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Exor, balzo dell’utile a 2,5 miliardi per la cassaforte degli Agnelli (che ora investe nella sanità)
di Redazione Economia
Exor chiude il 2022 con un utile netto di 4,227 miliardi di euro rispetto a 1,717 miliardi di euro dell’anno precedente. Significa che al 31 dicembre 2022 la posizione finanziaria della holding della famiglia Agnelli risulta per la prima volta positiva per 0,8 miliardi (+4,7 miliardi rispetto alla posizione negativa per 3,9 miliardi di fine 2021). L’aumento netto dell’utile di 2,5 miliardi si ricollega alla plusvalenza netta realizzata grazie alla cessione di PartnerRe, società di riassicurazione globale(2,4 miliardi), alla francese Covea. La proposta di dividendo ordinario è di 100 milioni, pari a 0,44 euro per azione (nel 2022 era 0,43).
L’indiano Nohria alla presidenza
Nella holding cambia anche il presidente e consigliere senior non esecutivo: per i due incarichi il consiglio di amministrazione propone l’indiano Nitin Nohria, che prende il posto di Ajay Banga, anche lui indiano ma naturalizzato statunitense, nominato presidente della Banca mondiale e non ricandidato nel Cda di Exor. Sandra Dembeck e Tiberto Ruy Brandolini D’Adda sono invece i due nomi proposti per le poltrone di consiglieri non esecutivi.
Nav e patrimonio netto
A fine 2022, il valore degli asset della società si ferma a 28,2 miliardi di euro. Rispetto ai 31 miliardi del 2021, il Nav diminuisce del 7,6% ma, come specifica Exor, ha sovraperformato l’indice Msci World di 6,6 punti percentuali, soprattutto per effetto della performance di mercato delle società quotate e della posizione finanziaria. Al 31 dicembre dell’anno scorso, il patrimonio netto consolidato della holding attribuibile ai soci tocca i 20,6 miliardi con un aumento netto di 3,86 miliardi, rispetto a 16,759 miliardi di fine 2021. All’inizio del 2023, la holding implementa la strategia di investimento in fondi privati con 400 milioni di euro e un impegno di altri 300 milioni per altri fondi. A febbraio investe poi 50 milioni di dollari in Via Transportation e arriva ad avere il 18% della società.
Ferrari e Stellantis trainano i ricavi
Le tre società partecipate con maggiore peso per Exor risultano Ferrari (27,4% del totale), Stellantis (18,3%) e Cnh Industrial (16,9%), seguite, come singole partecipazioni, da Juventus (1,6%) e Iveco Group (1,3%). La stessa Ferrari chiude il 2022 con un fatturato a 5,1 miliardi (ma si prevede arrivi a 6,7 miliardi entro tre anni) e Ebitda rettificato di 1,8 miliardi. Secondo il piano presentato da Benedetto Vigna, ad della Ferrari, entro il 2026 i motori a combustione interna rappresenteranno il 40% dell’offerta e il 60% restante sarà formato invece da ibridi e full electric. Anche Stellantis termina il 2022 con un fatturato netto in crescita (179,6 miliardi) e un utile operativo rettificato di 23,3 miliardi.
Salute, i nuovi investimenti di Exor
Nella lettera agli azionisti l’amministratore delegato di Exor John Elkann fa sapere di aver investito nel 2022 quasi un miliardo di euro nel settore della salute. Dichiara Elkann:«Questo settore continuerà a crescere nei prossimi decenni, per rispondere alle esigenze di una popolazione globale che diventa sempre più anziana. Mentre la spesa sanitaria negli Stati Uniti per le persone di età compresa tra 0 e 44 anni si aggira tra i 3 mila e i 5 mila dollari all’anno, questi costi aumentano di otto volte per le persone di età pari o superiore agli 85 anni».
Le acquisizioni
Grazie al rapporto «sempre più stretto» con l’Institut Mérieux e la famiglia Mérieux, aggiunge l’ad di Exor:«Vogliamo sostenere lo sviluppo delle loro società e beneficiare della loro profonda conoscenza e competenza mentre ricerchiamo future opportunità di investimento nei campi della genomica, della proteomica, degli strumenti per l’analisi scientifica, della diagnostica per immagini e della componentistica medica». Exor ha acquistato il 45% di Lifenet Healthcare, una società italiana che si occupa della gestione di cliniche e centri ambulatoriali guidata da Nicola Bedin. «Attraverso Exor Ventures stiamo anche sviluppando delle partnership con aziende healthcare che si trovano nella fase iniziale del loro sviluppo (early stage): le aziende emergenti che si trovano all’intersezione tra tecnologia e biologia creeranno un valore significativo risolvendo le inefficienze strutturali nell’industria sanitaria attraverso cure più personalizzate, una migliore capacità produttiva e una maggiore decentralizzazione dei servizi», ribadisce l’ad di Exor.E sulle vicende giudiziarie della società bianconera: «La Juventus nega ogni illecito».
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