I fondi dell’Ue
di Enrico Marro
A nulla sono servite l’audizione del presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, e poi il successivo vertice a Palazzo Chigi con lo stesso Carlino. L’emendamento del governo che esclude il «controllo concomitante» della Corte sul Pnrr e proroga fino al giugno 2024 lo scudo erariale è stato approvato dalle stesse commissioni Affari costituzionali e Lavoro che qualche ora prima avevano ascoltato Carlino. A nulla sono valsi i tentativi delle opposizioni di bloccare l’emendamento. In mattinata era stato lo stesso presidente della Camera, Lorenzo Fontana, a dichiararlo ammissibile. Da lunedì il decreto sulla pubblica amministrazione, che contiene l’emendamento approvato, sarà all’esame dell’aula.
Il rischio di un «aumento degli atti illegittimi e dei ricorsi»
Nell’audizione Carlino, pur prendendo le distanze dagli slogan delle opposizioni («non credo si possa parlare di bavaglio del governo alla Corte») ha difeso nel merito il controllo concomitante, cioè quello che i magistrati contabili fanno in corso d’opera, osservando che esso «ha la finalità di consentire una funzione propulsiva», aiutando l’amministrazione ad «auto-correggersi». Insomma il contrario di quell’ostacolo alla realizzazione del Pnrr denunciato dal governo. Tra l’altro Carlino ha messo in guardia dal rischio di un «aumento degli atti illegittimi e dei ricorsi» che deriverebbe da un allentamento dei controlli della Corte e ha ribadito «l’assoluta contrarietà» allo scudo per gli amministratori, negando che sia la paura della responsabilità erariale a bloccare le firme necessarie alla realizzazione delle opere: dipende «piuttosto dalla confusione legislativa, dalla scarsa preparazione e dagli organici ridotti all’osso».
Un tavolo comune di lavoro
Argomenti che Carlino ha ripetuto nel vertice a Palazzo Chigi con il ministro con la delega sul Pnrr, Raffaele Fitto, e con il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano. Incontro che, assicura una nota congiunta diffusa al termine, è stato «lungo e cordiale» e nel quale «è stata condivisa la necessità di una piena e leale collaborazione tra le istituzioni e ribadita la volontà di rafforzare il confronto e il dialogo». A tal fine, «dalla settimana prossima», verrà aperto «un comune tavolo di lavoro, nella prospettiva di una revisione dei seguenti istituti: disciplina della responsabilità erariale; meccanismo del controllo concomitante; adozione di un codice dei controlli». Detto questo, il governo prende atto del no della Corte alla proroga dello scudo erariale, ma «ribadisce la necessità della proroga fino al 30 giugno 2024» pur impegnandosi «a un confronto con la Corte per l’elaborazione di una disciplina più aggiornata e stabile». Fitto assicura che «non c’è alcuna intenzione di limitare il ruolo della Corte: lo scudo era già stato prorogato dai governi Conte e Draghi».
L’Italia ha ottimi sistemi di controllo
Sul tema ieri è intervenuto anche il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni: «Spetta ai sistemi di controllo dei vari Paesi, e l’Italia ne ha ottimi, controllare fenomeni di frode, di corruzione, doppia spesa dei fondi europei. Questo non lo possiamo fare da Bruxelles per 27 Paesi». Duro il Pd con Arturo Scotto: «Non è più il decreto Pa, ma il decreto bavaglio». Il M5S parla di «arroganza e spregiudicatezza del governo». Gentiloni ieri ha anche detto che «la terza rata dei fondi del Pnrr (19 miliardi) arriverà prossimamente».
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02 giu 2023
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