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di Redazione politica
L’ex premier giudica positivamente l’incontro fra la nuova segretaria del Pd e il presidente di M5S Conte. «Le primarie hanno rianimato il partito»
«Prima non c’era nessuna alleanza, quindi c’è il problema di uno studio tattico. Ieri è stato un primo interessante incontro, sono convinto che Schlein deve definire prima il programma del Pd. Solo così poi ci può essere un’alleanza altrimenti si parte in modo debole. È stato bella ma è stata solo una prima esplorazione». Così Romano Prodi, ospite a Mezz’ora in più su Rai3, in merito all’incontro di ieri tra Schlein e Conte e la possibilità di un’alleanza tra Pd e M5S per allargare il fronte del centrosinistra. «Il Pd in ogni caso è cambiato con queste primarie, sarebbe cambiato lo stesso anche con Bonaccini, ma forse ora di più. Ci sono state le primarie che hanno rianimato il partito. La vittoria inaspettata dà un’ulteriore spinta in avanti al cambiamento. Cedo che Schlein debba riflettere e confrontarsi con la forza civile del Paese e poi pensare alle alleanza che si fanno sui programmi, altrimenti non resistono», ha aggiunto.
Sul fatto che alle primarie siano andati a votare anche molti non iscritti, Prodi osserva: «Sono invenzioni, io sono andato a votare e mi sembrava di essere a casa. Non so quali analisi sono state fatte, ma non ci sono state organizzazioni che hanno cambiato il voto». Quanto al programma del Pd, l’ex premier osserva che punti fondanti dovrebbero essere «salario minimo, difesa del posto di lavoro, i problemi fiscali quindi su questi temi il partito dev’essere chiaro, anche radicale. Sul resto Schlein deve aggregare se vuole che un giorno il centrosinistra prenda la guida del Paese. Le alleanze devono essere fatte perchè durino nel tempo». Per Prodi aprirsi e riaggregare la società vuol dire «fare quanto ho detto prima, affrontare i problemi di giustizia collettiva perchè la periferia non è un problema fisico ma significa giustizia sociale». Sulla possibilità di una collaborazione fra Schlein e Bonaccini, «non è necessario che lavorino insieme, se lo faranno poi è meglio, ma serve una compatibilità delle proposte. In un partito ci sono sempre le varie correnti, ma nella dialetttica ci sia uno spirito di collaborazione».
5 marzo 2023 (modifica il 5 marzo 2023 | 20:08)
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