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di Alessandra Puato
La transizione ecologica, da necessità politicamente corretta, è diventata un tema scottante. Dopo il Covid e, soprattutto la guerra Russia-Ucraina che ha costretto il mondo alla marcia indietro sulle fonti fossili di energia, i traguardi della sostenibilità si sono allontanati. Ma la necessità di cambiare i modelli di consumo resta e la svolta dipende anche dai comportamenti individuali, dice Ferruccio de Bortoli che affronta il tema sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola lunedì gratis con il quotidiano.
«Prevale generalmente un senso d’impotenza rispetto all’enormità dei problemi globali — scrive de Bortoli —. La volontà dei singoli appare del tutto ininfluente. Gli eventi estremi come le alluvioni sono una conseguenza del riscaldamento del pianeta ma tendiamo a rubricarli nell’eccezionalità della storia naturale. Si diffonde un atteggiamento tra rassegnazione e ottimismo. Tocca agli altri agire, loro possono (Stati imprese, istituzioni). Noi no».
È chiaro che l’iniziativa individuale ha effetto se diventa collettiva. Com’è chiaro che servono pure interventi perché le imprese, la transizione ecologia, la facilitino. «La transizione verde è costosa e socialmente iniqua, richiede coraggio nelle politiche fiscali, comporta l’aumento del debito rispetto al Pil», nota de Bortoli. Che, mentre chiede «attenzione agli effetti inflattivi che penalizzano i più poveri», torna alla domanda: «Meglio gli incentivi o la tassazione attraverso il carbon price?». Risposta aperta: i primi «possono creare distorsioni», la seconda è «politicamente poco percorribile».
Nel dibattito sulla transizione verde (e di eventuali tasse o incentivi) entra, naturalmente, il mondo dell’auto, costretto a fare i conti con il crollo della produzione dell’ultimo decennio (Italia e resto d’Europa) e la riconversione all’elettrico attesa entro il 2035. L’Economia dedica la copertina a Luca de Meo, l’ex enfant prodige Fiat ora presidente e ceo di Renault, che sollecita nuove politiche. Mentre l’industria italiana fa quadrato dopo l’ipotesi d’ingresso dello Stato nel settore.
Tra i personaggi della settimana c’è Dario Neri, lo scienziato imprenditore rientrato in patria che con i fratelli sta rilanciando Philogen. La biotech italo-svizzera sta per lanciare un farmaco innovativo contro i tumori della pelle e si espanderà sui mercati internazionali, dopo un accordo con il magnate indiano della farmaceutica Dilip Shanghvi. Altro protagonista è Andrea Rigoni, presidente della Rigoni che produce marmellata biologica, miele e crema di nocciole. Lancerà nuovi prodotti bio con l’azienda di cioccolato acquisita lo scorso anno, Saveurs & Nature. E vuole costruire un bio-distretto sull’Altopiano di Asiago. Punta sul biologico anche Philippe Schaus, ceo di Moët Hennessy, lo champagne del gruppo Lvmh. Stringe alleanze sullo sviluppo sostenibile e diversifica con lo spritz.
Nella sezione finanza si tira il bilancio dei dieci anni alla Banca d’Italia di Vincenzo Visco, governatore che ha chiesto «un mondo più giusto». Mentre nella sezione Risparmio trovate la guida all’Imu: quanto pagare e quando.
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L’Economia Opinioni e L’Economia Ore 18
04 giu 2023
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