VIAGGI
di Leonard Berberi
Gli aerei delle prime tre compagnie in Italia nel 2022 allo scalo di Bergamo
Gli italiani sono tornati a viaggiare in aereo, in alcuni casi anche più dei valori pre pandemia. E lo hanno fatto sempre più con le low cost. Ma se i voli nazionali hanno archiviato il Covid, registrando di fatto gli stessi numeri del 2019, quelli internazionali — in particolare intercontinentali — hanno faticato, alle prese con una connettività ancora ridotta verso alcuni Paesi e barriere all’ingresso che hanno scoraggiato i flussi. Sullo sfondo la guerra dei cieli tra aviolinee ha portato easyJet e Wizz Air a superare Ita Airways, la compagnia di bandiera che ha preso il posto di Alitalia a metà ottobre 2021. Un sorpasso anticipato dal Corriere a settembre e confermato ora dal rapporto dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) sui passeggeri che l’anno passato si sono imbarcati in Italia o che qui sono arrivati in aereo.

I flussi
Dice l’Enac che nel 2022 i flussi «mostrano una crescita significativa rispetto all’anno precedente: con oltre 164 milioni di passeggeri, il traffico risulta più che raddoppiato». Questi dati, però, vanno depurati dal doppio conteggio dei passeggeri sui voli nazionali considerati due volte: uno dallo scalo di partenza, l’altro da quello di arrivo: e così quelli effettivamente transitati nel 2022 negli aeroporti italiani sono stati 131,88 milioni, il 122,6% in più del 2021 e il 17,7% in meno del 2019, prima dello scoppio della pandemia.
I segmenti
In questo caso, però, va fatta un’ulteriore analisi. I flussi interni hanno raggiunto i livelli pre Covid, archiviando il 2022 con 32 milioni di passeggeri, contro i 32,19 milioni del 2019 (-0,5%), mentre arrancano i voli all’interno dell’Unione europea che segnano ancora -28,7%. Balzo dei collegamenti extra Ue, -2,7%, ma in questo caso per effetto dello spostato del Regno Unito dal mercato Ue a quello extracomunitario dopo la Brexit. Da considerare anche l’effetto dell’invasione russa in Ucraina e l’Asia non ancora aperta del tutto. Recuperano ancora alcuni mercati intercontinentali: con il Nord America che segna -26%, il Medio Oriente -29%, l’Africa-Oceano Indiano -21%. L’Asia-Pacifico registra -85% sul 2019.
I Paesi
Per quanto riguarda i mercati esteri principali la Spagna resta al comando (oltre 14 milioni di persone), quindi il Regno Unito con 11,9 milioni, la Francia con 10,2 milioni, la Germania (9,8 milioni). Sul lungo raggio gli Usa hanno collezionato 3,44 milioni di viaggiatori con l’Italia (su voli diretti). L’altro dato che colpisce: nel 2022 oltre la metà dei passeggeri d’Italia è transitata attraverso cinque aeroporti, Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Bergamo, Napoli e Catania.
Le rotte
Analizzando le direttrici a livello nazionale al comando si confermano le rotte da/per la Sicilia. Roma Fiumicino-Catania, la più utilizzata, ha chiuso il 2022 con oltre 1,5 milioni di persone (in entrambe le direzioni). Poi c’è la Milano Malpensa-Catania (1,2 milioni), quindi Roma/Milano con Palermo. Sul fronte europeo vince la Fiumicino-Madrid (1,3 milioni di viaggiatori), seguita dalla Roma-Barcellona (950 mila) e Roma-Parigi Charles de Gaulle (810 mila). Sul lato intercontinentale prevale la Malpensa-New York JFK (685 mila) — grazie soprattutto alla competizione di cinque compagnie aeree, altre due operano sullo scalo di Newark — che ha superato la Fiumicino-JFK (641 mila).
Le aviolinee
Tra le compagnie aeree Ryanair si conferma leader con 48,5 milioni di passeggeri, includendo qui anche i numeri delle altre divisioni (Ryanair Uk, la polacca Buzz, Malta Air). Seconda, ma a distanza, easyJet con 14,1 milioni e Wizz Air con 11,6 milioni. Al quarto posto Ita Airways con 10,3 milioni che è stata così superata sia da easyJet sia da Wizz Air. Sulle rotte nazionali Ryanair trasporta più del doppio dei clienti di Ita (14,2 milioni contro 6,4 milioni), sulle rotte internazionali — escludendo quelle intercontinentali dove la low cost irlandese non opera — circa dieci volte quelli dell’aviolinea tricolore.

Low cost e tradizionale
Questi numero spiegano anche perché il low cost rafforza la sua quota di mercato, trasportando oltre il 66% dei passeggeri nel 2022, sia sui collegamenti nazionali, sia su quelli internazionali. Ma analizzando meglio i numeri si nota come sul segmento «domestico» la quota delle low cost è passata dal 56,6% del 2019 al 72,5% del 2022. Mentre sul lato internazionale dal 54,3 al 61,9%. In questo caso rientrano anche i voli intercontinentali dove, come scritto, le low cost non operano. Quindi «depurando» la platea il peso di Ryanair & Co sul segmento europeo si attesta attorno al 71%.
L’analisi
«La crisi determinata dalla pandemia da Covid-19 fortunatamente è alle spalle per quel che riguarda il nostro settore», tira un sospiro di sollievo Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac. «Aerei e aeroporti hanno ripreso ad avere numeri di tutto rispetto e a connettere l’Italia con il resto del mondo. Il trasporto aereo, d’altronde, ha cambiato il nostro modo di vivere negli ultimi decenni e ha ripreso il suo rapido volo non appena le condizioni sanitarie e sociali ce lo hanno permesso. Con la stessa velocità, che è una caratteristica prioritaria dell’aviazione civile, l’innovazione tecnologica ci sta portando verso una mobilità aerea del tutto nuova, sostenibile e intermodale».
Il primo trimestre 2023
La ripresa prosegue anche quest’anno. «Nei primi tre mesi del 2023 i volumi di traffico aereo sull’Italia hanno fatto registrare un +4,2% a confronto con il primo trimestre del 2019, a fronte di un traffico aereo europeo ancora inferiore del 3,9% rispetto all’anno pre-pandemico», conferma Enav, la società che fornisce i servizi alla navigazione aerea civile nei cieli italiani. «Dei maggiori cinque service provider europei, l’Italia, insieme alla Spagna, è la nazione che è cresciuta di più rispetto ai volumi registrati nel primo trimestre del 2019: Germania -15,3%, Francia -9,1%, Uk -6,9% e Spagna +6,5%».
lberberi@corriere.it
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12 mag 2023
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