Nomine
di Leonard Berberi e Fausta Chiesa
Alla fine la terza lista per il consiglio di amministrazione di Enel è arrivata. Il fondo Covalis Capital la ha presentata nell’ultimo giorno utile, lunedì 17 aprile, la mattina, quando i termini scadono pochi secondi prima della mezzanotte. Si tratta di una lista di maggioranza visto che i nomi espressi sono sei e non tre. La lista, informa un comunicato, comprende i seguenti nomi: Marco Mazzucchelli, Leilani C. Latimer, Francesco Galietti, Monique Sasson, Paulina Beato, Daniel Lacalle.
Mecelis: opacità del processo
«A causa dell’opacità del processo – ha dichiarato Zach Mecelis, fondatore di Covalis Capital, – non sappiamo cosa rappresenti la lista proposta dal governo o quale sia il suo piano per Enel. Crediamo che gli investitori internazionali, i dipendenti e le società in cui Enel opera meritino di meglio e sentiamo la responsabilità di avviare un dibattito. Vogliamo un consiglio di amministrazione diversificato e indipendente, che rifletta la natura internazionale dell’azienda e della sua base di azionisti. Non intendiamo creare nessun processo destabilizzante per Enel, vogliamo mettere la societa in condizione di realizzare il suo potenziale di leader nella transizione energetica. Tale posizionamento le consentirà di poter fare significativi investimenti in nuovi posti di lavoro, infrastrutture e produzione energetica».
Titolo in rialzo in Borsa
Dopo l’annuncio il titolo Enel ha accelerato in Borsa ed è arrivato a salire di oltre lo 0,7% intorno alle 9.30, a fronte di un listino comunque in rialzo, quindi non c’è uno strappo. Nel pomeriggio la Borsa ha girato in negativo ed Enel intorno alle 15.30 è in rialzo dello 0,2 per cento. Covalis ritiene che l’incertezza che circonda il processo di nomina del consiglio di amministrazione contribuisca a far sì che le azioni di Enel vengano scambiate a sconto rispetto alle società del settore e che la società abbia un costo del capitale più elevato di quanto sarebbe altrimenti. Secondo Covalis il processo e il rischio di interferenze sono la ragione principale dello sconto della sua valutazione. Vogliamo porre fine a questo processo e proponiamo che il nostro consiglio di amministrazione indipendente apra un dialogo con gli azionisti, i proxy e gli esperti di corporate governance per proporre una soluzione più in linea con le migliori pratiche internazionali e che produca un risultato migliore per tutti gli stakeholder. «Vogliamo un consiglio di amministrazione diversificato e indipendente, che rifletta la natura internazionale dell’azienda e della sua base di azionisti», ha aggiunto Mecelis.
Il golden power del governo
Da giorni si rincorrevano voci sul fatto che un gruppo di fondi internazionali vorrebbe presentare un elenco di candidati puntando a ottenere la maggioranza all’assemblea del 10 maggio. In ambienti governativi si ricorda che trattandosi di una società strategica per la sicurezza nazionale, Palazzo Chigi ha i poteri del golden power sull’Enel.
Le liste del governo e di Assogestioni
Le altre due liste sono quelle depositate dal Tesoro, che ha proposto Paolo Scaroni presidente, Flavio Cattaneo amministratore delegato e Alessandro Zehenter, Johanna Arbib Perugia, Fiammetta Salmoni e Olga Cuccurullo come consiglieri, e da quella di minoranza di Assogestioni che ha indicato Dario Frigerio, Alessandra Stabilini e Mario Corsi. L’assemblea degli azionisti di Enel convocata appunto il 10 maggio. L’azionariato di Enel vede il ministero dell’Economia e delle Finanze con il 23,6%, gli investitori istituzionali con il 59,4% e gli investitori individuali con il 17%. Per depositare la lista serve almeno lo 0,5% del capitale di Enel che, sulla base dei dati aggiornati a venerdì, equivale ad almeno 290,16 milioni di euro di investimento. Covalis detiene poco più dell’1 per cento. È probabile che la cordata di Mecelis tenti, attraverso una «proxy fight» in assemblea, di convincere altri fondi e conquistare la maggioranza del board dell’Enel.
La lista alternativa
Su questo tema filtra tranquillità al Tesoro e a Palazzo Chigi. La presentazione di una lista alternativa è legittima e la mossa non desta preoccupazione perché farebbe parte delle normali dinamiche societarie. Chi segue il dossier ritiene prematuro parlare di golden power, anche perché prima bisogna vedere cosa accadrà in assemblea. Ma, viene sottolineato, il ricorso ai poteri speciali è uno degli strumenti del governo che potrebbe, per esempio, bloccare le decisioni straordinarie come la cessione di asset che giudica strategici per l’azienda e per il Paese. Già all’assemblea del maggio 2020 alcuni azionisti di Enel — asset manager e investitori istituzionali — avevano presentato una lista di nomi, ma alla fine aveva prevalso la proposta del governo italiano. Enel è chiamata, tra le altre cose, a intervenire sul suo debito da 60 miliardi di euro a fine 2022. Una zavorra che secondo il piano industriale al 2025 dovrebbe essere ridotta anche con la cessione delle attività «non core» valutate circa 21 miliardi di euro.
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L’Economia Opinioni e L’Economia Ore 18
17 apr 2023
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