Giugno 6, 2023

Pnrr, semi al posto delle piante: l’ok della Corte dei Conti e della Commissione europea

riforestazione urbana

di Alessia Conzonato e Valeria Sforzini

Pnrr, semi al posto delle piante per la riforestazione? Arriva l’ok di Corte dei

Via libera ai semi in vivaio nell’ambito dell’obiettivo di forestazione urbana ed extraurbana del Pnrr. Lo comunica il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, precisando che l’ok alle misure attuate finora per il progetto sia giunto sia dalla Corte dei Conti (che il 16 marzo scorso aveva presentato una delibera mettendone in luce alcune criticità, ne abbiamo parlato qui) sia dalla Commissione europea, che ha dato esito positivo alle attività di verifica.

L’ok della Corte dei Conti

Il 9 maggio scorso la Corte dei Conti ha rilasciato una deliberazione chiudendo definitivamente la propria iniziativa di controllo, che si svolgeva in parallelo alle attività legate al progetto, e quindi prendendo atto del lavoro finora svolto dal Mase. Nel ruolo di magistratura contabile, la Corte richiede al ministero «di proseguire e accelerare l’esercizio proattivo delle proprie funzioni di vigilanza e controllo nei confronti dei soggetti attuatori beneficiari» delle risorse del Pnrr per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano nell’intervento “Rimboschimento e tutela del verde”. Il provvedimento, inoltre, sollecita anche ad attuare un «monitoraggio continuo del relativo stato di avanzamento così da prevenire eventuali ritardi o criticità tali da compromettere il raggiungimento del target finale».

L’esito positivo della Commissione europea

Anche la Commissione europea ha espresso il suo parere positivo a seguito della sua attività di verifica, svolta con la tecnica del “sampling”, ovvero il campionamento casuale. Ad esso, ha seguito la conferma della rendicontazione sulla domanda di pagamento di dicembre 2022. Il Pnrr prevedeva come importante traguardo per lo scorso anno la messa a dimora di un milione e 650 mila specie arboree e arbustive per favorire la transizione ecologica del Paese. Il ministero ha superato la cifra, con oltre due milioni di unità, tra piante e semi, destinate a undici città metropolitane che hanno aderito al progetto. Alcune, però, come Milano e Firenze, non sono riuscite a partecipare a causa delle difficoltà nel reperire spazi verdi adeguati e conformi ai parametri stabiliti dal bando del ministero (lo abbiamo raccontato qui).

Lavoro strategico

Per il ministero, guidato da Gilberto Pichetto, «il fattivo confronto con il collegio per il controllo concomitante della Corte dei Conti è servito a chiarire l’efficacia dell’azione del Mase, sostenuta da evidenze scientifiche e rivolta a una gestione delle piante nel rispetto dell’autoctonia e della biodiversità, che garantisca nel tempo la reale funzionalità degli interventi di imboschimento. Ne è conferma anche la chiusura delle procedure di verifica da parte degli uffici europei preposti. L’impegno – conclude il ministero – è da considerarsi strategico, perché non finalizzato all’arredo urbano, ma a un’opera di vera e propria forestazione che, come dimostrano i tragici eventi di questi giorni, è necessaria per compensare anni di eccessivo consumo del suolo».

Le novità del bando 2023-2024

Per quanto riguarda le prossime annualità, quindi 2023 e 2024, dal 2 maggio il ministero ha pubblicato i nuovi bandi. I termini per la forestazione urbana e gli spazi che le Città metropolitane devono mettere a disposizione per la piantumazione sono stati rivisti, anche sulla base dei consigli di Anci (Associazione nazionale comuni italiani). Nel precedente bando le aree individuate dalle Città metropolitane dovevano avere una superficie minima di 30 ettari per i Comuni classificati come “Degurba 1 e 2” (rispettivamente “città densamente popolate” e “piccole città e sobborghi mediamente popolati”) e di 50 ettari per quelli classificati come “Degurba 3” (cioè “zone rurali scarsamente popolate”).
Nel nuovo bando, tale superficie è stata ridotta a 5 ettari per le città densamente popolate (Degurba 1), 10 ettari per piccole città e sobborghi scarsamente popolati (Degurba 2) e 20 ettari per i Comuni classificati come zone rurali scarsamente popolate.

Le aree di piantumazione

«La superficie minima di ciascun intervento è stata ridotta rispetto al bando precedente anche nel caso in cui al raggiungimento della stessa concorrano più aree distinte, seppur non contigue — spiega il ministero —. La riduzione delle superfici agevolerà i soggetti attuatori nell’individuazione delle aree oggetto di piantumazione, consentendo così la più ampia partecipazione al bando, anche da parte di quelle Città che nella prima tornata hanno riscontrato difficoltà nel reperimento delle zone idonee agli interventi». Si dilatano anche i tempi: «Su istanza proveniente dalle Città metropolitane, il nuovo bando ha accorpato due annualità concedendo loro un più ampio lasso di tempo per effettuare il collaudo direttamente nel 2024». Sarà compito della task force del progetto – composta anche dsl Cufa (comando biodiversità dell’Arma dei Carabinieri), dal centro interuniversitario Biodiversità Cirbises e Ispa – approfondire ulteriormente i controlli e verificare che non ci siano ulteriori ostacoli.

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