Ottobre 1, 2023

Spesa, le private label valgono quasi un terzo del carrello: le ragioni del successo

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Da Esselunga a Conad: perché i prodotti a marchio dei supermercati hanno successo

Non si ferma la corsa delle private label. I marchi con l’insegna del distributore continuano a crescere. Di fatto oggi, in base alle rilevazioni di Nielsen IQ, valgono il 31% del totale delle vendite di supermercati, ipermercati e discount. In pratica quasi un prodotto su tre acquistato dagli italiani è a marchio del distributore. Da cosa deriva tanto successo? Sicuramente conta il prezzo. Le private label hanno, infatti, un prezzo inferiore rispetto a quello delle marche note. In media la differenza è intorno al 20-25% ma, in alcuni casi, può superare il 40%. Ciò tuttavia non va a discapito della qualità in quanto queste linee sono realizzate da imprese specializzate, che lavorano per conto terzi, oppure dalle stesse aziende che possiedono i big brand.

I produttori spesso sono i grandi marchi

Per verificare chi è il produttore basta leggere l’etichetta, dove spesso è indicato esplicitamente il nome dell’azienda produttrice. Così, il latte uht della linea Equilibrio di Esselunga è prodotto dalla Centrale del latte di Brescia mentre le farfalle di grano duro di Conad sono realizzata da La Molisana e la marmellata bio al mirtillo di Carrefuor arriva da Apicoltura Casentinese. Attenzione però: anche se lo stabilimento da cui escono è il medesimo, non è detto che i prodotti siano del tutto sovrapponibili. Accade, infatti, che le ricette siano simili ma non identiche. Possono, per esempio, variare nelle percentuali degli ingredienti o nella provenienza di alcune materie prime.

Investimenti in crescita

Le insegne della distribuzione stanno investendo in maniera massiccia sulle private label. La conferma arriva da Coop, che ha dichiarato di avere in programma l’inserimento di 5.000 nuovi prodotti. Il motivo è evidente: la gestione diretta garantisce una marginalità maggiore. Non solo: attraverso il lancio di linee specifiche, un’insegna può enfatizzare alcuni tratti di immagine e, in tal modo, tentare di differenziarsi dai concorrenti. C’è chi – come Esselunga – punta sul bio e sul naturale, posizionandosi nell’area del benessere, e chi – come Conad – valorizza le specialità regionali, sottolineando in tal modo il legame con il territorio.

Il fenomeno riguarda anche l’elettronica

Il fenomeno non riguarda solo la grande distribuzione ma coinvolge anche le insegne specializzate in elettronica. Un esempio arriva da Mediaworld, che opera attraverso un portafoglio composito di private label. Si va da Peaq (elettronica di consumo) a Isy (accessori) sino ad arrivare a Koenic (elettrodomestici). Certo, è probabile che – soprattutto nel caso di categorie dal prezzo più elevato e di prodotti destinati a durare nel tempo – i consumatori siano, almeno all’inizio, un po’ più diffidenti. Una diffidenza che può essere superata grazie a vari fattori, quali l’intervento del personale addetto alla vendita, le recensioni positive di altri clienti o le caratteristiche del servizio after sales.

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05 mar 2023

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