prezzi
di Giuliana Ferraino
A maggio l’inflazione rallenta anche in Italia, anche se resta ben più alta rispetto all’inflazione della zona euro pari al 6,1%, in calo dal 7% del mese precedente. L’indice dei prezzi al consumo nel nostro Paese scende al 7,6% su base annua, dal +8,2% di aprile, secondo le stime definitive dell’Istat. Su base mensile l’aumento italiano è dello 0,3%, invariato invece per la zona euro. L’inflazione acquisita per il 2023 è a +5,6% per l’indice generale e a +4,7% per la componente di fondo.
La decelerazione del tasso di inflazione appare ancora influenzato dalla dinamica dei prezzi energetici, in particolare alla componente non regolamentata, in calo su base congiunturale, in misura minore, degli alimentari lavorati. Ma questi effetti sono stati solo in parte compensati dal rialzo dei prezzi dei beni alimentari non lavorati e dei servizi relativi all’abitazione su base annua, spiega l’Istituto di statistica.
Prosegue anche la frenata del cosiddetto carello della spesa, che include i beni alimentare, per la cura della casa e della persona, che scendono su annua all’ 11,2% dal +11,6% di aprile, così come diminuiscono i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,9% a +7,1%).
L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi dell’energia e deli alimentari freschi, rallenta ancora, sebbene di poco, passando dal +6,2% a +6,1%, così come quella al netto dei soli beni energetici, pari al 6,2% dal +6,3% di aprile.
A causa del caro prezzi, gli italiani hanno speso oltre 3 miliardi in più per mangiare, ma hanno dovuto tagliare le quantità acquistate nei primi cinque mesi del 2023, stima la Coldiretti sull’andamento dell’inflazione a maggio, che evidenzia un aumento dell’11,4 % dei prezzi dei prodotti alimentari, superiore quindi al dato medio dell’inflazione scesa al 7,6%.
Se gli alimentari lavorati rallentano la loro crescita (da +14% a +13,2%) quelli non lavorati accelerano (da +8,4% a +8,8%), in particolare incide l’accelerazione dei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati (da +7,6% a +13,8%). Con l’inflazione alimentare più alta da quasi 40 anni i consumi domestici di ortofrutta fresca delle famiglie sono diminuiti dell’8%, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso Italy relativi ai primi tre mesi del 2023.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’8,1% su base annua, in decelerazione da +8,7% di aprile.
Il tasso italiano è significativamente più alto della media della zona euro, in calo al 6,1% a maggio dal 7% di aprile e dall’8,1% di un anno fa. Quanto all’intera Unione europea l’inflazione a maggio è del 7,1% a maggio 2023, in discesa rispetto all’8,1% di aprile e dall’8,8% di maggio 202. I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Lussemburgo (2,0%), Belgio (2,7%), Danimarca e Spagna (entrambi 2,9%), mentre i tassi annuali più alti sono stati in Ungheria (21,9%), Polonia e Repubblica Ceca (entrambi 12,5%). Rispetto ad aprile, l’inflazione annuale è diminuita in 26 Stati membri e aumentata in uno.
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L’Economia Opinioni e L’Economia Ore 18
16 giu 2023
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