Ottobre 1, 2023

Liti sugli aerei aumentate in un anno: dai bagagli a mano alle sigarette elettroniche ecco le cause

TRASPORTI

di Leonard Berberi, inviato a Istanbul

Liti sugli aerei aumentate in un anno: dai bagagli a mano alle sigarette elettroniche ecco le cause

L’uscita dalla pandemia non attenua le liti a bordo degli aerei che, anzi, continuano ad aumentare. E se prima le frizioni erano scatenate dal fatto che le persone non indossavano le mascherine a bordo, adesso si tratta soprattutto di passeggeri che fumano e sempre più che si presentano con bagagli a mano fuori misura o li depositano dove non dovrebbero. In tutto il mondo nel 2022 è stato segnalato un «incidente» tra i passeggeri seduti in cabina ogni 568 voli, contro una denuncia effettuata ogni 835 decolli dell’anno precedente. In dodici, mesi l’incidenza è aumentata di quasi il 50%. È quanto si evince dai numeri forniti dalla Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, durante la conferenza annuale che si svolge a Istanbul, Turchia.

Il documento

I numeri, chiarisce la Iata, non mostrano l’intero fenomeno dal momento che non tutte le compagnie decidono poi di notificare i problemi a bordo alle forze dell’ordine o al database internazionale di raccolta delle informazioni. I gesti più comuni tra i passeggeri problematici sono il mancato rispetto delle regole previste a bordo, l’abuso verbale e lo stato di alterazione dovuta ad alcol o farmaci. «Anche se le violenze fisiche restano rare sono cresciuto a un tasso allarmante del 61% rispetto al 2021, con un incidente segnalato ogni 17.200 voli», sostiene la Iata. Nel 2022 ci sono state 27,9 milioni di partenze in tutto il mondo.

Le ragioni

L’associazione delle compagnie segnala che i casi di mancato rispetto delle regole sono calati dopo la rimozione dell’obbligo della mascherina a bordo, «ma la loro frequenza è aumentata di nuovo nel corso del 2022 tanto da aumentare del 37% rispetto al 2021». Per questo si è passati, semplificando i dati, da un tasso di problematicità dello 0,12% del 2021 a 0,18% l’anno passato. Anno peraltro nel quale ovunque nel mondo bisognava indossare un dispositivo di protezione delle vie orali come misura contro la diffusione del coronavirus. Nel 2022 si è trattato soprattutto di viaggiatori che hanno fumato sigarette in volo, sigarette elettroniche in cabina o in bagno, persone che non hanno allacciato le cinture di sicurezza. Ma anche un bagaglio a mano troppo ingombrante o il rifiuto di depositare la valigia quando richiesto, consumo di alcol portato da terra.

Nei Paesi

I dati nei singoli Paesi sono difficilmente comparabili anche perché la metodologia varia e non tutti i numeri sono aggiornati. In Italia, per esempio, il tasso di segnalazione nel 2021 è stato di 0,26 ogni diecimila voli — stando ai dati forniti dal nostro Ente nazionale per l’aviazione civile — quindi ben al di sotto della media globale fornita dalla Iata. Negli Usa dopo il record del 2021 — proprio per le mascherine — con 5.973 denunce inoltrate, l’anno passato si è chiuso con 2.455 e dal 1° gennaio al 4 giugno di quest’anno il dato segna 783 secondo il database della Faa.

Il Protocollo di Montreal

La Iata segnala soltanto le denunce segnalate, per questo non è ancora noto il dato di quanti individui siano stati coinvolti. «Questo aumento dei casi preoccupa molto», commenta Conrad Clifford, vicedirettore generale della Iata. «Anche se il personale di cabina è addestrato a gestire i casi di passeggeri problematici non è accettabile che le regole previste a bordo non siano rispettate da un nocciolo duro di persone». Clifford chiede la tolleranza zero. E ricorda che i governi devono avere la possibilità di perseguire penalmente i passeggeri problematici cosa che oggi non avviene in gran parte del mondo per la mancata adesione di diversi Paesi al Protocollo di Montreal 2014: solo 45 Paesi hanno firmato l’accordo.

lberberi@corriere.it

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