wall street
di Giuliana Ferraino
Le grandi banche di Wall Street si preparano a tagliare oltre 11 mila posti di lavoro, dopo il boom di assunzioni nella forte fase di ripresa post pandemia, calcola il Financial Times.
Citigroup, questa settimana, è stato l’l’ultimo grande istituto di credito americano a comunicare 5 mila licenziamenti entro la fine del secondo trimestre, soprattutto nell’investment banking e nel trading. Un annuncio che segue le migliaia di tagli di banchieri resi noti da Goldman Sachs e Morgan Stanley.
Le banche hanno aumentato drasticamente il numero di dipendenti per far fronte al boom delle transazioni e del trading, in un momento in cui il lavoro da casa ha messo in crisi i metodi tradizionali di fare affari. Adesso gli istituti di credito fanno marcia indietro davanti al rallentamento dell’economia, provocato dal rialzo dei tassi per frenare la corsa dell’inflazione, che a marzo ha contribuito a far fallire tre banche regionali negli Stati Uniti.
«Questo è probabilmente uno dei mercati del lavoro più difficili che abbiamo visto dalla crisi finanziaria del 2008», ha riconosciuto Max Kemnitzer, amministratore delegato per i servizi bancari e finanziari presso la società Michael Page di New York. «Se si considerano parametri come il numero di offerte di lavoro, la conversione dei curricula in colloqui e i colloqui in offerte, questi numeri sono i più lenti che abbiamo visto da molto tempo a questa parte».
Alla fine del primo trimestre, le cinque grandi banche che dominano Wall Street – JPMorgan Chase, Bank of America, Morgan Stanley e Citi – impiegavano collettivamente un numero record di 882.000 dipendenti a livello globale, praticamente invariato rispetto alla fine del 2022 e con un aumento di oltre 100.000 unità rispetto alla fine di marzo 2020, ricorda il quotidiano londinese.
Quest’anno il trend si è capovolto, invece di assumere le banche licenziano. O comunque non sostituiscono i dipendenti che lasciano. Come ad esempio intende fare Bank of America (BofA), che punta a eliminare 4 mila posti di lavoro senza licenziare. «Non licenziamo, stiamo cercando di farlo attraverso le uscite, ma anche queste si sono dimezzate rispetto all’anno scorso», ha dichiarato il Ceo Brian Moynihan, alla Cbs News.
Il rallentamento dell’attività bancaria coincide con la stretta monetaria avviata dalla Federal Reserve, la banca centrale americana, nel marzo del 2022. Secondo i dati di Refinitiv, nel 2023 le commissioni globali di investment banking sono diminuite del 16% circa, a 43,7 miliardi di dollari.
«Le opportunità per le nostre attività si sono ridotte e quindi dobbiamo apportare gli opportuni aggiustamenti», ha dichiarato questa settimana David Solomon, amministratore delegato di Goldman Sachs, che a gennaio Goldman ha tagliato circa il 6% della sua forza lavoro e ora sta per eliminare circa 250 managing directors. E secondo il FT Goldman sta valutando di riprendere a tagliare il personale ritenuto «poco performante» in settembre, dopo la pausa durante la pandemia.
Ma i tagli riguardano anche le boutique finanziarie. In aprile Lazar ha comunicato agli investitori l’intenzione di eliminare il 10% del personale entro quest’anno. Bloomberg ha anticipato che Perella Weinberg sta tagliando il 7% dell’organico per liberare fondi da destinare a nuovi talenti.
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