politiche monetarie
Bce, aumento tassi dello 0,25% (ora al 4%): Lagarde va avanti con la stretta monetaria
di Marco Sabella
La presidente della Bce Christine Lagarde
La pausa nel rialzo dei tassi di interesse decisa dalla Fed mercoledì 14 giugno non ha trovato un’eco nella politica monetaria della Bce. Oggi Francoforte, rispettando le previsioni pressoché unanimi degli analisti, ha deciso l’ottavo rialzo dei tassi di interesse in meno di un anno. Con un «ritocco» dello 0,25% il tasso di riferimento di area euro passa dunque dal 3,75% deciso nella riunione del 4 maggio scorso al 4%. E non è finita così. Gli economisti stimano che da oggi a settembre la Bce potrebbe decidere altri due aumenti dei tassi portando il costo del denaro nell’eurozona almeno al 4,25%, probabilmente oltre. Un livello ormai molto vicino a quel 5-5,25% raggiunto dal costo del denaro negli Stati Uniti, che tuttavia avendo iniziato il ciclo dei rialzi prima della Bce hanno raggiunto a maggio un tasso di inflazione del 4%, due punti in meno della zona euro.
Priorità alla lotta all’inflazione
Nelle scelte di politica monetaria del Board della Bce (che sta facendo rincarare il costo dei mutui) ha dunque prevalso la visione «hawkish» — da falco, — ovvero quella impostazione dura che pur tenendo conto degli effetti negativi di un così rapido e sostenuto aumento dei tassi di interesse sul sistema produttivo, sulle famiglie e sulle imprese, considera prioritaria la lotta all’inflazione, costi quel che costi. Gli ultimi dati di maggio su questo fronte non sono infatti confortanti. L’inflazione di area euro è sì scesa dal picco massimo del 10,6% toccato a ottobre 2022, ma a maggio di quest’anno si è attestata ancora al 6,1% (in calo modesto dal 7% di aprile) e quindi su di un livello lontanissimo da quell’obiettivo di un aumento del 2% che la Bce intende perseguire e che è parte essenziale del suo mandato. «L’inflazione cala ma resta ancora troppo alta e troppo a lungo», ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa a Francoforte. Lagarde ha ribadito che l’obiettivo del Consiglio direttivo della Bce «resta quello di riportare tempestivamente l’inflazione al 2% nel medio termine». Tuttavia un aumento dei tassi così veloce, passati da un livello zero di inizio luglio 2022 al 4% ha avuto un impatto molto evidente sull’economia reale: la Germania, tanto per citare la principale economia dell’eurozona è entrata in recessione tecnica (due trimestri consecutivi di crescita negativa del Pil). L’economia italiana, grazie anche ai fondi del Pnrr sta reggendo meglio l’impatto con una crescita stimata per il 2023 di circa l’1,1%. Ma occhio all’inflazione. La Bce infatti stima che l’inflazione sarà del 5,4% nel 2023 e del 3% nel 2024. Mentre per quanto riguarda la crescita del Pil le stime di Francoforte sono di un +0,9% nell’eurozona nel 2023, +1,5% nel 2024 e +1,6% nel 2025.
Le parole della presidente Lagarde
«Le pressioni salariali stanno diventando una fonte di inflazione sempre più importante», ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa dopo la comunicazione della banca centrale sui tassi. Nell’Eurozona «le prospettive sulla crescita economica e sull’inflazione rimangono molto incerte», ha spiegato la presidente della Bce Christine Lagarde, riconoscendo come «la crescita potrebbe rallentare se le conseguenze dell’irrigidimento della politica monetaria dovessero essere più forti del previsto». “La resilienza del settore finanziario potrebbe essere colpita dall’immobiliare per l’aumento dei costi dei prestiti e per la disoccupazione”.Con l’attenuarsi della crisi energetica e dei rischi legati alle forniture «è importante» avviare il «rientro delle misure per contrastare il caro bollette» in maniera «tempestiva e concordata», ha ribadito la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa seguita alla comunicazione sui tassi di interesse
Il commento di Carlo Messina (Intesa Sanpaolo): mai più tassi a zero
«Io non ho parere negativo su quello che ha fatto Bce in questi anni» in fatto di scelte sui tassi di interesse, ha detto l’ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina durante un evento a Milano. «Il percorso che però ora ha di fronte la Bce – ha aggiunto – porta a immaginare un ulteriore aumento di 50 punti base, poi se l’inflazione tornerà a un livello ragionevole ci potrà essere un percorso che porta alla riduzione dei tassi di interesse dal prossimo anno». «Siamo in un mondo che non tornerà più a tassi zero» ha proseguito. Per Messina «in un mondo normale i tassi sono tra il 2 e il 3%, è una patologia il fatto che i tassi non siano a questi livelli e questo sta generando rallentamenti dell’economia».
Approccio guidato dai dati
Il Consiglio direttivo della Bce «continuerà a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione». Lo si legge nella nota in cui si annuncia un nuovo rialzo dei tassi dello 0,25%. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse «seguiteranno a essere basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria». «Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario», si aggiunge. Il Consiglio direttivo della Bce «conferma inoltre che porrà fine ai reinvestimenti nell’ambito del Programma di acquisto di attività a partire da luglio 2023», si legge nella nota sulle decisioni di politica monetaria.
«Nessuna pausa nel rialzo dei tassi»
«Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario». «È molto probabile che continueremo ad alzare i tassi anche a luglio», ha aggiunto. «Non so che differenza c’è tra una pausa e un salto», in riferimento al fatto che la Federal Reserve ieri non ha alzato il costo del denaro dopo 10 rialzi consecutivi. «Ma la Bce non farà nessuna pausa sul rialzo dei tassi», ha sottolineato Lagarde. «Non faccio nessun commento su quale potrebbe essere il tasso finale» dopo la lunga serie di rialzi: «sapremo qual è quando saremo a quel punto, per ora quello che ci guida è l’obiettivo dell’inflazione al 2%» non un livello predefinito di tassi.
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