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di Claudio Del Frate
Il governo si riunirà giovedì a Cutro, Mattarella ha chiesto «decisioni concrete», la strada sembra quella degli arrivi regolari e controllati. Ma quanti? Ecco le cifre (divergenti) su cui si discute
Il 9 marzo il consiglio dei ministri si riunirà a Cutro e discuterà della questione dei migranti. Una decisione presa dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni sull’onda dell’emozione suscitata dalla strage dei migranti del 28 febbraio. Ma di cosa potrà discutere l’esecutivo? Mattarella proprio oggi ha detto che è giunto il momento di prendere «decisioni concrete». Due sono i fronti di intervento: l’accoglienza e gli ingressi legali. Sul secondo in particolare la strada più immediata che può essere intrapresa è quella di un decreto flussi che garantisca arrivi in sicurezza. Anche se la Lega , al contrario, vuole restrizioni. Ma quanti migranti servono all’Italia? Negli ultimi giorni sono circolate cifre molto divergenti tra loro anche all’interno del governo Meloni. Eccole in sintesi.
* I 500.000 di Lollobrigida – Nei giorni scorsi hanno fatto scalpore le parole pronunciate dal ministro per l’agricoltura Francesco Lollobrigida, di Fratelli d’Italia. «Noi quest’anno lavoreremo per far entrare legalmente quasi 500.000 immigrati. Questo può essere organizzato anche attraverso accordi multilaterali e bilaterali per sostenere l’immigrazione legale» ha detto il fedelissimo di Giorgia Meloni uscendo da un vertice a Bruxelles. Parole sorprendenti anche perché per anni FdI aveva mantenuto una linea durissima nei confronti dell’immigrazione, arrivando a teorizzare che dietro gli sbarchi si celasse un «piano di sostituzione etnica».
* Gli 82.000 di Piantedosi – Il ministro dell’interno sta predisponendo il nuovo decreto flussi, vale a dire il provvedimento grazie al quale potranno entrare regolarmente in Italia immigrati extracomunitari immediatamente assunti. La quota fissata da Piantedosi è di 82.705 «visti»: il numero più alto dal 2007 ma sensibilmente più basso da quello ipotizzato da Lollobrigida. In più è intenzione del Viminale porre un ulteriore freno: l’assunzione di stranieri verrà consentita solo dopo che sarà accertata l’indisponibiità di residenti in Italia a occupare quel determinato posto di lavoro. Il click day è fissato per il 27 marzo.
* I 200.000 dell’anno passato – Il decreto flussi del 2022 era stato ancor più parsimonioso: appena 62.000. Tuttavia, una volta aperte le prenotazioni in pochi minuti in pochi minuti sul sito del ministero erano piovute in pochi minuti oltre 200.000 richieste. Segno che la domanda da parte di aziende e famiglie è di gran lunga superiore a quella consentita dal governo.
* I 400.000 dello studio Idos – Ma qual è il reale fabbisogno di manodopera straniera in Italia? La girandola di cifre è continua da anni le organizzazioni imprenditoriali (prima del Nord est, poi di tutta Italia) avvertono che non ci sono abbastanza persone per coprire le richieste di lavoro. Un dossier elaborato nel dicembre 2021 dal centro studi Idos ha formulato una cifra: all’Italia servirebbero 400.000 nuovi migranti in pianta stabile per compensare da un lato la ripresa economica e dall’altro il calo demografico visto che stanno andando in pensione le classi di età più numerose, quelle dei nati durante il periodo del baby boom. In agricoltura il fenomeno è già macroscopico: secondo Coldiretti, un addetto su 4 (circa 380.000) del settore è già straniero.
* L’aria è comunque cambiata – Una cosa appare ormai certa: il clima politico attorno all’emergenza migranti è rapidamente mutato. Se fino a pochi anni fa il fenomeno veniva considerato a destra come sinonimo di invasione e disordine, tanto da sconfinare in teorie complottiste, ora il governo di destra (soprattutto Fratelli d’Italia) ha mutato atteggiamento e parla di fenomeno da governare: per assecondare le richieste del tessuto economico ma anche perché non si ripetano più tragedie come quella di Cutro.
* L’altolà della Lega – Le resistenze arrivano ancora dalla Lega: fino a pochi giorni fa, in sede di conversione del decreto sulle Ong, i parlamentari del Carroccio avevano cercato di ripristinare alcune norme contenute nel decreto Salvini del primo governo Conte. L’argomento si riproporrà giovedì 9 marzo- proprio in coincidenza con la trasferta del governo a Cutro – in Commissione Affari costituzionali, alla Camera, la proposta di legge della Lega che prevede una stretta sui permessi di soggiorno per i migranti. Il testo vede come primi firmatari i deputati Iezzi e Molinari e reintroduce alcune norme contenute nei decreti Salvini del 2018 (poi abrogate nel 2020 dal governo «giallorosso») che imponevano un giro di vite nella concessione dei permessi, riducendo l’elenco delle condizioni per richiedere la protezione speciale.
6 marzo 2023 (modifica il 6 marzo 2023 | 23:13)
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