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Criptovalute
di Gabriele Petrucciani
Da Firenze a Milano, da Genova a Padova, accelerano le indagini sul caso The Rock Trading, che lo scorso 17 febbraio ha interrotto l’operatività sulla propria piattaforma, rendendo inaccessibili i «conti» in criptovalute di circa 34mila clienti italiani. Dal blocco sono ormai passate tre settimane e tra i risparmiatori cresce la paura di aver perso tutto quello che avevano investito.
Ma cosa si può fare per provare a salvare il salvabile? In attesa che il quadro su ciò che è accaduto diventi più chiaro, i clienti intrappolati dovrebbero in primis rivolgersi all’Oam, l’Organismo degli agenti mediatori e creditizi presso cui è attivo il registro degli operatori in valute virtuali, e poi cercare di mettere in mora la società di revisione Bdo, interrompendo così la prescrizione. E intanto si potrebbe anche valutare l’adesione alla class action promossa da Siti, il sindacato nazionale per la tutela del risparmio e degli investimenti.
Le indagini sulla piattaforma di trading in criptovalute
Frode informatica, accesso abusivo a un sistema informatico, truffa e appropriazione indebita. Sono queste le ipotesi di reato su cui indagano la procura di Firenze e quella di Milano. Ma dalle indagini condotte negli uffici di Milano, Genova e Padova, e negli appartamenti dei due fondatori, Andrea Medri e Davide Barbieri, sono emerse anche alcune violazioni nella redazione del bilancio. Fatto che aprirebbe anche all’ipotesi di un reato di tipo societario.
Già in due precedenti occasioni The Rock Trading era finita sotto i riflettori. Nel 2019, per malagestione della società, e nel 2021, quando a seguito di un attacco informatico degli hacker riuscirono a sottrarre criptovalute per un valore di 904 mila euro. In entrambe le occasioni, la piattaforma italiana di criptovalute ne è uscita indenne. Ma questa volta il danno reputazionale sembra inevitabile.
Il ruolo dell’Oam e gli interrogativi sulla società
L’Oam, ovvero l’Organismo degli agenti e mediatori creditizi presso cui è attivo il registro degli operatori in valute virtuale, non ha poteri di vigilanza però, come sottolinea Luca Valdameri, partner di Pirola Pennuto Zei & Associati, «ha il potere sia di sospendere l’operatività sia di richiedere informazioni periodiche e puntuali. Se fossi un risparmiatore, quindi, incomincerei a rivolgermi proprio all’Oam, per sapere cosa stanno facendo». Anche perché, nonostante il blocco dell’operatività comunicato e l’avvio delle indagini da parte delle procure di Firenze e Milano, sull’Oam The Rock Trading risulta ancora attiva, in tutti i servizi offerti, che forse andavano sospesi almeno in via cautelativa. E questo è molto strano. «Rimane da chiedersi come mai un risparmiatore si sia affidato a una Srl unipersonale, con un capitale sociale di 10 mila euro, un amministratore unico (Andrea Medri, ndr) e senza nessun tipo di governance a livello societario», si interroga Valdameri.
La replica di Oam
Non si è fatta attendere la replica di Oam che, nel confermare l’assenza di poteri di controllo sugli operatori in criptovalute per quanto riguarda la corretta e trasparente operatività degli stessi nei confronti dei clienti e per quanto riguarda gli obblighi previsti con riferimento alle disposizioni antiriciclaggio, ricorda che il suo ruolo è quello di «gestore» del Registro al quale gli operatori devono iscriversi per poter operare in Italia. L’Organismo, precisa poi che «le uniche richieste di informazioni che possono essere avanzate nei confronti degli operatori dall’Oam riguardano esclusivamente i requisiti relativi alla loro iscrizione. Gli operatori devono invece trasmettere all’Organismo i dati relativi alla clientela e alle transazioni effettuate: tuttavia, tale trasmissione non è ancora operativa in attesa dell’obbligatorio parere del Garante della Privacy». Quanto ai poteri di sospensione degli iscritti dal Registro, l’Oam sottolinea che questi «sono limitati alla sola ipotesi di violazione dell’obbligo di comunicazione dei dati trimestrali relativi alle operazioni effettuate dalla clientela, per un periodo non inferiore a tre mesi e non superiore a un anno».
La vigilanza dei sindaci
Risalendo la catena di un livello si arriva alla società madre, Digital Rock Holding (proprietaria al 100% di The Rock Trading), con un capitale sociale di 955.393 euro che per il 75% circa è nelle mani di Medri (anche amministratore delegato) e Barbieri. La parte restante è distribuita tra Paolo Rebuffo, Andrea Rossi, Paolo Benazzi e ad altri soci (il 15%) circa. Digital Rock Holding ha anche un consigliere, nelle vesti di Daniele Pregnolato, e un collegio sindacale (composto dal presidente Pier Paolo Vodola, dai due sindaci effettivi Elisabetta Lucchini e Renzo Amadio, e dalla società di revisione Bdo), «nei confronti dei quali pare legittimo andare a ricercare qualche responsabilità, perché avrebbero dovuto vigilare», sottolinea Valdameri. D’altronde, il collegio sindacale deve controllare l’attività degli amministratori, la gestione sociale, la tenuta dei libri contabili e la formazione del bilancio.
