politica monetaria
di Valentina Iorio
La valutazione della presidente della Bce, Christine Lagarde, sulla situazione finanziaria europea non cambia: l’obiettivo a medio termine è riportare l’inflazione al 2%. «Siamo pienamente impegnati a combattere l’inflazione e siamo determinati a raggiungere il suo tempestivo ritorno al nostro obiettivo a medio termine del 2%», ha spiegato Lagarde, in audizione alla commissione Economica del Parlamento europeo. «Le nostre decisioni future assicureranno che i tassi ufficiali saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a quei livelli per tutto il tempo necessario». «I nostri aumenti dei tassi — ha poi aggiunto — si stanno trasmettendo con forza alle condizioni di finanziamento delle imprese e delle famiglie, come si può vedere dall’aumento dei tassi sui prestiti e dal calo dei volumi dei prestiti. Allo stesso tempo, iniziano a concretizzarsi tutti gli effetti delle nostre misure di politica monetaria», ha aggiunto.
Pressioni inflazionistiche «rimangono elevate»
«Gli ultimi dati disponibili suggeriscono che gli indicatori delle pressioni inflazionistiche di fondo rimangono elevati e, sebbene alcuni mostrino segni di moderazione, non vi è alcuna chiara evidenza che l’inflazione di fondo abbia raggiunto il picco», ha evidenziato la presidente della Bce. «Le pressioni sui salari – ha spiegato – si sono ulteriormente rafforzate man mano che i dipendenti recuperano parte del potere d’acquisto perso a causa dell’elevata inflazione. E in alcuni settori le imprese sono state in grado di aumentare i margini di profitto grazie agli squilibri tra domanda e offerta e all’incertezza creata dall’inflazione elevata e volatile».
Stop alle misure contro la crisi energetica
La presidente della Bce ha spiegato che le misure di sostegno dei governi per fronteggiare gli effetti della crisi energetica devono essere ritirate e si tratta di un processo che deve essere avviato «adesso» per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine. Se queste aumentassero, sarebbe necessaria una risposta di politica monetaria «più energica», ha aggiunto Lagarde. In sostanza, i governi devono fare la loro parte per mantenere la coerenza tra le politiche di bilancio (nel cui quadro si collocano i sostegni per gli effetti della crisi energetica) e la politica monetaria. La numero uno dell’Eurotower ha auspicato che non si arrivi a «una spirale di ritorsioni reciproche, alzando i salari dopo l’aumento dei margini». I governi dell’Eurozona, ha sottolineato, «possono intervenire nel dialogo tra le parti sociali», un compito che «non spetta» alla Bce. «Se ci dovessimo ritrovare in questa situazione» di ritorsioni reciproche, «dovremmo adottare misure restrittive molto più importanti» di quelle adottate finora, ha avvertito. Nel corso dell’audizione all’Europarlamento, la presidente della Banca centrale europea ha ricordato che «l’esposizione delle banche dell’area dell’euro al recente stress del settore bancario verificatosi in altre regioni è stata limitata. Ma le sfide alla raccolta e alla qualità dell’attivo possono pesare sulla redditività futura. Più in generale, con l’inasprimento delle condizioni di finanziamento, avremo maggiori informazioni sulla resilienza delle imprese, delle famiglie e delle banche dell’area dell’euro».
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05 giu 2023
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