamento olografo».

Una busta e un foglio

È un foglio di carta contenuto in «una busta non sigillata», annota Roveda. È il più informale dei tre atti con cui il Cavaliere dispone del proprio patrimonio. Ai figli (ne vengono indicati solo quattro, manca il più giovane Luigi, probabilmente una dimenticanza) chiede di utilizzare le «vostre eredità di tutti i miei beni» per riservare donazioni al fratello Paolo per 100 milioni, a Marta Fascina per 100 milioni e a Marcello Dell’Utri per 30 milioni «per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me. Grazie, tanto amore a tutti voi. Il vostro papà S. Berlusconi».

Il verbale del notaio

Il notaio ha ricevuto questo documento ieri a Villa San Martino ad Arcore. E ha scritto un verbale. Marta Fascina «alla presenza di testimoni mi consegna una busta non sigillata recante la scritta “ai miei figli” e la firma “S. Berlusconi” contenente un foglio di carta intestata composto da due facciate scritto con inchiostro nero, apparentemente da un’unica persona, sulla prima facciata per quindici righe o parti di riga, che ritiene essere il testamento olografo del signor Silvio Berlusconi e che mi chiede di pubblicare».

Il lascito

Era noto da tempo che il Cavaliere avesse disposto un lascito rilevante a Marta Fascina. La forma scelta non è stata un’integrazione delle precedenti due schede testamentarie già in possesso del notaio Roveda ma una nuova scrittura. Tuttavia la scelta, una volta che Berlusconi è stato dimesso dal San Raffaele, è stata quella di non dare una veste più formale a queste ultime volontà espresse a gennaio 2022.

La scelta del 2006

La prima scheda del 2006 è quella fondamentale perché stabilisce che la quota disponibile (oggi un terzo del patrimonio) sia attribuita in parti uguali a Marina e Pier Silvio. Ed è per questo che ora il 53% di Fininvest (di cui l’ex premier aveva il 61% e dunque disponibile poco più del 20%) fa capo a loro che già avevano il 33% mentre i tre fratelli più giovani sono in minoranza. Il resto del patrimonio viene ora suddiviso 60/40 anche se è una semplificazione per «blocchi». Per esempio la Dolcedrago che possiede tra l’altro le ville di Arcore, Macherio e la Certosa in Sardegna sarà, appunto, 30% ciascuno Marina e Pier Silvio mentre il restante 40% diviso tra gli altri.

«A mio fratello»

La seconda scheda del 2020 conferma le volontà precedenti aggiungendo una donazione di 100 milioni «in favore di mio fratello Paolo Berlusconi». Il Cavaliere ha poi affidato fiduciariamente al notaio Roveda queste due schede. E ieri Roveda alla presenza di due testimoni ne ha chiesto la pubblicazione al collega di studio (Rlcd) notaio Filippo Laurini. Dopodichè è corso ad Arcore per l’ultimo dei tre atti testamentari di Berlusconi ricevendo da Marta Fascina la busta e il foglio con l’indicazione ai figli delle tre donazioni per 230 milioni. Compresi 100 a favore del fratello Paolo, presumibilmente ribadendo (e non sommando) le volontà del 2020.

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