La società di revisione
L’altro soggetto che avrebbe dovuto vigilare è la società di revisione Bdo di The Rock Trading (è anche revisore unico in Digital Rock Holding) che, pur non essendo una delle Big Four (Pwc, Deloitte, EY e Kpmg), è comunque una multinazionale ben strutturata. «È un organo di controllo che deve svolgere periodicamente verifiche sulla continuità aziendale – spiega Valdameri –, e a dicembre avrebbe dovuto finire la revisione, emettendo proprio in questi giorni la relazione. Come investitore potrei pensare di mettere in mora proprio la società di revisione, che ha un’assicurazione professionale, interrompendo così la prescrizione. Col nuovo codice sulla crisi delle imprese, i revisori devono immediatamente segnalare situazioni di potenziali default. Se il revisore non avesse fatto i dovuti controlli allora sarei legittimato a chiedere a lui i danni ex art. 15 D.Lgs. 39/2010. Bisogna essere tempestivi in questo momento , valutando ogni azione con l’aiuto di professionisti competenti».
Il ruolo di Bdo in Tether
Tra l’altro Bdo è anche revisore delle riserve di Tether (che ha una rilevanza sistemica rispetto a The Rock Trading), il discusso stablecoin che capitalizza oltre 70 miliardi di dollari (dati Coinmarketcap.com) e che dovrebbe avere riserve per una cifra corrispondente. Ma il mercato è diffidente sulla reale consistenza delle riserve, visto che già in passato Tether è finita sotto i riflettori proprio per non avere liquidità sufficiente per sostenere tutti i token Tether in circolazione. Un’accusa mossa dall’ufficio del procuratore generale di New York che ha poi portato al pagamento di una multa da parte di Tether e dell’exchanger Bitfinex di 18,5 milioni di dollari.
Il monito di Consob
Sull’importante ruolo dei revisori che assumo incarichi professionali in società che operano nel settore dei crypto asset era intervenuto a dicembre dello scorso anno anche il presidente di Consob, Paolo Savona, che aveva sottolineato come gli avvenimenti più recenti abbiano messo in luce gli elevati rischi connessi alle criptovalute, richiedendo una «particolare attenzione da parte dei revisori, tenuto conto delle potenziali responsabilità professionali e legali che derivano dall’accettazione e dallo svolgimento di incarichi su soggetti che operano nel settore». Savona ha così invitato le società di revisione e i revisori legali a svolgere «un’adeguata valutazione dei rischi in sede di acquisizione e mantenimento di incarichi di revisione legale» relativi a società che gestiscono piattaforme di exchange o di intermediazione e deposito di crypto asset.
I documenti indispensabili
Come documenti indispensabili per far valere le proprie ragioni, Valdameri consiglia di scaricarsi «tutta la reportistica disponibile e di recuperare i bonifici fatti per trasferire sia moneta fiat sia criptovalute». La reportistica può essere scaricata direttamente dalla piattaforma di The Rock Trading, che dallo scorso 21 febbraio ha riaperto solo in modalità di consultazione, dando dunque la possibilità a tutti i clienti di poter accedere alle proprie informazioni.
La class action
Intanto, per tutelarsi ulteriormente è possibile anche aderire alla class action promossa contro The Rock Trading da Siti, il sindacato italiano per la tutela dell’investimento e del risparmio. L’azione collettiva è a tutela dei clienti della piattaforma (ricordiamo che sono quasi 35 mila), ma anche di chi aveva partecipato al crowdfunding lanciato a luglio 2020 dalla controllante Digital Rock Holding.
La decisione di Siti di lanciare una class action arriva dopo che Stefania Barsalini (fondatrice della società Db Tax, in cui lavorano come collaboratori anche Pier Paolo Vodolo ed Elisabetta Lucchini, rispettivamente presidente del collegio sindacale e sindaca di Digital Rock Holding), presidente di The Rock Trading, ha rassegnato le dimissioni lo scorso 23 febbraio.
Uno sguardo all’assemblea
Ora l’attenzione è tutta rivolta all’assemblea di Digital Rock Holding che si terrà in prima convocazione il prossimo 21 marzo e in secondo convocazione il 22 marzo (l’avviso è pubblicato sul sito della società). All’ordine del giorno «la nomina del nuovo organo amministrativo, a seguito della decadenza del consiglio di amministrazione per il venir meno della maggioranza degli amministratori nominati dall’assemblea, e l’informativa in merito alle vicende occorse, nonché alle misure adottate e alle azioni intraprese con riferimento all’interruzione dell’operatività della piattaforma The Rock Trading».
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06 mar 2023
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