TRASPORTI
di Leonard Berberi, inviato a Istanbul
Le compagnie aeree si preparano a chiudere il 2023 con un ritorno dei passeggeri vicino ai valori pre pandemia, 4,35 miliardi in tutto il mondo contro i 4,54 miliardi del 2019. Ma ricavi e profitti resteranno ancora al di sotto dei livelli di quattro anni fa, tanto che i profitti per ogni viaggiatore imbarcato ammonteranno a 2,25 dollari. È quanto emerge dall’assemblea annuale della Iata, l’associazione internazionale delle aviolinee, che si svolge a Istanbul, Turchia.
I guadagni
Sui volumi di traffico, insomma, la Iata ritiene che il settore aeronautico quest’anno sia destinato a voltare pagina. Sul fronte finanziario le criticità non mancano. Nel 2023 il fatturato complessivo stimato per compagnie si aggira sugli 803 miliardi di dollari: di questi 546 miliardi dal traffico passeggeri, contro i 607 miliardi del 2019. La tariffa media fatta pagare alle persone sarà di circa 126 dollari contro i 133,6 del 2019, anche se nel dato regionale alcune aree — come Europa e Stati Uniti — la media è destinata ad essere più alta del periodo pre Covid.
Il trasporto merci
Nei numeri si nota il calo sensibile dei ricavi dal trasporto delle mercati che dopo aver toccato il record storico di 210 miliardi di dollari nel 2021, quest’anno dovrebbe portare nelle casse delle compagnie 142,3 miliardi di dollari dal cargo, comunque più dei 100,8 miliardi del 2019. Nel complesso i profitti netti per l’intero settore si aggireranno attorno ai 9,8 miliardi di dollari (era 26,4 miliardi quattro anno fa), quindi 2,25 dollari a passeggero trasportato. Per il 2022 la Iata ha quasi dimezzato la perdita netta prevista, portandole a 3,6 miliardi di dollari. Nel periodo 2020-2022 il settore ha così perso per il Covid 183,3 miliardi.
Nelle aree
Ma la media mondiale nasconde l’andamento differente delle varie aree, a maggior ragione dopo la pandemia con periodi di riapertura differenti tra le regioni. Il Nord America (Usa, Canada, Messico) si conferma la parte che va meglio con 11,5 miliardi di dollari di utile netto delle aviolinee, cioè 9,5 per ciascun passeggero imbarcato. Al secondo posto l’Europa: le aviolinee del nostro continente chiuderanno con 5,1 miliardi di dollari di profitti netti, cioè 4,36 dollari a cliente. In terreno positivo anche le compagnie mediorientali con 2 miliardi di profitti (9,41 dollari a passeggero). Ancora in perdita le aziende in Africa (-500 milioni), America Latina (-1,4 miliardi) e Asia-Pacifico (-6,9 miliardi).
I costi
«L’andamento finanziario per il 2023 delle compagnie è migliore di quanto previsto alla fine dell’anno scorso», commenta Willie Walsh, direttore generale della Iata. Che ricorda anche gli alti costi operativi causati anche dal prezzo del cherosene. Walsh — che prima è stato amministratore delegato di Iag, holding di British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus — attacca la tassazione che è ancora elevata. «Dicono che l’aviazione non è tassata in modo sufficiente, ma è un argomento che non regge e i nostri numeri lo confermano».
Le tasse
La Iata — prosegue il direttore generale — ha analizzato i dati di quasi 7 miliardi di biglietti emessi per i voli internazionali nel periodo 2018-2023 e ha scoperto che «le aviolinee hanno pagato oltre 380 miliardi di dollari in tasse e oneri, cioè un terzo dell’intero prezzo del biglietto fatto pagare ai viaggiatori». Se, precisa Walsh, «aggiungiamo anche i dati dei voli nazionali la tassazione complessiva sale a 500 miliardi di dollari».
lberberi@corriere.it
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05 giu 2023
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