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di Emanuele Buzzi
L’ex presidente della Camera sulla riformulazione del reddito di cittadinanza: «Una scelta ideologica che ci allontana dagli altri Paesi, fatta contro le persone più fragili»
Roberto Fico, il reddito di cittadinanza non c’è più. Al suo posto ci sarà Mia, Misura di inclusione attiva.
«Sono solo indiscrezioni, ma già bastano a far vedere un governo in confusione. Sono in preda alle loro contraddizioni, dall’immigrazione alla giustizia. E anche sulla lotta alla povertà. Solo una cosa è chiara: sono state tagliate risorse in questo ambito con l’ultima legge di bilancio. Questo è un segnale pessimo, che mostra un governo miope rispetto ai bisogni di cittadini e famiglie».
La nuova misura di fatto riduce l’importo e la platea di chi potrà percepire.
«Abolire il reddito di cittadinanza è stata una scelta ideologica che ci riporta al passato e ci allontana dagli altri Paesi europei. Una scelta fatta contro le persone più fragili e in difficoltà. Meloni e Salvini hanno commesso un grave errore solo per far qualcosa contro il Movimento 5 Stelle. Vedremo come sarà strutturata la nuova proposta, di sicuro però proteggerà meno persone e in maniera meno incisiva. Farebbero una miglior figura a chieder scusa e ripristinare il reddito».
Non tutti però criticano l’esecutivo. Il Codacons ha applaudito la scelta del governo.
«A me non preoccupano le reazioni politiche ma la tutela dei cittadini che oggi percepiscono il reddito di cittadinanza».
Voi avete fatto cadere il governo Draghi per difendere le vostre battaglie, in primis il reddito e il Superbonus: queste misure sono saltate. Avete sbagliato strategia?
«Il governo Draghi è caduto perché era cambiato il contesto politico ed erano cambiate le condizioni politiche. Il Movimento ha mantenuto la sua linea con coerenza rispetto a tematiche su cui ha sempre lavorato e che ha continuato a portare avanti, come quelle legate all’ambiente e alla questione dell’inceneritore a Roma».
All’opposizione potrete fare ben poco per Superbonus e reddito: ora quali sono gli obiettivi politici del Movimento?
«Possiamo fare una battaglia politica per difendere due misure importanti, e questo faremo in Parlamento e fuori. Poi nel nostro programma ci sono anche altre proposte: salario minimo, riduzione dell’orario a parità di salario, transizione ecologica. Faremo il nostro lavoro come forza di opposizione e presenteremo ai cittadini proposte strutturate, alternative a quelle della destra, un’altra visione di società. E poi c’è il netto no contro l’autonomia differenziata così come disegnata dal ministro Calderoli».
La gestione dei migranti è un tema importante. Cosa pensa del Cdm a Cutro e dell’operato di Piantendosi?
«Il consiglio dei ministri a Cutro è solo un spot, Meloni sarebbe dovuta andar prima, sarebbe stato opportuno. Piantedosi oggi doverosamente riferirà in Parlamento dopo le parole imbarazzanti e vergognose pronunciate proprio in Calabria. Non basta: anche il ministro Salvini deve riferire presto alle Camere su quanto di suo competenza. Serve chiarezza sul perché i soccorsi non sono intervenuti per salvare quelle persone a pochi metri dalla costa».
Lei sta facendo un tour per il Sud contro l’autonomia differenziata. È stato anche uno dei principali promotori dell’asse con i dem. Vedrebbe al suo fianco Conte e Schlein in qualche tappa?
«Farò altre tre tappe in Calabria nelle prossime settimane. In questi giorni ho incontrato cittadini preoccupati dall’impatto che potrebbe avere specialmente al sud l’autonomia differenziata. Sono stati incontri partecipati e organizzeremo altre iniziative per accendere i riflettori sulla questione. Il Movimento è in prima fila nella lotta contro l’autonomia differenziata, una norma che può aumentare i divari e dividere l’Italia, mentre il Paese andrebbe unito e reso sempre più coeso. Certamente può essere un tema su cui convergere con il Pd. Serve un’opposizione netta a questo provvedimento».
I sondaggi intanto vi danno tutti dietro al Pd…
«Anche alla vigilia delle ultime elezioni i sondaggi ci davano molto più in basso. Poi le elezioni sono un’altra cosa».
7 marzo 2023 (modifica il 7 marzo 2023 | 07:21)
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