«Le regole per Wizz Air sono soltanto due: volare con i costi operativi più bassi e crescere il più possibile», dice József Váradi, amministratore delegato di Wizz Air, la low cost nata in Ungheria e che oggi è diventata un gruppo con divisioni a Malta, in Gran Bretagna e negli Emirati Arabi Uniti. Con i suoi 177 aerei, tutti Airbus, la società nel 2022 ha trasportato 45,6 milioni di passeggeri dei quali 8,4 milioni in partenza dall’Italia, con un tasso di riempimento medio dei velivoli dell’86%. L’anno passato, tra guerra in Ucraina e rincaro del cherosene, l’aviolinea ha sofferto più delle sue rivali. Tanto da registrare nel periodo gennaio-dicembre 2022 (diverso dal suo anno fiscale aprile 2022-marzo 2023) un rosso netto di 426 milioni di euro.
Le tre aree
«Ma adesso gli investimenti e gli sforzi fatti l’anno passato iniziano a dare i loro frutti, siamo in una posizione migliore», spiega Váradi durante l’intervista con il Corriere. L’amministratore delegato sottolinea l’intenzione di andare ulteriormente a Oriente grazie agli Airbus A321XLR (dal 2024) in grado di collegare Europa e India senza scalo, come anticipato tempo fa da questo giornale. Oggi le operazioni del gruppo poggiano su tre aree. L’Europa centro-orientale, che rappresenta la metà dell’offerta. Alcuni selezionati mercati dell’Europa occidentale (Londra, l’Italia, l’Austria) pari a un quarto dei sedili in vendita. E infine il Medio Oriente con la succursale ad Abu Dhabi che costituisce un quarto delle attività.

Che estate sarà per Wizz Air?
«Se l’offerta complessiva in Europa sarà ancora inferiore del 5% rispetto al 2019, noi mettiamo sul mercato il 60% in più dei sedili sul periodo pre-pandemia. C’è molta domanda per volare con Wizz Air, un po’ meno con gli altri vettori».
Come se lo spiega?
«Semplice: le persone vogliono viaggiare, vogliono volare, ma non vogliono essere spennate con tariffe altissime per questo guardano sempre più a chi mette a disposizioni biglietti economici: è qui che entriamo in gioco noi».
Come stanno andando le prenotazioni?
«Molto bene. Per questo cresciamo del 60%».
Dove avete aumentato l’offerta?
«Un po’ ovunque, dall’Europa occidentale al Medio Oriente».
Ma se il mercato in Europa è ancora inferiore a quella del 2019 e voi crescete del 60% questo non vi costringe a ridurre ulteriormente i margini di guadagno per vendere i sedili? C’è sufficiente domanda per riempire i vostri aerei?
«Assolutamente sì. Se guardiamo al tasso di riempimento degli ultimi due mesi siamo sul 92-93%, stiamo tornando ai valori pre pandemia (94%). E non dimentichiamoci che stiamo riempiendo aerei più grandi. Questo succede perché gli altri vettori stanno aumentando i prezzi».

Le tariffe medie salgono un po’ ovunque. Questo vale anche per voi?
«L’incremento è marginale».
Di quanto?
«Dipende dal periodo, ma siamo sul +5, +10%, comunque meno degli altri».
Se cercate di tenere le tariffe basse vorrà dire che guadagnate da qualche altra parte.
«Stiamo cercando di vendere sempre di più i prodotti extra. Ci siamo posti come obiettivo di aumentare gli introiti ancillari ogni anno di un euro a passeggero e ci stiamo riuscendo».
Wizz Air è tra le compagnie aeree che nel mondo guadagnano più dagli extra. Fino a dove volete arrivare?
«Vogliamo che la gente spenda per il tipo di servizio che chiede, non vogliamo che paghi il cappuccino di qualcun altro. E non dimentichiamoci del ruolo importante che hanno le tariffe base».
Cosa intende?
«Servono a stimolare la domanda. Là fuori ci sono milioni di persone che non hanno mai volato. Guardiamo all’Europa occidentale: il 60% non ha mai preso un aereo. A Est addirittura l’80% non ha mai volato. Quello che dobbiamo fare è convincere proprio quella grossa fetta a imbarcarsi. Non solo. Con le tariffe basse aumenta anche la frequenza dei viaggi».

