Settembre 23, 2023

Banche, Patuelli (Abi): «I conti positivi non dipendono dai tassi. Ora rischio crisi per le imprese»

“Siamo vigilati da Bce e Banca d’Italia con maglie molto strette. È chiaro che quando le maglie si restringono uno ha qualche reazione di fatica perché bisogna realizzare gli obiettivi, ma le crisi d’Oltreoceano e della Svizzera hanno dato molta ragione a Bce e Banca d’Italia e hanno evidenziato gli sforzi del sistema bancario italiano che non è stato scosso”. A dirlo è il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, partecipando al 4 giugno al Festival dell’Economia di Torino.

Consuntivi banche positivi non dipendono dai tassi d’interesse

Poi, a proposito dei tassi d’interesse e del sistema bancario italiano Patuelli ha ammonito: “Non si corra l’errore di pensare che i consuntivi 2022 delle banche, per quelle che li hanno avuti positivi o molto positivi, dipendano principalmente o esclusivamente dall’aumento dei tassi di interesse che è avvenuto da luglio in poi, di compirebbe un errore concettuale forte”. Perché “quei risultati erano già ‘in nuce’ evidenziati nelle semestrali del 2022 perché nei primi mesi del 2022 non è che le banche andassero malissimo e non è che siano andate benissimo solo perché dalla seconda metà di luglio è cambiata la tendenza dei tassi, sarebbe un ingiusta, ingenerosa, lacunosa e molto parziale visione”. Un giudizio onesto riconosce che negli anni passati ci sono state “delle fortissime operazioni di patrimonializzazione delle banche con giganteschi aumenti di capitale, in secondo luogo ci sono stati fortissimi accantonamenti e in terzo luogo, ma non per importanza, fortissime ristrutturazioni di banche, alcune anche con cospicui prepensionamenti, con chiusure anche dolorose di sportelli che tendono a ridurre i costi’’, ha detto ancora. Per le imprese, invece, le cose sono diverse: “hanno risparmiato prima e pagano di più ora. Non hanno programmato il costo legato a tassi più alti e si rischiano nuove crisi aziendali con un deterioramento die crediti”, ha spiegato Patuelli sottolineando la necessità di prevenire i rialzi accantonando utili.

Tassi troppo alti sono un rischio per le imprese

“Le imprese non hanno fatto piani pluriennali con previsione di costi adeguati alla liquidità. Il pericolo è che se i tassi dovessero rimanere a questi livelli o addirittura a superiori per molto tempo questo può portare a crisi di impresa e al deterioramento di parti non trascurabili di credito bancario”, ha detto il presidente dell’Abi. “Molte imprese e molti cittadini sono stati abituati a tassi a zero, che sono stati a zero spaccato per sei anni e zero virgola negli altri quattro, e non hanno fatto i conti di previsione dei costi di mutui e prestiti che hanno contratto a tasso variabile negli anni a zero”, ha spiegato Patuelli. “È vero che il 63%, dato di Bankitalia, dei mutui in Italia è a tasso fisso e quindi l’aumento dei tassi è un costo per le banche e non per i clienti, ma il 37% delle imprese che sono andate sul variabile hanno risparmiato negli anni antecedenti, uno o dieci o venti, ma pagano di più ora e se non hanno programmato questo costo rischiano di avere difficoltà”. Per questo “abbiamo una prospettiva di nuove crisi aziendali e quando ci sono crisi aziendali ci sono deterioramenti di crediti e noi banche dobbiamo battere il deterioramento di credito ma anche prevenirne gli effetti accantonando maggiormente utili”.

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