Giugno 9, 2023

Più digitale e competenze, il ministro Urso: «Con la legge sul Made in Italy sosteniamo la crescita»

le mosse del governo

di Andrea Bonafede

Un fondo sovrano per le imprese strategiche (e un liceo): la legge sul made in Italy di Urso

Per aumentare la competitività delle imprese italiane, giovedì 18 maggio verrà presentato e discusso in Consiglio dei ministri «la legge quadro sul Made in Italy, per garantire sia il sostegno alle filiere strategiche attraverso un fondo sovrano che canalizzerà gli interventi finanziari pubblici e privati, sia un aiuto alle aziende sulla formazione delle competenze: per esempio, sarà istituito il liceo sul Made in Italy, che mi auguro sarà già attivo per l’anno scolastico 2024-2025». A dirlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante l’incontro «Talk4Growth. Reinventarsi per crescere», organizzato lunedì 15 maggio da Accenture in collaborazione con L’Economia del Corriere della Sera. Un’occasione per parlare di come potenziare le infrastrutture e valorizzare le aziende italiane, i talenti e le competenze, per colmare il divario con i Paesi più performanti. Il ministro ha poi aggiunto che, attraverso il confronto con la Commissione europea per l’utilizzo dei fondi del REPower Eu e del Pnrr, «la nostra intenzione è realizzare il piano di Transizione 5.0, per permettere alle imprese di portare a termine con successo la transizione digitale». Nei programmi del governo c’è anche «il piano nazionale sulla microelettronica, che sarà presentato in Cdm il prossimo mese».

Il tema delle competenze e la digitalizzazione della Pa
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso

In questo scenario di supporto alle aziende, il tema cruciale per la riuscita dei piani di trasformazione digitale (e non solo) è la partnership pubblico-privato, ovvero la collaborazione attiva tra imprese e pubblica amministrazione che abbia come obiettivo la crescita del Paese. «Velocità e realizzabilità rimangono le parole chiave per accelerare il percorso di crescita sostenibile del Paese, che è stata evidente negli ultimi anni. Vediamo ancora troppa frammentazione, che rappresenta un forte ostacolo alla trasformazione veloce in cui siamo immersi: tanti progetti e iniziative che riguardano gli stessi temi, occorre una razionalizzazione — spiega Mauro Macchi, ceo di Accenture Italia —. Altro tema fondamentale è quello della formazione: negli ultimi anni si è investito molto in tecnologia e meno in competenze, e questo ha creato un gap tra laureati e future competenze specializzate necessarie per i nuovi mestieri. Quindi da un lato, occorre velocemente formare talenti ma anche intervenire pragmaticamente sulla workforce attuale, per avere impatto sistemico sui livelli di produttività e crescita e dall’altro costruire percorsi per le “lauree ibride” del futuro». Secondo Alberto Antonietti, strategy leader di Accenture Italia, si può però essere ottimisti perché «il modello manifatturiero a catena corta, tipico dei nostri distretti, è stato altamente resiliente in questi ultimi tre anni – dice –. Così come anche la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo lucido e coerente con la creazione di servizi ad alto valore aggiunto».

Gli esempi virtuosi di partnership pubblico-privato

Alcune best practices stanno mostrando come il modello di partnership pubblico-privato può essere utile per la crescita del Paese e replicabile in diversi settori. Un esempio è il Polo strategico nazionale, che ha sviluppato il «cloud di Stato» su cui devono migrare le amministrazioni pubbliche entro il 2026. «È una sfida nata da una partnership con Tim, Cdp e Leonardo — racconta Andrea Quacivi, ceo di Sogei —. Ci sono importanti target da raggiungere, per ora siamo a buon punto, e le Pa locali sono state molto rispondenti». Un settore centrale per lo sviluppo economico di un Paese è la rete di strade e autostrade, e il Gruppo Aspi, insieme al nuovo partner pubblico Cassa Depositi e Prestiti, sta mettendo a terra un piano di investimenti per mettere in sicurezza e ammodernare la rete nazionale: «La presenza di un soggetto pubblico come Cdp è fondamentale in questa fase per sostenere la nostra strategia industriale, che attualmente prevede oltre 20 miliardi di euro fra manutenzioni e investimenti», dice Roberto Tomasi, ceo di Autostrade per l’Italia. Un altro comparto che necessita di una nuova valorizzazione è quello degli immobili pubblici, e sono diversi i progetti di rigenerazione urbana che l’Agenzia del Demanio sta realizzando: «Gli obiettivi su cui siamo concentrati sono la logistica innovativa della Pa, l’edilizia giudiziaria, e la rigenerazione di immobili pubblici per aiutare a risolvere l’emergenza delle residenze universitarie», conclude Alessandra Dal Verme, direttore dell’Agenzia.

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15 mag 2023

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