Marzo 22, 2023

Fed, Powell: inflazione non scende, i tassi saliranno più del previsto

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Politica monetaria

Fed (Powell): «Tassi di interesse più alti di quanto previsto in precedenza»

di Marco Sabella

Fed (Powell): «Tassi di interesse più alti di quanto previsto in precedenza» Il presidente della Fed Jerome Powell

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha usato toni inaspettatamente duri nel suo discorso di oggi 7 marzo alla Commissione Economica Congiunta del Congresso degli Stati Uniti. Toni che mettono in forse l’ipotesi di un punto di arrivo del rialzo dei tassi Usa poco al di sopra dei 5%, come ipotizzato da molti analisti, rispetto all’attuale livello del 4,75% per i Fed Funds, deciso nell’ultima riunione del Fomc, il braccio operativo della Fed, il 1° febbraio scorso. «Sebbene l’inflazione si sia attenuata negli ultimi mesi, il processo per riportare l’inflazione al 2% ha ancora molta strada da fare ed è probabile che sia accidentato. Come ho accennato, gli ultimi dati economici sono stati più forti del previsto, il che suggerisce che il livello finale dei tassi di interesse sarà probabilmente più alto di quanto previsto in precedenza. Se la totalità dei dati dovesse indicare che un inasprimento più rapido è giustificato, saremmo pronti ad aumentare il ritmo degli aumenti dei tassi. Il ripristino della stabilità dei prezzi richiederà probabilmente il mantenimento di un orientamento restrittivo della politica monetaria per un po’ di tempo» Così Jerome Powell, governatore della Federal Reserve, è intervenuto al Congresso a Washington davanti alla Commissione Economica Congiunta.

Tempi lunghi

«Se la totalità dei dati dovesse indicare che è giustificata una stretta più rapida, saremmo pronti ad aumentare il ritmo dei rialzi dei tassi», ha precisato il presidente della Federal Reserve. «Con un’inflazione ben al di sopra del nostro obiettivo di lungo periodo del 2% e con un mercato del lavoro che rimane estremamente forte – ha spiegato Powell – il Fomc ha continuato a inasprire l’orientamento della politica monetaria, aumentando i tassi di interesse di 4-1/2 punti percentuali nell’ultimo anno. Continuiamo a ritenere che i continui aumenti dell’intervallo obiettivo del tasso sui fondi federali saranno appropriati per raggiungere un orientamento di politica monetaria sufficientemente restrittivo da riportare l’inflazione al 2% nel tempo. Inoltre, stiamo proseguendo il processo di riduzione significativa delle dimensioni del nostro bilancio». «Stiamo vedendo gli effetti delle nostre azioni politiche sulla domanda nei settori economici più sensibili agli interessi, ha aggiunto. Tuttavia, ha osservato il numero uno della Fed, «ci vorrà del tempo prima che gli effetti della restrizione monetaria si manifestino appieno, soprattutto sull’inflazione».

Il picco dei tassi Usa? Forse al 5,75%

«Al momento non si può escludere che la Federal Reserve possa decidere di alzare i tassi di 50 punti base nella riunione del FOMC del 21/22 marzo in caso di un mercato del lavoro ancora molto forte (come dimostrato nel report di gennaio) e con pressioni inflazionistiche crescenti. Il nostro scenario base rimane ancora invariato su quattro rialzi consecutivi dei tassi d’interesse da parte della FED di 25 punti base nelle prossime riunioni di marzo, maggio, giugno e luglio, portando il costo del denaro negli Stati Uniti a un terminal rate di 5,50%-5,75%», ha commentato Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

Si rafforza il dollaro, cedono le Borse

Già in ribasso nelle ore precedenti, l’euro perde ulteriormente quota dopo le parole da «falco» di Jerome Powell. Il presidente della Federal Reserve, parlando alla Commissione bancaria del Senato, ha anticipato una politica monetaria potenzialmente ancora piu’ aggressiva, se le condizioni economiche lo permetteranno. Cosi’ la moneta unica e’ scivolata fin sotto la soglia di 1,06 dollari, a un minimo di 1,0593, per poi assestarsi a 1,061 dollari (da 1,066 dollari e 1,0679 ieri in chiusura). Il «falco» Jerome Powell, anticipando una politica monetaria potenzialmente piu’ aggressiva del previsto, ha gelato le Borse europee, che hanno virato in calo dopo le sue parole e hanno chiuso sui minimi di seduta (Milano -0,67%, Parigi -0,46%, Francoforte -0,61%, Londra -0,13%, Madrid -1%, Amsterdam -1,09%). Negli Usa il Dow Jones è giù dell’1,19% e il Nasdaq di circa il -0,7%

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07 mar 2023

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, https://www.corriere.it/economia/finanza/23_marzo_07/fed-powell-tassi-interesse-piu-alti-quanto-previsto-precedenza-9098cdb0-bd01-11ed-b743-21e74a13bd9b.shtml, Economia,

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