Clint Eastwood è uno che ha sempre voluto rischiare nella sua carriera da attore. Anche da regista ha voluto fare la stessa cosa. Uno dei più grandi salti nel vuoto è stato sicuramente quello di dirigere Lettere da Iwo Jima, pellicola entrata nella storia per un singolarissimo motivo.
Quando si parla di “storia” si fa riferimento agli Academy Awards e come, il film, fu percepito dal grande pubblico. Oltre a dare nuova attenzione ad un evento storico da molto dimenticato, la pellicola è stata una delle pochissime ad aver battuto un record particolare. Lettere da Iwo Jima, infatti, è stato uno dei pochissimi film non in lingua inglese ad essere candidato agli Oscar come miglior film, saltando totalmente la prassi della candidatura per miglior film straniero.
Infatti, nonostante la pellicola fosse interamente parlata in giapponese, era una produzione 100% americana e ciò l’ha reso elegibile dall’Academy come miglior film. Mentre è stato annunciato l’ultimo film della carriera di Clint Eastwood, il regista con Lettere ad Iwo Jima ha cercato di staccarsi dalla sua zona di comfort per raccontare una storia in una maniera totalmente diversa utilizzando un approccio differente e una lingua non conosciuta da tutti. Insomma, prima di puntare sulla potenza delle parole, puntava a quella delle immagini.
Se vi va di scoprire qualcosa in più sul film vi consigliamo la nostra recensione di Lettere da Iwo Jima. Cosa ne pensate? Raccontatecelo nei commenti!
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