Marzo 22, 2023

Cassa Depositi e l’offerta per la rete Tim: ecco perché è considerata «asset strategico» per l’Italia

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domande e risposte

di Federico De Rosa

Perché la rete Tim è un asset strategico per l’Italia: sicurezza dei dati e svolta digitale

Perché la rete di Tim è così importante?
La rete di telecomunicazioni di Tim è la più estesa d’Italia: è composta da oltre 21 milioni di chilometri di cavi in fibra ottica e copre l’89% delle abitazioni. È la principale infrastruttura per la trasmissione dei dati di cittadini, imprese e pubblica amministrazione. É considerata strategica per la sicurezza nazionale ed è lo snodo principale per la digitalizzazione del Paese, che passa per l’introduzione delle applicazioni digitali fondamentali per il futuro delle imprese italiane e per l’ammodernamento dei servizi al cittadino da parte della pubblica amministrazione previsto dal Piano di ripresa e resilienza. L’infrastruttura di Tim comprende anche i cavi internazionali di Sparkle.

Di chi è la proprietà dell’infrastruttura?
Il primo azionista del gruppo telefonico è la media company francese Vivendi, che ha una quota del 23,75%, secondo azionista è la Cassa depositi e prestiti con il 10%. Il capitale restante è suddiviso tra investitori istituzionali esteri, a cui fa capo poco più del 44%, investitori istituzionali italiani con il 3,5% circa e mercato.

Perché Tim l’ha messa in vendita?
Il gruppo Tim ha varato lo scorso anno un piano che prevede la separazione della rete fissa dal business del servizi attraverso il conferimento in due diverse società: NetCo per la rete e ServCo per i servizi commerciali. Il piano ha l’obiettivo di superare il modello di business integrato e consentire così alla rete di avere vita propria per beneficiare di vantaggi regolatori, consentendo al contempo di sviluppare le attività commerciali senza vincoli. Il piano di separazione ha creato i presupposti per la vendita della rete fissa, attraverso cui il gruppo telefonico farebbe cassa per migliorare il bilancio e ridurre il debito che oggi ammonta a oltre 20 miliardi di euro. Nella NetCo verrebbero trasferiti anche migliaia di dipendenti, riducendo i costi per Tim.

Quanto vale?
Sul valore della rete Tim ci sono stime che vanno dai 20 miliardi fino ai 31 miliardi, indicati dal primo azionista Vivendi come obiettivo per poter dire sì alla vendita. Il prezzo include tutti gli asset della rete: dalla dorsale che attraversa l’Italia, all’ultimo miglio che arriva nelle case fino ai cavi internazionali di Sparkle.

Qual è l’interesse del governo?
Il governo ha dei poteri speciali, denominati «Golden Power», che gli consentono di tutelare gli assetti proprietari e fissare condizioni per le decisioni strategiche relative alla rete. Il governo Meloni ha deciso di mettere in sicurezza l’infrastruttura creando una rete nazionale, che passerebbe per lo scorporo della rete da Tim e l’affidamento in mano pubblica. Una scelta dettata anche dal timore che il gruppo telefonico possa essere scalato da parte da investitori stranieri. Rischio che nel 2021 si è fatto concreto quando il fondo Kkr si era fatto avanti per lanciare un’Opa e prendere il controllo di Tim.

Cosa vuole fare Cassa depositi e prestiti?
La Cassa depositi e prestiti, controllata dal ministero dell’Economia, è stata indicata come veicolo per realizzare il piano del governo per la rete nazionale. La Cdp ha il 10% del capitale di Tim e in passato aveva esplorato più di una volta la possibilità di comprare la rete, senza arrivare però ad un accordo. L’ultima trattativa risale allo scorso anno quando Cdp ha firmato con Tim un memorandum d’intesa per esplorare un’integrazione tra la rete del gruppo telefonico con Open Fiber, la società controllata dalla Cassa con il fondo australiano Macquarie, a cui è stato affidato il progetto pubblico Banda Ultra Larga per la rete in fibra ottica. Dopo il fallimento della trattativa ci sono stati tentativi da parte del governo di esplorare possibili alternative ma mentre erano in corso le discussioni, venti giorni fa il fondo americano Kkr si è fatto avanti a sorpresa con una proposta per comprare la rete. Con l’offerta approvata ieri, Cdp e Macquarie rispondono quindi all’incursione di Kkr per cercare di portare l’infrastruttura sotto il cappello pubblico. In prospettiva ci sarebbe l’integrazione con Open Fiber per creare una rete unica nazionale.

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06 mar 2023

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, https://www.corriere.it/economia/aziende/23_marzo_06/perche-rete-tim-asset-strategico-l-italia-sicurezza-dati-svolta-digitale-a96cfef8-bb7e-11ed-bd21-1b5b3f6000de.shtml, Economia,

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