L’anno scorso avete sofferto più degli altri e i conti non sono andati bene.
«Vero. Un po’ per l’inflazione, un po’ perché non ci eravamo tutelati dalle fluttuazioni del prezzo del cherosene, abbiamo dovuto riprogrammare alcune cose con la chiusura dell’Ucraina a causa della guerra. Ma queste sono ormai cose del passato».
Cos’è cambiato?
«Quest’anno i costi operativi stanno raggiungendo i livelli desiderati, siamo più protetti dal rincaro del carburante, gli aerei hanno tassi di utilizzo ormai ai valori pre Covid».
I jet di Wizz Air sono sempre di più.
«Nei prossimi mesi ci consegneranno altri 40 nuovi aerei, cosa che ci consentirà di ringiovanire ulteriormente la flotta e di incrementare il numero medio di sedili per volo dal momento che passiamo dagli Airbus A320 con 180 sedili agli A321neo con 239 posti. E questo ci dà un vantaggio sui rivali».
In che senso?
«La maggior parte dei concorrenti soffre l’aumento dei costi: per l’inflazione, per i contratti di lavoro, per i problemi nella catena di approvvigionamento. E non hanno modi per contenere questi effetti così devono aumentare il prezzo dei biglietti, cosa che noi possiamo compensare facendo volare aerei più capienti e tenendo bassi i costi operativi».
L’estate passata è stata un incubo per centinaia di migliaia di passeggeri europei con ritardi e cancellazioni, anche per quanto riguarda Wizz Air. Succederà lo stesso questa estate?
«A livello di settore sì, penso che vedremo ancora parte dei disagi di un anno fa, anche se andrà leggermente meglio».
E a livello di Wizz Air?
«Abbiamo preparato diversi scenari e uno riguarda anche un’estate simile a quella passata. Motivo per cui abbiamo fatto diversi investimenti negli ultimi tempi».
Su cosa siete intervenuti?
«Abbiamo raddoppiato il personale che si occupa delle operazioni quotidiane, passando da 150 a 300. Abbiamo rivisto anche i movimenti degli aerei lasciando più margini di manovra a piloti e assistenti di volo nel caso di ritardi, riducendo al minimo il rischio che vengano superati i limiti orari. Abbiamo stabilito un maggior numero di personale di volo in attesa, pronti a subentrare nel caso ci fosse bisogno. Abbiamo più aerei di riserva, più motori e più pezzi di ricambio».
E questo sta portando risultati?
«Se guardiamo alle operazioni dei primi tre mesi di quest’anno Wizz Air è stata la compagnia migliore in Europa per quanto riguarda i voli: abbiamo cancellato soltanto lo 0,2% dei decolli programmati».
(il Corriere ha controllato il dato fornito da Váradi sulle cancellazioni: il numero è confermato dai valori estratti dalle piattaforme specializzate Diio Mi e FlightAware e dagli analisti di Raymond James. Nel confronto sono stati considerati anche Ryanair, easyJet, il gruppo Air France-Klm, British Airways, Iberia, il gruppo Lufthansa)

Parliamo dell’Italia. Quanti aerei baserete quest’anno e come sarà l’offerta?
«Sono 25 gli aerei basati nel vostro Paese. Cresciamo significativamente a Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Abbiamo anche avviato diversi voli con il Medio Oriente. L’investimento è significativo e ora dobbiamo puntare a consolidarci. Entro quattro, cinque anni vorremmo raddoppiare la flotta in Italia portandola a 50 aerei».
(secondo i dati sui sedili in vendita da/per l’Italia nei primi dieci mesi di quest’anno si nota un sostanziale pareggio dell’offerta rispetto all’anno passato)
I due mercati principali, Fiumicino e Malpensa, sono diversi?
«Non vediamo tutta questa differenza, quello che cambia è contro chi dobbiamo combattere. A Roma c’è Ita Airways, mentre a Milano ci sono le low cost».
Come vanno le attività con la divisione ad Abu Dhabi?
«Molto bene. Raddoppieremo la flotta nel prossimo anno dagli attuali 8 aerei a 16».
Il consolidamento in Europa sta diventando una realtà. Voi dove state guardando?
«C’è differenza tra osservare e prendere. Ovviamente stiamo seguendo quello che accade nel settore. Ma uno dei punti fondamentali del nostro modello di business è ridurre al minimo la complessità, semplificare le attività e assicurarsi di avere i costi operativi più bassi. Ogni complessità aggiuntiva ci farebbe perdere il vantaggio sul fronte dei costi».
Quindi scartate un’operazione di fusione o acquisizione?
«Non sarebbe coerente con il nostro modello di business. Non siamo Lufthansa, Air France-Klm e Iag. Siamo più interessati ad acquistare asset».
Cioè?
«Abbiamo per esempio comprato il pacchetto di slot di Norwegian Air a Londra Gatwick. Trasporteremo in un anno 14 milioni di persone in più, da 51 milioni a 65 milioni. Se posso fare tutto questo da solo perché dovrei comprare un’altra compagnia?».
Cosa sarà Wizz Air nei prossimi tre, cinque anni?
«Molto semplice: a fine 2023 avremo 200 aerei, a fine 2026 la flotta crescerà a 300 jet che saliranno a 500 alla fine di questo decennio».
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16 apr 2023
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